La finestra del re di polvere
- Autore: Pierdomenico Baccalario, Alice Barberini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Orecchio Acerbo
- Anno di pubblicazione: 2023
Quanta leggerezza, quanta raffinatezza nella Finestra del re di polvere di Pierdomenico Baccalario (Orecchio Acerbo, 2023) che affronta un argomento durissimo: il rastrellamento avvenuto nel 1944 nel ghetto di Lublino.
Nella città occupata dalla dittatura nazista il piccolo Henio Zytomirski non gioca con gli altri bambini, ma stranamente fa amicizia con un coetaneo non ebreo, uno shegetz, che ama passeggiare nel ghetto per imparare un po’ di yiddish.
Henio chiede all’amico di seguirlo, vuole rivelargli un segreto.
A via Czwartek, al numero 25, in cima al palazzo, davanti alla porta della soffitta appare una porta: Henio aveva la chiave, e dentro una stanza piena di oggetti accatastati, impolverati, vecchi, una poltrona, una specie di trono, otto sgabelli, un grammofono. Nella stanza due finestre, da una delle quali si vedeva un panorama sconosciuto, una distesa di tetti, “l’ombelico dei tetti”.
Il ragazzino si impegnò a non rivelare a nessuno l’esistenza di quella stanza così particolare, di cui erano al corrente soltanto dieci bambini. Lui era l’undicesimo. Per gli ebrei servono dieci ragazzi perché una preghiera arrivi a Dio.
Tempo dopo, mentre il ragazzino dormiva a casa con i suoi genitori, fu raggiunto da Henio, che gli chiese trafelato dalla corsa di unirsi a lui: stava scappando.
Malgrado le suppliche, non lo seguì, anche se lui ed Henio si guardarono intensamente negli occhi. Il giorno dopo il ghetto era stato evacuato, ma all’appello erano mancati dieci bambini, tra cui Henio. Nella soffitta dove terrorizzato era tornato, il ragazzino non trovò nessun, solo una finestra aperta, e sulla polvere del vetro con un dito era stata lasciata la firma di Henio.
Nel ghetto svuotato e raso al suolo, solo trecento furono i sopravvissuti, dei quarantamila ebrei che vi erano stati rinchiusi. Il testimone, ora un vecchio, tutta la vita ha collezionato cartoline di tetti, sperando di ritrovare la finestra da cui i dieci amici erano riusciti a sfuggire alla furia nazista: ci spera ancora, anche se non ha mai ritrovato quel luogo mitico.
Le illustrazioni di questo albo La finestra del re di polvere, a opera di Alice Barberini, sono bicrome o al più sfumate, tra il grigio che diventa beige o bianco. Nessun altro colore compare, tranne in tre casi: una svastica rossa, le guance rosate dei bambini, un uccello dal collo arancio, solitario, che sembra appena uscito dalla finestra aperta sul tetto.
L’orrore di quanto viene raccontato è stemperato dal rapporto di profonda amicizia tra i due bambini e dalla fedele presenza del testimone che nel corso dei decenni ha continuato a sperare di ritrovare “Il centro di tutte le soffitte del mondo”.
Un modo fiabesco, quello scelto da Domenico Baccalario, per raccontare il dramma della Polonia occupata, ma non per questo meno efficace.
Molto incisiva anche la grafica, che alterna la dimensione dei caratteri del testo, costringendo il lettore a concentrarsi sui caratteri più piccoli, a fondo pagina, mentre quelli grandi, gridati, Schmoe!, Scappa con me!, sono le parti salienti del racconto.
Realtà e fantasia si alternano, per rendere accettabile ciò che davvero non lo è stato.
La casa editrice Orecchio Acerbo ancora una volta con questo libro si conferma estremamente efficace nel pubblicare storie che affascinano e coinvolgono lettori di ogni età.
La finestra del re di polvere
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La finestra del re di polvere
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