La collezionista di ricette segrete di Allegra Goodman

Non c’è modo di raccogliere in una breve definizione tutta l’essenza del romanzo La collezionista di ricette segrete di Allegra Goodman, pubblicato da Newton Compton nel 2012.

Leggendo la copertina, la storia che ci viene illustrata è la vita di due sorelle, Emily e Jess Bach. La prima, la più grande, è a capo di un’azienda quotata in borsa, è ricca, pratica, pronta ad affrontare il mondo che la ospita; la seconda, laureata in filosofia, trascorre la propria vita dedicandosi a campagne in difesa dell’ambiente e coltivando una passione innata per i libri. Sognatrice e un po’ ribelle, Jess è alla continua ricerca di qualcosa che le indichi la via, qualcosa alla quale dedicarsi con passione e costanza.
Ebbene…sfogliando le prime pagine del libro, si delinea in modo sempre più chiaro, l’inganno. La copertina accenna solo ad una piccola parte della storia, che si articola invece, su una molteplicità di personaggi, di vite, di relazioni. Il romanzo non punta a focalizzarsi sul legame tra sorelle, ma analizza aspetti e questioni assai differenti, coinvolgendo più soggetti.

Allegra Goodman dimostra di essere padrona della propria opera. L’autrice è perfettamente in grado di gestire la trama, tracciando nero su bianco tutta la grande quantità di pensieri prodotti dalla sua creatività. Leggendo “La collezionista di ricette segrete” non ci si può non accorgere della lodevole preparazione della Goodman su tutti gli argomenti trattati, denotando curiosità e precisione. L’autrice discorre con sicurezza di religione, di finanza, di letteratura, mostrando così la sua reale valenza.

Il romanzo ci viene esposto come fosse una grande indagine esistenziale.
Jess, la vera protagonista della storia, dopo aver ritrovato una preziosa collezione di ricette, inizia un’appassionante indagine per scovare la realtà, la storia della creatura e del suo autore, metafora di una ricerca più importante: quella su se stessa e sulla propria vita.

In un linguaggio semplice e scorrevole, privo di artifizi, la Goodman ci illustra una grande idea, che forse a causa del vasto materiale, non è riuscita a sfruttare al massimo. Almeno in due occasioni, infatti, l’autrice tratta argomenti interessanti e ricchi di potenziale, che affrontati con maggiore enfasi, donando loro più spazio, avrebbero potuto coinvolgere il lettore in modo completo, trasformando un buon libro, in un romanzo di impatto, suggestivo. Questioni toccanti come l’11 Settembre o la stessa verità sul libro di ricette, sono trattate in modo fin troppo sbrigativo, per lasciare spazio al resto di vicende che arricchiscono la storia, impedendo così, l’instaurarsi di un legame emotivo tra l’opera ed il suo lettore.
La Goodman vi affascinerà per il suo talento e la sua creatività, lasciandovi però con un senso di incompleto!