La base atomica
- Autore: Halldór Laxness
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2014
Halldór Laxness è stato un dimenticato Premio Nobel nel 1955, uno scrittore con idee politiche di sinistra che sono ben rappresentate da un romanzo come questo La base atomica, scritto poco dopo la Seconda guerra mondiale e pubblicato da Iperborea nel 2014 con la traduzione di A. Storti.
L’Islanda si era appena liberata dalla Danimarca, che un nuovo pericolo minacciava la sua sovranità: gli Stati Uniti volevano installare una base atomica NATO e comprare l’isola, ma la popolazione non lo permise.
Il romanzo ha come sfondo questo retroscena, ma in realtà è la storia di Ugla, una povera serva diciottenne che dal Nord, povero e arretrato, giunge nella capitale del Sud, ricco e industrioso, ReyKjavik. Simpaticamente l’autore mette in scena una sorta di "questione settentrionale": il governo islandese, appena nato, non intende sviluppare il Nord che viene puramente sfruttato e depauperato delle energie migliori.
La giovane Ugla va a servizio nella casa di Bui Arland, ricco uomo d’affari, e incomincia la sua vita di donna che essendo molto bella attira corteggiatori, tra cui lo stesso Arland, che non nasconde la sua passione per la servetta. Era costume che ai primi del 1900 le domestiche fossero abusate mentre le donne di una famiglia rispettabile custodite come gigli preziosi, ma Arland non sa dello scandalo che sta per scoppiare nella sua famiglia. Ugla resiste alle pressioni e nello stesso tempo matura una sua coscienza sociale: partecipa al movimento di opposizione per la vendita dell’Islanda e in questo ambito conosce personaggi forti e particolari come il poeta brillantina che, o per amore o per le comuni origini sociali, aiuta la ragazza rimasta incinta di un uomo di cui non vuole dire il nome e la cortigiana Cleopatra, patetica figura di prostituta, che si illude ancora di cambiare la sua sorte, l’organista, musicante di villaggi e membro della cellula comunista di Reykiavik.
Ugla intanto incomincia a lottare per una società più giusta che va oltre le sue vicende personali e di cui la vendita dell’Islanda è una parte importante.
Laxness fa parte di quegli autori chiamati negli anni Quaranta "realisti socialisti" che speravano nel comunismo come soluzione dei problemi sociali (e questo l’autore non lo dimenticò mai) senza rendersi conto degli orrori di Stalin (di cui in seguito parlò in termini violentissimi).
Il finale del romanzo forse è prevedibile, ma è meglio non svelarlo anche per capire un autore che è più complesso di quel che sembra.
Ottimo libro da riscoprire anche se non il migliore del Nobel islandese.
La base atomica
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