La figlia dei ricordi
- Autore: Sarah McCoy
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2013
“Del Natale in Germania ricordo la scarsità di cibo. Mio padre che cercava di mandare avanti la panetteria. Il freddo così intenso che si poteva anche morire congelati. Soldati ubriachi in divise di lana”.
All’interno del locale Elsie’s Bäckerei situato al 2032 di Trawood Drive a El Paso nel Texas, Elsie Schmidt Meriwheter, seduta di fronte a Reba Adams, raccontava un Natale di guerra tedesco di oltre sessant’anni prima.
“Famiglie che non potevano riunirsi e segreti che non avevano nulla a che fare con Babbo Natale, le renne o la magia della festa...”.
Che cosa avevano in comune Reba, giornalista del Sun City Magazine, e l’anziana donna che sapeva confezionare svariate qualità di pane come i brezel e i brotchen e dolci deliziosi quali lo strudel o i lebkuchen? Entrambe custodivano nei loro cuori ricordi nostalgici e dolorosi insieme, memorie di un tempo passato che impedivano a Reba di affrontare il presente, mentre per Elsie rappresentavano la guerra e gli occhi di un bambino ebreo.
Nel cuore della cittadina di Garmisch, nel dicembre del 1944, la Schmidt Backerei continuava a sfornare il pane grazie al fatto che a Vati e a Mutti la farina era fornita dai nazisti. La giovane Elsie scriveva alla sorella maggiore Hazel che era entrata a far parte del Progetto Lebensborn (programma ideato dal gerarca nazista Himmler volto a conservare e a preservare la purezza della razza ariana). Proprio la sera della vigilia di Natale durante la Weihnachten, Elsie era stata chiesta in moglie dall’ufficiale Josef Hub che lavorava nel campo di concentramento di Dachau, il quale le aveva donato un anello di fidanzamento nel cui interno vi era una scritta in ebraico: “Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me”. La giovane però non voleva un matrimonio di convenienza, perché Elsie desiderava la vivacità e “l’entusiasmo spumeggiante di Myrna Loy quando aveva chiesto a William Powell di sposarla in Libeled Lady”. Quella stessa sera che avrebbe cambiato la sua esistenza, Elsie aveva deciso d’impulso di salvare la vita a un bambino ebreo, quello stesso visino smunto che poche ore prima aveva cantato durante la festa con la “sua voce purissima, morbida come burro, bella da mozzare il fiato”. Quando Tobias si era nascosto dentro il forno degli Schmidt, era da poco trascorsa la mezzanotte. Era il giorno di Natale. “Ti prego, aiutami”. Anche i ricordi di Reba erano legati a una guerra altrettanto atroce. Suo padre era tornato dal Vietnam ossessionato da tutto ciò che aveva visto e che era stato costretto a compiere. Preda della depressione e dell’alcolismo si era arreso ai suoi fantasmi e si era suicidato. La figlia da allora aveva iniziato a mentire e piano piano la menzogna era sembrata la strada più rapida e diretta per reinventarsi. Bastava raccontare una storia e la sua diventava una famiglia perfetta, il padre un eroe di guerra e non un uomo tormentato. Dalla Virginia Reba si era trasferita all’Ovest credendo in tal modo di poter dimenticare il passato. Invano. Nonostante l’amore di Ricky Chavez, la donna non riusciva a essere felice. Reba doveva ancora scoprire che “la verità era leggera come l’aria”.
La figlia dei ricordi (titolo originale del volume: The Baker’s Daughter) ha subito conquistato i librai indipendenti anche grazie al passaparola ed è riuscito a emozionare i lettori di tutto il mondo catturati da una storia universale, di amore, coraggio e speranza. Un romanzo corale scritto con sensibilità che tocca il cuore e che tra passato e presente sa unire più voci che hanno un segreto da portare alla luce. L’autrice, figlia di un ufficiale dell’esercito americano, che ha trascorso l’infanzia in Germania ed è tornata negli Stati Uniti da adolescente, pone non a caso all’inizio del suo libro un’efficace frase di Mark Twain tratta da Seguendo l’equatore:
“Ognuno di noi è una luna e ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno”.
Due donne s’incontrano in una pasticceria di El Paso e per ciascuna di loro questo magico incontro sarà solo l’inizio. Per i lettori più golosi si consiglia di provare le gustose ricette che si trovano alla fine del romanzo.
“In un mondo in cui tutto sembrava illusorio e in cui nulla era come doveva essere, un pensiero chiaro, limpido, si fece strada in lei: ormai era responsabile del destino di Tobias. Doveva salvarlo”.
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