La baia del francese
- Autore: Daphne Du Maurier
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2018
SuperBeat riedita “La baia del francese” (2018, titolo originale Frenchman’s Creek, traduzione di Andrea Damiano) redatto dalla scrittrice, drammaturga e poetessa inglese Dame Daphne Du Maurier, Lady Browning (Londra, 13 maggio 1907 - Par, 19 aprile 1989) nel 1941 ma pubblicato per la prima volta in Italia da Mondadori nel 1962 con il titolo “Donna a bordo”.
Quando il vento dell’Est soffia su per il fiume Helford, le acque lucenti si fanno torbide e mosse, e piccole onde si frangono con rabbia sulle rive sabbiose.
L’onda lunga del canale della Manica che arriva da oltre Capo Lizard incalza la maretta alla foce del fiume, dove la corrente gonfia delle ultime piogge e cupa per il fango si mescola con il mare, portando in superficie strane cose dimenticate come rami morti, detriti, foglie cadute prematuramente, cadaveri di uccelli, boccioli di fiori. In un tempo che non ha lasciato se non scarse memorie di sé, le vallate e i colli erano splendidamente solitari, nessuna costruzione profanava i campi incolti e le rupi, nessun comignolo spuntava dagli alti boschi. Le poche casupole del villaggio di Helford non interferivano con la vita del fiume, che era dominio degli uccelli, allora sconosciuto fatta eccezione per quei pochi marinai che vi trovavano riparo quando i forti venti di sud-ovest li costringevano a interrompere la rotta in direzione della Manica.
Il villaggio di Helford soprattutto in estate aveva una sua sonnacchiosa bellezza, ma ora quell’incanto è spezzato da molte voci: i vapori da diporto che fanno la spola lasciando scie convulse, i velisti si scambiano visite e persino il turista con una sola giornata a disposizione si aggira per i fondali, l’occhio sedotto da tanta bellezza tutta insieme, brandendo la sua reticella per crostacei. I turisti più curiosi si avventurano in automobile fuori dal villaggio di Helford, decidendo di prendere il tè nella cucina di pietra del vecchio cascinale, che un tempo era il castello di Navron. Qui il turista resta catturato dall’atmosfera decadente e affascinante,
Qualcosa della passata grandezza sopravvive: parte dell’originaria costruzione a pianta quadrata sopravvive, e delimita attualmente l’aia. I due pilastri che un tempo costituivano l’ingresso del maniero, oggi, coperti dall’edera e incrostati di licheni, servono da sostegno al moderno granaio, con il suo tetto di lamiera
Neanche uno straniero o il turista più curioso sa che moltissimi anni fa in questo castello, durante un’estate, visse e amò una giovane donna volitiva e impetuosa che cercò di cambiare il corso della propria vita. Lady Dona St. Columb desiderava dare una svolta alla sua monotona esistenza spinta dalla sua irrequietezza, il Francese, pirata bretone, aveva un suo preciso codice d’onore. Il loro incontro avrebbe creato una grande storia d’amore dall’incerto finale. Solo il fiume il cui corso è immutabile conosce che cosa veramente accadde in questo luogo dal fascino seducente e misterioso. “E il passato diventa presente”.
È ancora una volta l’amata Cornovaglia il meraviglioso scenario nel quale Daphne Du Maurier ambienta i suoi romanzi ricchi di suspense, mistero e passione. L’autrice di “Rebecca la prima moglie” (1938), suo bestseller mondiale, in queste pagine dimostra la sua maestria e immaginazione, non è un caso che i romanzi della scrittrice non risentono della patina del tempo. Merito di una scrittura coinvolgente e appassionante.
Il corso dell’Helford è tracciato abbastanza bene, e così i villaggi di Constantine e Gweek. Ma il marinaio li ignora e cerca invece un’insenatura che si spinge entroterra, dipartendosi dal fiume, con un tracciato breve e sinuoso verso ovest, dentro una valle. Qualcuno ne ha scritto il nome in caratteri sbiaditi: Insenatura del Francese.
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