La bambina Icaro di Helen Oyeyemi

La bambina Icaro (The Icarus Girl) è il primo bel romanzo di Helen Oyeyemi, ambientato in parte in Inghilterra e in parte in Nigeria, dove la protagonista, Jessamy Harrison, bambina di otto anni, si reca con i genitori Sarah, nigeriana, e Daniel, inglese. Ciò accade per la prima volta dopo che Sarah, all’età di quindici anni è stata inviata all’estero per studiare medicina e tornare con una laurea spendibile nel suo paese. In realtà una volta lì, cambia rotta e si appassiona agli studi letterari con grande delusione del padre, che incassa un ulteriore colpo quando la figlia si innamora di un contabile inglese e lo sposa. Il ritorno in Nigeria costituisce un’esperienza assai coinvolgente per la piccola Jess, o Wuraola (oro) come il nonno la chiama, che la vive con forte trepidazione.

Il romanzo è avvincente non solo per l’intreccio vagamente noir, ma anche dal punto di vista culturale perché permette di affacciarsi sul mondo nigeriano piuttosto diverso da quello occidentale. Il tutto è raccontato attraverso la percezione che di esso ne ha la sensibilissima, fantasiosa ed attenta JessY, come la ribattezza Titiola, una curiosa creatura che la contatta durante una sua solitaria esplorazione di un edificio abbandonato, situato nei pressi della tenuta del nonno e che un tempo soleva essere l’appartamento della servitù maschile. TillyTilly, come Jess la chiama per semplificare la pronuncia, si esibisce in imprese straordinarie che coinvolgono l’amica e promette di non scomparire dalla sua vita, chiedendo in cambio di tenere segreto il loro incontro.
Dopo la lunga vacanza la famiglia rientra in Inghilterra dove Jess ha difficoltà a scuola, e il disagio provocato dalle derisioni di alcuni compagni, particolarmente dall’odiata Colleen Mclain, fa scaturire crisi d’ira per cui il preside suggerisce il passaggio ad una classe superiore. Jess si sente isolata ed ha nostalgia della sua amica Tilly Tilly la quale compare un giorno all’improvviso, annunciando di essersi trasferita con la famiglia nelle vicinanze. La stranezza di tale inquietante personaggio, già emersa durante il soggiorno in Nigeria, si fa sempre più evidente e così pure la sensazione che possegga qualità extra non ben definibili, che si caricano di misteriosa minaccia, quando propone a Jess di “prendere” Colleen.

Il romanzo, dalla prosa fluida ed elegante che a tratti si colora di realismo in stile Steinbeckiano, non rischia mai di annoiare il lettore, anzi ne attiva la curiosità, insinuandogli tanti dubbi che sono anche quelli della piccola protagonista, e si trasforma in una stimolante ricerca delle intricate potenziali soluzioni sulla complessa entità di Tilly Tilly, facendo nel contempo nascere interrogativi sul ruolo dell’educazione e l’influenza dell’ambiente sulla crescita armoniosa ed equilibrata dell’individuo.