E adesso dormi
- Autore: Valeria Ancione
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Arkadia editore
- Anno di pubblicazione: 2023
A ma’, se po’ chiama’ una Gina? Co’ ’sto nome non vendi manco una copia.
Alessandro l’ha detto, ma sarà stato poi contento d’aver dovuto rivedere il giudizio, perché il romanzo di mamma funziona, fila dritto e sicuro, spinto dall’ispirata corrente creativa di Valeria Ancione, che se nella vita si conferma generosa quanto nella scrittura è l’amica (e collega) che tutti vorrebbero. Anche perchè Gina Castillo in Drago, nata Geena - di radici italo-americane - è una bella e non scontata figura di donna, protagonista del più recente romanzo della giornalista siciliana accasata nella capitale da 35 dei suoi 58 anni, E adesso dormi, pubblicato da Arkadia Editore (Cagliari, novembre 2023, 259 pagine), nella collana di narrativa Eclypse.
Nei ringraziamenti in appendice, a mo’ di postfazione, confessa che questo è il suo romanzo nel cassetto,
scritto, aggiustato, cambiato, posato, ripreso e nel quale c’è la mia esperienza di diversità, indossata e divenuta normalità.
È una storia inventata, benché abbia contatti con la realtà. I personaggi non sono reali, tranne il bambino affetto da micropoligiria, che non è suo, oggi un ventenne con gli occhi belli, che ama la musica e le carezze sulla testa.
Non si potrebbe continuare senza precisare chi sia Valeria e cosa faccia (tantissimo). Nata a Palermo, cresciuta a Messina, giornalista professionista, lavora al "Corriere dello Sport" dal 1991 e ama raccontare le donne. Si è occupata di calcio femminile, sostenendo sul suo quotidiano sportivo la battaglia contro la discriminazione di genere, i pregiudizi e gli stereotipi. Del calcio, più delle partite l’attraggono la facilità di aggregare e la capacità di far condividere: è convinta che lo sport possa salvare la vita. Giocava a basket, pur non essendo gigante; è sempre a dieta; non ha mai tinto i capelli; legge molto; ascolta audiolibri; ama il mare in modo viscerale e la Sicilia in modo possessivo, orgogliosa però d’essere cittadina di Roma. Madre di tre figli, ha esordito in narrativa nel 2015; quattro anni dopo è stata finalista al Premio Bancarellino con Volevo essere Maradona, biografia romanzata dell’ex calciatrice Patrizia Panico, diritti acquisiti da Lux Vide per produrre una serie tv. Nel 2022 è uscito per Arkadia Il resto di Sara, ora anche in versione audiolibro.
Romanzo al femminile questo con Gina, scritto con schiettezza, lucidità d’intenti e franca progressione della trama, condotta con mano sicura verso lo sviluppo di quanto Valeria ha deciso di comunicare, di trasmettere, per altri versi di denunciare, visto che si parla - e non poco - di rapporti di forza tra i sessi e anche di disabilità. Temi decisamente attuali.
Certo, il conflitto di potere con l’uomo, prima col padre despota poi un marito ancora più padrone, vede Gina in una posizione di debolezza, sebbene sappia rivelarsi all’occorrenza una donna forte. Non a caso la nostra autrice l’ha coniugata Drago, volendo peraltro citare Giorgio Gaber, grande artista significativo nella sua vita:
Il suo nome è Castillo Gina, ma la chiaman Drago, come Cerutti Gino.
È forte la protagonista, sebbene fragile come un fuscello, senza curve, senza forme, tutta nervi e pure quelli cominciano a venirle meno. Hai voglia a cercare di autoconvincersi che il suo Jonathan sia normale, solo un po’ più lento nell’apprendere, nel coordinare i gesti, nel muoversi con quella camminata sghemba. In braccio alla mamma non sta fermo, sbatte il mento sulla spalla, si butta indietro bruscamente. Lo mette per terra e accende il televisore per distrarsi dai lamenti e non vedere il suo movimento stereotipato. Siede accanto a lui e mangia, ignorando le sue richieste incomprensibili. Il lamento è incessante, a tratti acuto; muove le braccia sopra la testa, davanti agli occhi, cerca qualcosa da afferrare nel vuoto; si solleva sulle ginocchia e ricade sul sedere, un su e giù sempre più isterico provocato da un fastidio, forse un dolore. Il forse domina l’esistenza di Gina: forse il figlio ha fame, ha sete, gli fa male la pancia, un dente, la testa; forse è sporco, forse ha sonno.
Un forse che li destina al confino della loro vita, dipendenti uno dall’altra per sempre, senza pause. Il loro per sempre però è precario, fatto di mille domande e poche, incerte risposte.
Gina fa le pulizie nello studio legale dell’avvocata Mara Gorlin; un’americana a servizio in Italia è tutt’altro che normale, ma tornare negli Stati Uniti non esiste. Se ne è andata inseguendo l’amore, illudendosi che sarebbe stata meglio accanto a Raffaele, solo per lasciare un padre-padrone e trovare un marito-padrone peggiore.
Il primario neuropsichiatra del Bambin Gesù era stato chiaro: il piccolo aveva “un gran casino in testa”. Le crisi epilettiche si erano manifestate a pochi mesi, anche la cecità parziale e la sospetta sordità. Erano sembrati una tragedia, ma visti i problemi insorti col tempo si trattava solo del male minore. Una lesione della corteccia cerebrale rende Jonathan disabile. Raffaele non aveva voluto farsene carico. Non lo considerava affar suo, solo un motivo in più per picchiare la moglie.
Nel buio e nella quotidianità tossica, sopportata con pazienza, brilla un barlume: è Lola, la vicina di casa, l’angelo custode che accudisce Nat quando l’amica è al lavoro. Non vorrebbe nemmeno i soldi che Gina deve costringerla a prendere, minacciando di toglierle l’incomodo del bambino e spedirlo in un istituto.
I guai di Gina si direbbero già abbastanza, ma si aggiunge un pesante risvolto thriller a metterla in ginocchio, e per fortuna si ritrova in mano all’avv. Gorlin, una che sa fare il suo.
Se c’è una luce in fondo al tunnel e se non tutti gli uomini sono canaglie come il padre (alla faccia del nome d’angelo), Valeria Ancione saprà trovare una via d’uscita alla sua e nostra Drago.
E adesso dormi
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