La crociata dei bambini di Marcel Schwob

Marcel Schwob racconta la storia dei bambini che volevano riscattare il Santo Sepolcro. Il libro ha la premessa di Jorge Luis Borges. L’autore rappresenta quegli eventi, leggendari o reali, che sarebbero avvenuti nel 1212, coinvolgendo due gruppi di fanciulli partiti, uno dalla Francia e uno dalla Germania, per una crociata in Terra Santa.

I bambini, in un anno mitico anche per quanto riguarda l’aspetto dei numeri (il ripetuto 12), ispirati da visioni e guidati da alcuni di loro particolarmente infervorati, erano sicuri di arrivare al mare e di poter ottenere lo stesso miracolo di Mosè con la separazione delle acque su cui poter camminare:

“I Mari si sarebbero prosciugati davanti al loro ed essi sarebbero passati in tutta sicurezza, come Mosé attraverso il Mar Rosso, fino alla Terra Santa”.

Nei fatti non riusciranno mai ad arrivare a Gerusalemme morendo prima o rimanendo imprigionati e schiavizzati.
In “La crociata dei bambini” di Marcel Schwob il punto di vista cambia continuamente e ogni protagonista racconta la sua storia. C’è un lebbroso, Papa Innocenzo III, alcuni bambini, Papa Innocenzo IX e altri.

Si inserisce in coda al libro un racconto di Mishima. Dando voce a uno di quei bambini, di nome Anri, fatto schiavo e ormai adulto, Mishima, narra la di lui storia: dopo un lungo pellegrinaggio, lo rappresenta in Giappone che racconta il suo passato all’unico in grado di ascoltarlo, un bambino sordomuto.
Le storie ricostruite in questo libro, tra il vero e il fantastico, sono rappresentate in una dimensione simultanea e descrivono le stesse vicende da più punti di vista contemporaneamente. La fede ingenua di quei bambini li porta al massacro e, oggi, quel mare che fu protagonista di quella storia è ugualmente al centro di un massacro di innocenti. E bambini schiavizzati, mandati al massacro, tornano prepotentemente all’attenzione con i bambini kamikaze.