La grande fuga
- Autore: Ulf Stark
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2020
I libri raccontano molto della vita delle persone e spesso anche dei loro autori. Per questo essi rappresentano una vivida testimonianza della personalità di uno scrittore quando egli ci lascia.
La grande fuga (Iperborea, I miniborei, 2020, trad. di Laura Cangemi) è un romanzo pubblicato postumo dello svedese Ulf Stark, famoso per i suoi libri dedicati soprattutto ai bambini e ai ragazzi. È anche l’ultimo libro scritto da questo bravissimo scrittore.
Può senza dubbio essere considerato, non soltanto per ragioni cronologiche, una sorta di testamento spirituale di Ulf Stark. In esso infatti troviamo tanti dei temi più cari a questo autore: dal confronto generazionale tra bambini e adulti, il desiderio di libertà e di vivere la propria vita lontano da schemi precostituiti, le domande esistenziali e gli aspetti spirituali della vita umana, la solitudine che l’uomo contemporaneo sperimenta nella sua vita a qualsiasi età, la difficoltà di comunicazione presente a volte tra le persone, l’amore per la vita, solo per citarne alcuni.
Protagonista di questa storia, come di molte altre, è Ulf, il suo alter ego, che non lo è poi più di tanto, dato il riferimento, forse in questo romanzo breve ancora più esplicito che in altri libri, all’infanzia dell’autore, un bambino vivace, a volte un po’ ribelle, curioso, ma intelligente, determinato e molto sensibile.
In questa storia non si fa riferimento al fratello Janne, presente spesso in molti altri libri, ma solo ai suoi genitori e a suo nonno paterno, tanto da ipotizzare che Ulf sia figlio unico, anche se l’autore non lo dichiara apertamente.
Nonno Gottfrid, che torna coprotagonista di questa storia come lo era stato già in Ulf, il bambino grintoso è un uomo ormai anziano, stanco, il suo cuore è ingrossato e per questo vive in ospedale per essere tenuto sotto controllo e sottoposto a tutte le cure necessarie,dato che non è più del tutto autonomo nei movimenti. Suo figlio, il padre di Ulf, non ha voluto tenerlo con sé o metterlo in una casa di riposo situata proprio a pochi passi dalla sua abitazione, perché egli non lo sopporta a causa del suo carattere burbero, sempre incline a lamentarsi di ogni cosa e a fare continue richieste, a dire parolacce e a imprecare, cosa che non vuole assolutamente che Ulf impari a fare.
A Ulf, che invece va molto d’accordo con suo nonno, il padre racconta una serie di scuse per giustificare il fatto che debba stare in ospedale, ma è evidente che non desidera averlo vicino, tanto è vero che lo va a trovare di rado.
Ulf però è intelligente, ha capito come stanno le cose e cerca di andare a trovare da solo suo nonno il più spesso possibile, nei momenti di tempo libero dagli impegni scolastici e dagli allenamenti con la sua squadra di calcio. Ha imparato persino la strada a memoria e nonostante sia ancora abbastanza piccolo, percorre da solo il tragitto in parte in metropolitana, per un altro in autobus e per un un ultimo tratto a piedi senza timore o difficoltà, in perfetta autonomia, ma informando di solito i suoi genitori di tali visite.
La storia si apre proprio con una di esse,descritte in modo meraviglioso,tanto da creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente fin dalle prime righe e riuscendo a far empatizzare il lettore con il piccolo protagonista. Memorabile la descrizione del paesaggio circostante nei dettagli che Ulf ammira nel suo spostamento,come la presenza di una chiesa su di una collinetta,punto di riferimento per capire a quale fermata dell’autobus scendere nel secondo tratto del percorso che lo porta da suo nonno. Interessante è anche il fatto che, a differenza in pratica di tutti gli altri romanzi di Ulf Stark, il piccolo protagonista è di fatto l’unico bambino presente, gli altri personaggi con cui egli entra in contatto sono in pratica tutti adulti, a parte il riferimento, peraltro appena accennato ai suoi compagni di classe e della squadra di calcio,che non assumono però un ruolo di personaggi, ma di timide comparse.
L’aspetto sorprendente della storia è che Ulf riesce, nonostante la differenza d’età, a relazionarsi con tutti con facilità e in modo positivo, grazie alla sua maturità, alla sua generosità e al suo altruismo, che lo rende un bambino speciale e capace di farsi benvolere da tutti.
