La biblioteca delle emozioni di Carola Barbero

Una domenica pomeriggio di molti anni fa, avevo otto anni, andai al mercatino dei libri usati di Emmaus a Parigi. Lì, su uno scaffale, trovai un libro che suscitò immediatamente la mia attenzione. Si trattava di Un cadavre dans la bibliothèque di Agatha Christe. Un libro che aveva l’aria di essere molto proibito. Una pagina dietro l’altra e senza rendermene conto fui catapultata nella mia prima biblioteca delle emozioni: una cameriera terrorizzata andava gridando che in biblioteca c’era un cadavere di una sconosciuta. Gli ingredienti per allestire un laboratorio emotivo coi fiocchi c’erano tutti. Da allora ho cominciato a pensare ai libri come a veicoli non semplicemente di conoscenze, ma soprattutto di emozioni.

Nel suo ultimo lavoro La biblioteca delle emozioni (Ponte alle Grazie, 2012), Carola Barbero, filosofa e giovane ricercatrice dell’Università di Torino, predispone per noi lettori una particolare biblioteca, la biblioteca delle emozioni, dalla quale prende in prestito undici libri, scelti con cura ed esaminati in base all’emozione che riescono a trasmettere. Ad ogni libro l’autrice fa corrispondere un laboratorio immaginario ed è in questo luogo magico che si sperimenta l’emozione e si condividono gli amori, le gioie e le paure dei personaggi.

“Ecco il luogo al riparo dalla vita reale, quel laboratorio al quale si accede dalla biblioteca delle emozioni: un posto sicuro, circoscritto e protetto in cui vivere, prendendole in prestito, certe esperienze emotive senza dover pagare in prima persona. Per belle che siano le nostre vite, una pausa non potrà che essere salutare. Allontaniamoci per un poco dalle nostre urgenze, scadenze e preoccupazioni e rifugiamoci nelle vite degli altri.

E’ in questo modo che partecipiamo

• alla Tristezza in Non ti muovere della Mazzantini,
• allo Stupore in Stupore e tremori della Nothomb,
• all’Allegria in La fata carabina di Pennac,
• alla Paura in Misery di King
• e a tante altre emotività.

Possiamo accedere con facilità ai luoghi descritti, basta prendere in mano un libro e cominciarlo a leggere. Carola Barbero, con la sua scrittura colta ed elegante, descrive in maniera originale un mondo da scoprire, la lettura delle emozioni. Un mondo nel quale è importante anche meditare perché, sottolinea l’autrice, la letteratura ha valore filosofico come già evidenziava Aristotele. Lo stato d’animo che viene narrato lo viviamo in prima persona, in un crescendo di emozioni gioiamo o soffriamo, come ad esempio in Non ti muovere. Il protagonista, un affermato chirurgo, si confessa davanti alla figlia in coma, le rivela il segreto della sua vita. Un bisogno estremo, quello che avverte, della confessione, perché è conscio di esser stato un codardo nella sua vita: la rinuncia alla felicità in cambio di una confortante vita coniugale.

Ma perché aspettare che la vita sia sull’orlo di un precipizio per affrontare le proprie paure e i propri fallimenti?

Una risposta dell’autrice sembrerebbe scontata: perché la vita è un po’ come una recita continua, ma non è così. Infatti a suo modo, accademicamente e deliziosamente, esamina l’emozione del protagonista, i suoi interrogativi rendendoci partecipe e lo fa a suo modo, spaziando dalla letteratura alla filosofia. Nel laboratorio del libro della Mazzantini, quindi, ci ritroviamo a valutare l’atto della confessione di Sant’Agostino unitamente agli aforismi di Oscar Wilde, è la confessione e non il sacerdote che ci dà l’assoluzione, in un stretto rapporto tra emozioni e ragione.

Il saggio La biblioteca delle emozioni è uno studio letterario, impregnato di filosofia, per ognuna delle emozioni che ci appartengono. Attraverso la lettura dei libri e le storie narrate saremo in grado di comprendere e capire la nostra sfera emotiva. Un libro che parla di libri, un’autentica educazione sentimentale nella quale le emotività devono essere vissute e non quietate o soffocate, perché

le emozioni sono dei fluidi che circolano nella mente più o meno come il sangue circola nelle vene.