La chiave nel latte
- Autore: Alexandre Hmine
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
La chiave nel latte (Gabriele Capelli Editore 2018) è una sorta di album fotografico letterario dei ricordi dell’autore. Un’autobiografia in cui i ricordi e gli inserimenti letterari si confondono in una realtà fuori dall’ordinario.
Più che un puzzle, una composizione di pezzi che svelano un’immagine totale, il racconto dà l’impressione di pezzi disomogenei di un collage collegati da una logica di sequenza temporale ma, invece di unirsi, i frammenti di ricordi rimangono giustapposti quasi incoerentemente, quasi casualmente. A momenti si fatica a seguire il filo logico del pensiero dell’autore che, forse, non lo ha chiaro nemmeno lui, tanto è impegnato a dare un senso a un passato scoordinato, non solo dalla memoria.
La madre è fuggita diciassettenne da Casablanca, Marocco, per una gravidanza inopportuna, e non solo. Si è rifugiata nella Svizzera Italiana al seguito della sorella. Affida il neonato a un’anziana donna svizzera che si chiama Elvezia. Sarà un caso ma non sembrerebbe essere un’invenzione letteraria, bensì, forse, un segno? Con lei cresce in un villaggio di poche anime mescolandosi alla popolazione senza grandi problemi fino all’adolescenza. Allora il colore della pelle e il nome cominciano a pesare, ma non è un romanzo sul razzismo né sull’integrazione.
La madre, che ha sempre tenuto i contatti in un qualche modo, ritiene necessario avvicinarlo alla cultura marocchina e alla religione musulmana, quindi: basta salame, prosciutto e cordon bleu. In questo contesto si sviluppa l’adolescenza dell’autore, tra i ragazzi e le ragazze, il calcio e il tennis e le due differenti culture. Ma qual è la sua? In quale si ritrova? E poi, ancora più fondamentale, qual è la sua famiglia?
Quella in cui è cresciuto con l’Elvezia o quella che la madre gli porta, del tutto nuova?
Un bambino pedala nello slargo che si apre di fronte alla sala comunale. Gira in tondo a velocità sostenuta. Non lo conosco. Non era ancora nato quando mi sono trasferito in città. Si accorge di me, arresta la corsa con una frenata secca e mi saluta. Un ciao di paese che non sento da anni.
Ricambio il saluto, ma lì oggi sono ormai uno straniero. Irrimediabilmente.
Un’autobiografia strutturata in modo insolito, provocante come il carattere del protagonista. Un romanzo di sviluppo che cerca la sua strada tra i frammenti della memoria senza riuscire a capire se appropriarsene o distanziarsene.
Una situazione di incastro senza via di fuga, anche perché non si trova la chiave per aprire la porta…
La ritroveranno solo il mattino seguente, raccontano, versando il latte nel pentolino.
Alexandre Hmine è nato a Lugano, Svizzera, nel 1976. Dopo la laurea in lettere all’Università di Pavia ha lavorato come giornalista e dal 2004 come docente di lingua e letteratura italiana nelle scuole superiori del Canton Ticino.
Questa è la sua prima opera con la quale nel 2017 ha vinto un premio letterario svizzero per la Migliore opera prima permettendone anche questa pubblicazione.
La chiave nel latte
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Un libro perfetto per...
Lo trovo indicato per uno scrittore in erba che si approccia alla scrittura e non ha ancora definito il proprio stile, oppure a chi pensa che i romanzi vadano scritti tutti alla stressa maniera.
Lo suggerisco a chi è confrontato con un’esperienza di integrazione analoga, non solo dal punto di vista culturale.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La chiave nel latte
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