L’unica figura adulta con la quale ha un rapporto conflittuale è suo padre,che ha un carattere opposto al suo e a quello di suo nonno, perché non manifesta in modo aperto le sue emozioni e i suoi sentimenti, è severo, non sopporta le bugie e parla poco, sempre preso dal lavoro, dalla lettura del giornale e dai suoi cruciverba, suo passatempo preferito. Ulf invece è pur sempre un bambino, ha voglia di giocare, di divertirsi, ha molta fantasia, ama leggere, non è molto incline a rispettare sempre le regole e a volte dice bugie.
Proprio in occasione della visita a suo nonno che apre la vicenda, egli progetta insieme a lui una fuga dall’ospedale. Nonno Gottfrid, con cui Ulf ha in comune il nome di battesimo, anche se per l’esattezza è il secondo del piccolo protagonista, stanco e malato e oltretutto rimasto vedovo già da alcuni anni,teme di non poter più vedere la casa sul mare situata su di una piccola isola nei pressi di Stoccolma che lui stesso ha costruito e sulla quale ha vissuto con sua moglie quand’era ancora viva. Ulf, che vuole soddisfare questo desiderio del nonno, forse l’ultimo della sua vita, si fa convincere da lui a organizzare in segreto un piano per recarsi sull’isola alla vecchia casa.
Decidono insieme con la complicità di Adam, detto “Ronny”, un fornaio che lavora vicino a casa di Ulf e che ha molta simpatia per il bambino, di far credere al personale dell’ospedale che il nonno vada a trascorrere qualche giorno a casa di suo figlio per stare un po’ con lui; mentre ai genitori di Ulf che il bambino vada in ritiro per una giornata intera con la sua squadra di calcio per un torneo. Il personale medico acconsente a rilasciare il permesso, Ulf convince i suoi, si fa dare dei soldi e fa preparare delle cose da mangiare alla manma,tra cui delle polpettine di carne di cui il nonno è molto ghiotto.
Nel giorno stabilito Ronny telefona all’ospedale fingendo di essere il padre di Ulf, ma dicendo che a causa di un contrattempo, saranno un cugino,che nessuno conosce in modo da evitare possibili sospetti,e Ulf a venire a prendere il nonno.In seguito si traveste per fare credere di essere l’allenatore di calcio e fa da autista a nonno e nipotino con un pullmino che riesce a recuperare nell’officina dove si svolge un secondo lavoro e il gioco è fatto.
La fuga può avere inizio! Nonostante alcune peripezie dovute alla difficoltà del viaggio al quale Ronny non partecipa,promettendo di tornare a riprendere i due fuggiaschi come stabilito, Ulf e suo nonno riescono a cavarsela prima sul vecchio vaporetto che li trasporta all’isola, poi lungo la salita detta delle "Montagne Rocciose" a causa della sua ripidità e infine in casa nel preparare il pranzo e le altre incombenze domestiche. Proprio in occasione del pranzo nonno Gottfrid incarica di prendere dal magazzino un barattolo di una composta di mirtilli rimasta a lungo nascosta, preparata da sua moglie con le sue mani. Questa composta di mirtilli diventa una sorta di simbolo all’interno della storia di tutto quelle cose fatte a mano con amore da una persona,che diventano in un certo senso una parte stessa della persona, secondo quanto dice nonno Gottfried a suo nipote Ulf, che fa suo questo prezioso insegnamento.
Davvero belli i dialoghi tra nonno e nipote,che costituiscono una delle parti più significative e intense della storia. Diverse sono le frasi su cui soffermarsi, alcune delle quali sono riflessioni del bambino quando si trova da solo come ad esempio:
"Che c’è di male nel dire le bugie, quando fanno felici tutti?"
Altre presenti nei dialoghi tra Ulf e nonno Gottfrid, come quella che il piccolo protagonista gli rivolge:
"Si può amare una persona anche quando è morta?"
O ancora quella pronunciata dal nonno:
A volte dire le bugie è l’unico modo per essere davvero sinceri.
Esse confermano la profondità della riflessione dell’autore all’interno di questa storia, che solo in apparenza è rivolta ai bambini.
