La città dei lupi. Romulus III
- Autore: Luca Azzolini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2021
La seconda stagione della serie televisiva Romulus è andata in onda in autunno sui canali Sky ed è il caso di chiudere la trilogia letteraria collegata alla prima stagione della fiction - di produzione italiana, ideata e co-diretta da Matteo Rovere - che ha riscosso successo e interesse di pubblico nella programmazione sulla rete satellitare a pagamento.
Dieci puntate, dal 6 novembre 2020 ed otto nel 2022, in cui sono “riscritte” le origini di Roma, al centro del Lazio, nell’VIII secolo avanti Cristo, fedelmente riprodotte dal giornalista e scrittore storico Luca Azzolini nei tre libri editi da HarperCollins Italia.
La città dei lupi. Romulus III (gennaio 2021) riprende le vicende nelle Terre dei Trenta raccontate nel primo romanzo Il sangue della lupa. Romulus I e nel secondo, La regina delle battaglie. Romulus II, pubblicati dalla casa editrice milanese HarperCollins nel 2020.
Salta agli occhi - ed è stata apprezzata tanto dai lettori che dai telespettatori - l’efficacia del linguaggio registico e, per altri versi, di quello narrativo, che uniscono il fascino del mito della fondazione dell’Urbe a un modo molto moderno di pensare-agire dei protagonisti e di sceneggiare-filmare-descrivere sul set e nelle pagine.
Arcaico nei costumi, scenari e paesaggi (recitato in protolatino), ma contemporaneo nelle dinamiche stilistiche dell’autore ed emotive e compulsive dei personaggi.
Non si sbaglia nell’immaginare che la visione della serie sul piccolo schermo abbia impressionato soprattutto il pubblico più avanti negli anni per una certa affinità, della ricostruzione suggestiva di ambientazioni e “cose” remote, con l’Odissea trasmessa dalla RAI nel 1968. Quanto alla trilogia, i testi di Luca Azzolini scorrono fluidi, trasparenti, eccitanti.
Trenta re, più che altro trenta capi tribù uniti nella Lega Latina, nel territorio centro-occidentale della penisola italica bagnato da un fiume che scorre tortuoso. Trenta popoli, tre protagonisti (Yemos, Ilia, Wiros), un antagonista principale, Amulius, re di Alba Longa.
Yemos è il nipote ed erede di Numitor, già re di Alba e dei Trenta, finito in disgrazia, accecato e scacciato con la figlia Silvia. È un ragazzo robusto e coraggioso, accusato da Amulius di avere ucciso il proprio gemello Enitos e per questo bandito dai latini.
Ilia è una vestale che ha tradito i voti ed è diventata una guerriera temibile, per vendicare la morte dell’amato Enitos, che crede provocata da Yemos.
Wiros è un giovanissimo di origini oscure, schiavo a Velia, che Yemos difende dai coetanei nei Lupercalia e con il quale si unisce ai Ruminales, emarginati dai Latini. È un popolo immigrato di origini Osce, considerato ostile. Vivono in grotte e boschi inaccessibili, protetti anche dalla superstizione che alimentano con azioni sanguinarie, travestimenti animaleschi e incursioni notturne comandate dalla Signora dei lupi, loro regina e sacerdotessa, incarnazione della spettrale dea Rumia.
I Ruminales hanno risparmiato Wiros, riconoscendo sul suo corpo un segno che lo lega alla loro etnia ed hanno accolto Yemos, che ha sempre aiutato il più giovane amico. La Lupa rivela ai due il suo progetto di costruire una nuova città.
Amulius, padre di Ilia e uomo molto ambizioso, trama per diventare re assoluto dei Latini.
Non sono tempi facili, si ricorre continuamente alla violenza e mille bugie nascondono la verità agli occhi dei più. L’inizio del terzo romanzo è esemplare: il fuoco divora caverne e boschi. Le fiamme sono state attizzate dagli assedianti Veliensi, per stanare quella gente che si batte come spiriti.
Yemos è disperato, il suo nuovo mondo arde per colpa dei Latini, la sua vecchia gente. I Ruminales vivono soltanto per la loro libertà e ora i pochi uomini e donne sopravvissuti agli incendi sono braccati come animali, inseguiti con lance, spade, lame. Ha visto la Lupa finire dentro una rete tesa da due guerrieri. Anche lui viene catturato.
Wiros e pochi altri sono risusciti invece a salvarsi. Con loro c’è la bimba oracolo, dall’aspetto innaturale, tutta bianca. Spostandosi senza sosta, lasciando alle spalle le cicatrici del fuoco, si sono rifugiati in un anfratto scavato nella roccia, esuli senza una patria, quasi tutti feriti. Le loro radici sono morte, soffocate sotto la cenere. Ma i lupi devono andare via anche da quella grotta, troppo piccola per tutti, per quanto pochi.
Yemos e altri disperati attendono solo la morte, nella buca in cui sono stati reclusi, a Velia. Il popolo dei lupi sarà presto un ricordo. Perfino la Lupa, pur ergendosi fiera, ha perso fiducia nella loro dea. Rumia li ha abbandonati.
Il ragazzo guerriero, nelle cui vene scorre sangue latino di Alba Longa e che si batte per la nuova patria libera dei lupi, pensa che non riuscirà mai a realizzare il sogno di unire i Latini e i Ruminales.
Una parola ostile tra loro non avrebbe dovuto mai più essere pronunciata. Una nuova città avrebbe accolto tutta la gente e tutti gli dei disposti ad abitarla. Avrebbe voluto prendere il nome da quello sacro della Madre dei Lupi. Un nome che sognava potesse passare rispettato e temuto di bocca in bocca per ogni popolo della terra, veloce come la lupa che corre selvaggia.
La nostra città. La nostra Ruma. La città promessa. La città eterna. La città dei lupi.
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