La formazione culturale di Antonio Gramsci 1910- 1918
- Autore: Michele Marseglia
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2010
- Libro vincitore del XI Premio Letterario Antonio Gramsci, sezione Saggi
Nel solco della rinascita dell’interesse per gli studi gramsciani va inserito il saggio di Michele Marseglia La formazione culturale di Antonio Gramsci 1910- 1918, opera notevole che, pur nella sua essenzialità e brevità getta uno sguardo su quel periodo delicato e fondamentale in cui si formarono le basi del pensiero non solo culturale, ma più nello specifico filosofico e politico del celebre pensatore di Ales. Ricostruire la genesi e gli sviluppi del pensiero gramsciano si preannuncia un’ impresa complessa se non titanica ma Marseglia con una lucidità di pensiero e una precisione concettuale di prim’ordine si addentra nella materia e la padroneggia con l’onestà intellettuale dello studioso e nello stesso tempo la vivacità dell’appassionato, non a caso il saggio è risultato vincitore alla XI edizione del prestigioso premio Gramsci conferitogli dall’ Associazione Casa Natale Gramsci.
Filologicamente ineccepibile, il testo di Marseglia, attraverso l’analisi critica e comparativa delle fonti e la correttezza delle metodologie di indagine giunge ad un livello di analisi così accurato e chiaro da essere comprensibile a tutti pure a coloro che si avvicinano per la prima volta allo studio di queste tematiche. Il saggio si divide in tre capitoli: Gramsci e il sardismo, il garzonato universitario e Gramsci tra positivismo, idealismo e marxismo. Con chiarezza espressiva e una trattazione completa e approfondita inizia ad analizzare la formazione scolastica di Gramsci al liceo Dettori di Cagliari e i suoi primi scritti tra cui il bel saggio scolastico intitolato Oppressi e oppressori in cui è già evidente la precisa dirittura politica del giovane Gramscie le sue componenti civili e morali. Già in quest’opera inesperta e per molti tratti ingenua sono visibili le caratteristiche di originalità e di interpretazione critica e soggettiva che pongono lo studio ben al di sopra di un semplice scritto scolastico. Certamente bisogna aspettare il periodo universitario torinese per trovare le prime espressioni complete del pensiero gramsciano della sua formazione, ma già nel periodo sardo sono presenti quei germi e quelle radici che caratterizzeranno tutto il suo pensiero successivo. Marseglia analizza e compara tutti gli scritti giovanili e con intuizioni decisamente originali apre nuove ipotesi di studio e getta una nuova luce su quelle problematiche a lungo trascurate o del tutto ignorate. Interessante è il risalto che l’autore da all’influenza di Salvemini nella formazione culturale e politica del giovane Gramsci e al suo avvicinarsi al socialismo “contadino” e alla sua interpretazione della questione meridionale. Questa ultima tematica è strettamente legata al sardismo di Gramsci ovvero a quel preciso stato d’animo “intriso di patriottismo locale e di risentimento polemico contro i continentali” che lo porterà a intraprendere una vera e propria lotta contro il governo centrale per difendere gli interessi e l’indipendenza della sua isola.
Durante il periodo universitario, il fermento intellettuale, la vicinanza con illustri professori capaci di grande erudizione ma anche di trasmettere un più vivido insegnamento umano, tutto contribuisce a spingere Gramsci ad intraprendere un serio studio delle condizioni economiche, sociali e politiche del suo periodo.
Si appassionerà per esempio alla glottologia, farà il suo esordio nel giornalismo scrivendo sul Corriere Universitario, verrà influenzato dall’idealismo e infine si avvicinerà a Marx. L’intransigenza morale, la curiosità intellettuale e lo spirito critico che accompagnano Gramsci sin dagli anni giovanili sono le fondamenta stesse del suo pensiero a capendo questo si potrà fare poi meglio comprendere gli scritti dell’età matura.
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