La casa dell’Ammiraglio
- Autore: Tommaso Romano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Un abito mentale, un modo di essere e di esistere e di confrontarsi con sé stesso e con la realtà che lo circonda è quello descritto in questo fascinoso romanzo, La casa dell’Ammiraglio (Culturelite edizioni, 2020), di Tommaso Romano con prefazione di Paolo Ruffilli.
Romano, già docente di Filosofia nelle scuole superiori, ha ricoperto prestigiosi incarichi ed è autore eclettico, poeta e scrittore che ha pubblicato numerosi, colti e raffinati testi di diverso tenore ricevendo significativi riconoscimenti.
Protagonista di quest’ultima opera è al contempo un luogo e un personaggio i cui destini si fondono e si intersecano inesorabilmente e comunicano e si parlano all’unisono imbastendo un dialogo, esternando sensazioni ed emozioni.
Ed è questo lo spunto narrativo di cui l’autore si serve per esprimere il protagonista di La casa dell’Ammiraglio nel suo viaggio esistenziale con le sue personali riflessioni, annotazioni e impressioni. Emerge nella raffinatezza della scrittura dell’autore, quella del personaggio principale che si duole della crescente volgarità presente oggigiorno in ogni dove.
È la “Casa dell’Ammiraglio” di cui al titolo, il luogo in cui sono allocati, i suoi sogni e insieme la sua anima, la sua spiritualità, i suoi desideri, il suo gusto della bellezza e del piacere. Tutto sembra immobile in questa dimora, dove dominano una molteplicità di oggetti di grande gusto e qualità (sculture, porcellane, quadri, arazzi, stampe, tappeti) che sono uno specchio del sentire del protagonista.
Sembra esservi come un contagio psichico, mentale: la persona dell’Ammiraglio e gli oggetti della casa, sembrano vivere in una simbiosi, un’influenza reciproca che sublima il reale. Su di essi non si manifesta mai un senso di appartenenza e di esclusivo possesso, bensì un sentimento di ispirazione e contemplazione che arreca beneficio e serenità.
L’ammiraglio, il padrone di casa, ormai giunto alla pensione, dopo una vita professionale piena e ricca di soddisfazioni nella Marina Militare di Stato, conserva ed esprime in questa sua casa tutto il suo mondo interiore, la sua personalità, il suo amore per il collezionismo di ogni cosa che abbia un afflato con il suo essere.
Una casa che è il suo rifugio, il luogo dell’anima, “casanima” la denomina e definisce, dove si esplicita e si manifesta la sua sensibilità e la sintonia con la bellezza.
Una passione, quella per il collezionismo che viene a manifestarsi sin dai tempi dell’adolescenza, allorché ebbe la ventura di visitare il Vittoriale degli Italiani di Gabriele D’Annunzio, rimanendone enormemente colpito per la sua manifesta e interiore bellezza che riflette l’universo immateriale del Vate.
Il grande poeta così si esprimeva nell’atto notarile di donazione:
…m’ardisco io d’offrire al popolo italiano tutto quello che mi rimane, e tutto quello che da oggi io sia per acquistare e per aumentare col mio rinnovato lavoro. Tutto, infatti, qui da me creato e trasfigurato. Tutto qui mostra le impronte del mio stile. Tutto è qui forma della mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore.
Non manca nella narrazione, un’escursione nel fantastico, nell’irrazionale, nel metafisico, nell’immaginario in cui l’Ammiraglio sembra essere immerso, e da cui tenta di staccarsi chiedendo ausilio a uomini di chiesa e persino a uno psicanalista che gli consiglia di disfarsi di quegli oggetti che gli arrecano suggestioni e intense e talora sconvolgenti sensazioni ed emozioni. Ma è un momento passeggero di smarrimento che l’Ammiraglio supererà, ritrovando pace interiore e serenità, recandosi nella sua dimora di campagna distaccandosi così per qualche tempo da questo mondo di oggetti apparentemente inanimati. Vi è un irrazionale, che non esclude il razionale ma che anzi lo arricchisce e lo completa in una visione cosmica dell’universo materiale e immateriale invaso di mistero.
Un romanzo, una narrazione che è un viaggio emozionale nell’avventura esistenziale del protagonista che coinvolge e incanta per l’innato amore e la ricerca perenne per l’estetica e la bellezza che consentono di trascorrere al meglio il transito terrestre.
Sovente ne è contraltare un isolamento, una solitudine della distinzione che non è mai presunzione, distacco o espressione di superiorità; ma bisogno ed essenza di un modo di vivere.
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