

La bibliotecaria di New York
- Autore: Marie Benedict e Victoria Christopher Murray
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2022
La bibliotecaria di New York (Newton Compton 2022, titolo originale The Personal Librarian, traduzione di Maria Sofia Buccaro) di Marie Benedict e Victoria Christopher Murray, autrici di bestseller, è la vera storia di Belle da Costa Greene ((Washington 26 novembre 1879 – New York 10 maggio 1950). Il romanzo si è aggiudicato il titolo di miglior libro di narrativa del 2021 secondo il “Financial Times”.
“A partire da oggi, dovrò dimostrare al famoso e famigerato J. P. Morgan che sono in grado di trasformare la prestigiosa collezione di opere d’arte e manoscritti e lo strabiliante edificio che ha costruito per ospitarla in un luogo leggendario. Io, una bibliotecaria di colore”.
8 gennaio 1906, New York. Belle da Costa Greene, ventisette anni, ricci neri ribelli, era stata appena assunta dal ricco finanziere americano, come curatrice della sua collezione di manoscritti, libri rari e opere d’arte.
“Ma anche ampliare la collezione con aggiunte coerenti”.
Mentre l’intelligente e intraprendente giovane donna si apprestava a varcare lo scintillante portone a formelle di bronzo della Pierpont Morgan Library, rifletteva sui calcoli che faceva da quando aveva saputo che il suo stipendio mensile consisteva di settantacinque dollari.
“Ovvero l’esorbitante cifra di novecento dollari l’anno”.
La situazione finanziaria della sua famiglia, precaria da quando il padre li aveva lasciati, sarebbe cambiata in meglio. Inoltre Belle si aspettava che questa occupazione le avrebbe permesso di raggiungere una posizione sociale che avrebbe consolidato il loro status di bianchi più di quanto avesse fatto fino a quel momento vivere e lavorare come tali. Infatti il padre della bibliotecaria, Richard Greener, era stato il primo afroamericano laureatosi a Harvard e attivista di punta nella lotta alle disuguaglianze.
Al contrario, in una società razzista e piena di pregiudizi, Belle aveva deciso di “passare per bianca” con lo scopo di ottenere un posto al sole. Miss da Costa Greene dichiarava di essere portoghese e questo doveva bastare. Però, sotto mentite spoglie, ma dotata di capacità che parlavano per lei, la curiosa e arguta Belle avrebbe raggiunto traguardi ragguardevoli in un mondo dominato dagli uomini.
“Ce l’abbiamo messa tutta per raccontare la vita e l’eredità di Belle da Costa Greene con maggiore accuratezza possibile anche se in La bibliotecaria di New York abbiamo creato una versione romanzata di Belle e del mondo in cui viveva”, tentando “di imperniare la narrazione sulle informazioni disponibili”, rivelano le autrici in una nota alla fine dell’appassionante romanzo.
Due brave scrittrici a quattro mani concertano un intenso ritratto di una donna straordinaria, antesignana per il suo tempo, che pur navigando in due universi auspica che possa arrivare il giorno
“in cui nuovi governanti e nuove leggi sanciranno l’uguaglianza di tutti i cittadini in questa nazione? E se mai arriverà quel giorno, qualcuno prima o poi scaverà nel passato per scoprire la mia storia e rivendicare con orgoglio la vera me, la bibliotecaria di colore di J.P. Morgan chiamata Belle da Costa Greene?”

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