La parte in assoluto migliore della storia è però quella finale, da non svelare del tutto,ma della quale ci si può limitare ad anticipare che contiene una sorta di "testimonianza" che Ulf riesce a raccogliere tramite un articolo di giornale che riporta il racconto di un’esperienza di un uomo uscito dal coma sul mistero dell’aldilà e che il bambino decide di mostrare a suo nonno per rassicurarlo sull’esistenza di un’altra vita dove egli spera di poter rivedere la sua compianta moglie,la nonna di Ulf.
Un finale commovente e di rara bellezza per le suggestive immagini che vengono evocate.
Davvero interessante e meriterebbe una lunga riflessione ll pensiero relativo alla vita dopo la morte dell’autore,il quale non si pronuncia in modo chiaro su di essa e rimane sospesa tra la possibilità dell’esistenza del paradiso come nella visione cristiana e il dubbio che non esiste nulla, ma con rimandi anche a una concezione spirituale nella quale c’è una dimensione nuova nella quale la morte è ipotizzata come un passaggio e non come la fine di tutto. Insomma dimostra di credere in qualcosa, ci invita ad abbracciare una dimensione spirituale dell’esistenza ma anche la sua complessità,che sottintende l’impossibilità per l’essere umano di comprendere fino in fondo il mistero della vita e della morte e di provare l’esistenza o meno dell’aldilà.
Proprio l’incredibile forza spirituale che Ulf Stark sa conferire al romanzo, con richiami altri suoi straordinari libri come Una stella di nome Ajax e soprattutto Sai fischiare Johanna?, rendono quest’opera davvero eccezionale.
In essa infatti fa convergere gran parte degli elementi di maggior forza espressiva degli altri suoi libri, donando alla narrazione un carattere illuminante, evocativa e commovente che rendono questa storia assolutamente adatta anche ad un pubblico adulto.
La chiarezza espositiva tipica dei libri per ragazzi,la caratterizzazione ottima dei personaggi pur nei pochi tratti fisici e psicologici narrati e la capacità di emozionare con dialoghi,riflessioni e eventi spassosi rendono questa opera un vero capolavoro della letteratura per l’infanzia. Nulla viene lasciato al caso,pur nell’essenzialità di questa storia che racchiude e completa in maniera sorprendente, pura e meravigliosa l’intera produzione di Ulf Stark.
La grande fuga, titolo originale dell’opera Rymlingarna (letteralmente "I fuggitivi") è stato pubblicato in Svezia nel 2018 e in Italia nel 2020 da Iperborea nella collana I miniborei, come in pratica tutti i libri attualmente in catalogo di Ulf Stark, con la sempre ottima traduzione di Laura Cangemi e le illustrazioni di Kitty Crowther,illustratrice anglo-svedese.
Questo libro è stato finalista al celebre premio letterario svedese August, in Svezia ha venduto circa 25.000 copie ed è stato tradotto a oggi in quindici nazioni.
Ulf Stark (1944- 2017) nato a Stureby sobborgo di Stoccolma e scomparso nella stessa capitale svedese, è certamente un grande della letteratura per l’infanzia e per ragazzi.
Ancora troppo poco conosciuto e apprezzato in Italia, è un autore tra i pochissimi nel panorama letterario contemporaneo ad averne saputo coniugare le esigenze del pubblico dei giovanissimi lettori e di quello degli adulti, attraverso temi di carattere universale, dopo di infantile e di semplicistico non c’è traccia,ma solo la scelta di registro linguistico più adatto ai bambini, ma con continui spunti e richiami ai grandi per cercare di sensibilizzarli su tante questioni di grande importanza ancora aperte e dibattute.
Ci ha lasciato forse leggermente presto questo grande scrittore svedese, ma ci resta una grande eredità attraverso i suoi ottimi libri che forse anche un maggior numero di adulti dovrebbero cominciare a leggere per imparare a capire meglio quale sia lo spirito giusto con il quale vivere la propria esistenza.
Tra i suoi molti titoli da ricordare e apprezzare La grande fuga resta probabilmente sia pur di poco il suo gioiello più grande, che illumina con la sua capacità di emozionare i lettori di ogni età, riflettere, commuovere ma anche regalare un sorriso e donare speranza in questa vita e anche nell’altra, di cui umilmente dichiara di non sapere se esista.
Il suo anelito verso il bello, il meraviglioso e l’infinito rendono straordinaria l’esperienza di lettura di questo suo capolavoro.
La grande fuga
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