La folle biblioteca di Nonna Huld
- Autore: Thorarinn Leifsson
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2015
“La folle biblioteca di Nonna Huld” (Salani, 2015, titolo originale Bokasafn Ommu Huldar, traduzione di Silvia Cosimini) di Thorarinn Leifsson è il primo romanzo, ambientato nel futuro, pubblicato in Italia dello scrittore e illustratore nato a Reykjavik, il quale nel 2010 ha ricevuto il più importante premio islandese per ragazzi.
A Reykjavik, in un futuro non troppo lontano, l’undicenne Albertina Haraldsdottir dai “capelli lunghi, biondi e lisci” si era trasferita da alcune settimane insieme al padre l’ingegner Haraldur Guojònsson “allampanato con i capelli brizzolati” e la madre Anna Stina in un appartamento sito nel nuovo complesso residenziale, un condominio di dieci piani, con sei appartamenti ogni piano, vicino al porto, chiamato la Gabbia Dorata perché da lontano sembrava un enorme scheletro. La bambina rimpiangeva la sua vecchia abitazione (“cercò di immaginarsi nel giardino della casa di Sòltùn”) perché ad Albertina non piaceva vivere in una casa anonima e senza anima dove alle pareti “schermi piatti incassati trasmettevano spot pubblicitari a ciclo continuo”. Da un’ampia vetrata, dal pavimento fino al soffitto, che correva lungo la parete esterna, Albertina poteva scorgere strade sopraelevate e centri commerciali vuoti. Pochi giorni prima del loro trasferimento, Soli, l’amato fratello della bambina, era scomparso da un giorno all’altro senza salutare la sorella. Il papà le aveva raccontato una banale scusa ma Albertina aveva capito che stava mentendo. Il primo giorno di scuola per la giovane studentessa era stato difficile.
“L’istituto Cimici faceva onore al suo nome”.
Era, infatti, un lungo edificio disadorno di mattoni grigi a un solo piano, dai pavimenti appiccicosi e unti. L’insegnante era brutto e antipatico, “uno spilungone con i capelli rasta e il naso aquilino”, dalla voce e dagli occhi gelidi. Anche in questa scuola s’insegnava tramite “l’inculcatore”: un apparecchio il quale, attraverso emissioni sonore ad alta frequenza, agiva sulle aree celebrali dei ragazzi stimolando la loro capacità di apprendimento. L’unico studente simpatico era Valli Virus, capelli biondo platino appiccicosi e sporchi, con il quale la ragazzina aveva fatto subito amicizia.
In un pazzo regime in cui la lettura era considerata fortemente dannosa, Albertina, pur di saziare la sua mente avida di parole, leggeva i flaconi di detersivo, shampoo e di sapone per le mani. La studentessa da quando aveva memoria era sempre stata affascinata dalle lettere dell’alfabeto. Anche se intorno a lei non c’erano libri né riviste, la bambina aveva imparato a leggere. L’arrivo della vulcanica e piena di risorse bisnonna Huld, vestita di nero e dai capelli dritti in testa come antenne, e della sua immensa biblioteca, avrebbe coinvolto Albertina e i suoi compagni di scuola in una memorabile avventura.
L’autore islandese Thorarinn Leifsson, già illustratore e web designer, ha dichiarato in una recente intervista che l’ispirazione per scrivere il libro gli era venuta quando nel 2008 le banche del suo paese stavano fallendo. Da qui Leifsson ha iniziato a provare una forte avversione verso il materialismo della società islandese. Per questo lo scrittore ha voluto descrivere, per i lettori più giovani, una comunità alienata, dove regna il dio denaro e l’umanità è costretta a condurre una vita triste e vuota senza più valori, nella quale l’unico obiettivo è la crescita economica e accumulare sempre più soldi. Leggendo il volume viene spontaneo domandarsi che collettività può essere quella in cui si è perso interesse per i libri. Fortunatamente, in questa occasione il mondo sarà salvato dai ragazzini.
“Alcuni libri vanno mangiati in fretta, altri devono essere inghiottiti interi, infine ci sono quelli che devono essere masticati ben bene e digeriti lentamente. Ma tutti vivono con te”.
La folle biblioteca di nonna Huld
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Questo libro ha un messaggio molto importante ( l’ importanza della cultura ed è per questo che mi è piaciuto