La donna di pietra di Winifred Wolfe

Alla fine degli anni Cinquanta, un quarto degli americani viveva in condizioni di povertà. Era un’epoca di sogni in un Paese sospeso tra la guerra fredda e l’ottimismo di un benessere per tutti. Winifred Wolfe era poco più che ventenne, nata nel 1928 a Boston, e già popolare e famosa come scrittrice di soap opera radiofoniche e televisive di grande successo. È stata un’autrice attenta e sensibile al mondo femminile e al suo ruolo nella società. Ha scritto numerosi romanzi con protagoniste donne impegnate ad affermare, nel loro tempo, la propria identità, e molti dei suoi libri sono divenuti film di successo.

Siamo in una cittadina della provincia americana e Lena, la protagonista de “La donna di pietra”, trascorre le sue giornate nel prendersi cura della casa, dei suoi due figli Polly e Hank, e del marito giornalista Fred. Avevano iniziato insieme ad occuparsi di cronaca, senza mezzi, senza aiuti, solo con la loro passione. Un piccolo scrittoio e una vecchia macchina da scrivere ed ora il giornale aveva una sua sede, diversi cronisti e diveniva sempre di più un punto di riferimento giornaliero per chiunque vivesse nella cittadina. Lena era felice della sua scelta, amava ciò che faceva e il matrimonio era stato il suo rifugio nel quale, ne era convinta, una donna poteva sentirsi realizzata. A differenza di sua sorella Kitty, che non ne voleva sentir parlare e che per nulla al mondo avrebbe lasciato il suo lavoro in televisione proprio ora che le vendite commerciali davano i loro frutti.
Nella cittadina quieta e laboriosa, sotto una pioggia fitta e incessante, una sera sul finire dell’estate un uomo alto e robusto, con una camicia a quadrettoni e una grossa fibbia d’argento alla cintura, suonò alla sua porta. Il suo nome era John Mac Curdy ed era in città, a Lynfield, in cerca della casa ricevuta in eredità da uno zio. Si scoprirà che è un’artista eccentrico, un uomo seducente e misterioso, dai modi scorbutici al limite della maleducazione.
La vita appagante e tranquilla di Lena verrà messa a dura prova dopo quell’incontro. Una serie di circostanze la condurranno da Mac, nel suo fienile studio dove lavorava ininterrottamente e dove guarderà ammirata le sue sculture.

“Era un mondo che sembrava esistere su un altro piano”.

Con le sue mani Mac riusciva a far prendere vita alla creta e al marmo, come la statua di pietra dalle fattezze di donna, e con il tempo l’anima di Lena.

“La donna di pietra aveva proteso le sue braccia fuori dalla roccia, cercando di raggiungere una libertà che non poteva afferrare”.

Lena lascerà spesso il fienile, così come era entrata, scivolando fuori senza disturbare l’artista e il suo lavoro. L’estate stava terminando e il paesaggio intorno le offriva colori dall’oro antico al ruggine che le mozzavano il fiato. Cosa le stava capitando? Sensazioni nuove, il cuore che batterà a mille, il respiro che sembrerà fermarsi. Quell’estraneo giunto per caso nella sua vita pare possederne i pensieri e l’anima, le gioie e i dolori. Cosa succederà a Lena e alla moglie, madre e sorella che era stata in passato?

Un delicato e intenso romanzo “La donna di pietra”, con personaggi semplici e autentici che a noi lettrici fa respirare un po’ di quell’atmosfera, a tratti romantica e frivola, degli anni Cinquanta, capelli cotonati e gonne ampie a ruota. Ci si appassiona alla storia di Lena, una donna che dovrà scegliere da una parte la famiglia, la sicurezza, il calore, e dall’altra la libertà, la passione, la solitudine. La storia di una donna che ha lottato per se stessa, come la storia di tante altre donne nel passato, e questo spiega perché Winifred Wolfe sia stata tanto amata: era una donna intraprendente, progressista e soprattutto irriverente.