La casa del tempo
- Autore: Nan Shepherd
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2018
Nella collana Scatti, Elliot pubblica “La casa del tempo” (2018, titolo originale The Weatherhouse, traduzione di Lorenza Gambini, Introduzione di Amy Liptrot) romanzo che fu originariamente pubblicato nel 1930, della scrittrice e poetessa scozzese Anna (Nan) Shepherd, (Peterculter, 11 febbraio 1893 – Aberdeen, 23 febbraio 1981) una delle prime esponenti del modernismo in Scozia.
Prima Guerra Mondiale. Il cuore di Fetter-Rothnie, piccola comunità rurale nel nord-est della Scozia, era Weatherhouse,
“un posto in cui trascorrere del tempo in modo piacevole”.
Nella “casa del tempo”, circondata dalla brughiera, vivevano le quattro signore di Weatherhouse, la vecchia zia Craigmyle (Lang Leeb, “gambe lunghe”) uno spirito libero e le sue figlie, le quali incarnavano perfettamente la popolazione rurale, ognuna per aspetti differenti. L’anziana matriarca, rimasta vedova a cinquantaquattro anni, si era ritirata a Weatherhouse, lasciando la gestione della “grossa fattoria quadrata” e della casa alle sue tre figlie. La primogenita di zia Craigmyle era Annie Dyce (Paradise), nubile, cresciuta dal padre affinché si prendesse cura della tenuta, se ne era presa carico dal momento della sua morte, finché non era rimasta paralizzata dai reumatismi. Sua sorella, Mrs Ellen (Nell) Falconer, la più simile alla madre, l’unica che avesse ereditato “il cuore selvaggio dei Lorimer”, a ventisette anni aveva sposato Charlie Falconer. Quando quest’ultimo era morto in miseria, Ellen era ritornata nella sua vecchia casa insieme alla figlia Kate Falconer, cuoca in un vicino convalescenziario. Theresa (Tris) Craigmyle, la figlia minore di Leeb, nubile e casalinga si occupava della madre e delle sorelle. Le donne del villaggio, gli uomini erano al fronte o erano impiegati nell’industria bellica, come rispondendo a un tacito richiamo si ritrovavano a Weatherhouse. “Pittoresco esagono irregolare”, dotato di una meridiana, enclave di uno stile di vita tradizionale e arcaico, mentre intorno al giardino e al di là della porta a vetri della dimora il mondo era mutato per sempre. Ma ecco tornare dal fronte occidentale in permesso di malattia il Capitano Garry Forbes, ferito nell’anima, infelice per essere vivo
“in un mondo infestato dalle guerre”.
Nel luogo natio, dove l’uomo non aveva ancora disturbato la sua pace primordiale, Garry, detto “il Gargoyle”, doveva imparare di nuovo cosa volesse dire vivere in un luogo tranquillo, lontano dal fragore dei cannoni.
“Questo posto è morto”.
In queste pagine Nan Shepherd, che visse nella stessa casa nei sobborghi di Aberdeen per ottantasette anni, descrive con meticolosa attenzione la vita interiore delle donne dimenticate ed emarginate. È proprio questo che fa del testo un romanzo moderno, veramente attuale. La stessa scrittrice visse serenamente senza un uomo per molti anni e non è un caso se qui Sheperd racconta la storia di donne, spesso nubili o vedove, sempre più profonde e appassionate pian piano che vivono i loro ultimi anni.
Nan Shepherd, personalità singolare, capace di delineare una maggioranza di personaggi femminili curiosi e variegati, che cercano una autorealizzazione, scrisse tre romanzi ambientati a Fetter-Rothnie. Il paesaggio di questo villaggio scozzese immaginario riveste un ruolo fondamentale nella sua poetica, che in questi anni è al centro di un rinnovato e meritato interesse. Ricordiamo infine che Nan Shepherd è l’ultima donna ad aver adornato una banconota scozzese, raffigurata sulle nuove cinque sterline della Royal Bank of Scotland “davanti alle sue amate colline dei Cairngorm”, come puntualizza Amy Liptrot nella prefazione de “La casa del tempo”.
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