La guerra del lupo
- Autore: Bernard Cornwell
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2020
Lord Uhtred ha realizzato il suo sogno, è a Bebbanburgh, ha strappato al cugino la fortezza paterna che lo zio gli aveva rubato. Ha 60 anni e si considera un vecchio, sebbene la moglie Eadith glielo contesti. È un aldermanno della Northumbria e non vorrebbe curarsi di quello che accade nel centro della Bretagna, eppure è in armi e cotta di maglia alla testa di oltre novanta dei suoi uomini, nel romanzo di Bernard Cornwell La guerra del lupo, undicesimo della fortunata saga dei re sassoni e del loro primo cavaliere, pubblicato a ottobre da Longanesi (416 pagine) con la traduzione di Paola Merla, un anno dopo il titolo precedente della serie, Un trono in fiamme, chiuso con la sospirata riconquista dell’imprendibile castello sulla costa orientale della Gran Bretagna di fine IX secolo.
I romanzi della saga di Uhtred? Sempre uguali e comunque sempre nuovi, è il segreto del settantaseienne scrittore londinese.
Aethelflaed, figlia di re Alfredo, è morta. Il fratello Edoardo ha accorpato la Mercia della regina al suo Wessex e si fa chiamare re degli Angli e dei Sassoni. Ha convocato Uhtred, che non ha ubbidito, tanto da rimetterci il patrimonio merciano per non essere andato a giurare fedeltà al sovrano. Le terre sono state assegnate al vescovo Wulfheard, un suo nemico, ma poco male: non intendeva mettere piede a Sud. Com’è però nella sua natura, segue il destino ma anche l’istinto e ora è davanti a Caester assediata. I capelli saranno pure ingrigiti, ma non è affatto debole. È andato a liberare gli assediati, Sassoni cristiani fedeli a Edoardo, dagli assedianti, Sassoni cristiani ribelli. È una follia combattere per il re e contro i sostenitori di Aethleflaed, ma Uhtred non tradisce mai un giuramento e il fato segue spesso percorsi incomprensibili per gli uomini.
Il fato, ma questa volta soprattutto le menzogne di un sedicente frate Osric, precipitatosi a Bebbanburg a invocare aiuto. I difensori non sono affatto un centinaio, ma tre volte di più, possono contare su viveri abbondanti e sono ben guidati da Aethelstan, figlio di Edoardo. Sicché, gli hanno fatto attraversare mezza Britannia per portare soccorso a un principe che non necessita di nessun aiuto. Qualcuno ha voluto attirarlo in Mercia e ora sa di avere un nuovo nemico, da aggiungere ai tanti.
Si tratta di Skoll, un capo norreno pagano, respinto dai combattivi irlandesi ma molto ambizioso. È un grande re, dicono i suoi, un “guerriero lupo”, con al seguito un mago estremamente potente, Snorri, che trasforma gli uomini in ghiaccio.
Cornwell conferma la maestria nel descrivere con pochi periodi scanditi la presa di un borgo fortificato, difeso dai guerrieri norreni dello jarl Arnborg. Ma dalla vittoria a un cubo presagio di sorte avversa è un attimo, nelle vicende del grande lord sassone di cultura e religione danesi (vichinghe). Il capriccio mutevole degli dei è pronto a punirlo, avverte un peso, cerca un segno favorevole che non arriva, si sente soggetto ad una maledizione.
Le divinità pagane si divertono con gli uomini, sono buone con loro non più di quanto i bambini non lo siano coi giocattoli. È così che la pensa il signore di Bebbanburg, allontanato con l’inganno dal suo castello: un attimo prima godi del favore degli dei, un momento dopo ti sono contrari.
Nel borgo strappato alla fiera Eerika (ci sono sempre donne molto combattive nei romanzi di Cornwell), Uhtred ritrova il monaco della falsa ambasceria. Basta qualche minaccia per accertare che si tratta di un religioso autentico, sia pure con un altro nome, fuorviato dalla passione per una giovane e ricattato dai Norreni, che l’avevano trattenuta in ostaggio.
Non sono dei cattivi soggetti padre Beardwulf e Wynflaed lo Scricciolo. Seguiranno Uhtred, che apprende da loro i pericoli anche per il re della Northumbria, il genero Sigtryggr, un condottiero danese che ha sposato la figlia Siorra e crede nell’unione tra pagani e Sassoni.
Non ci sarebbe da aspettarsi un attacco in inverno, la stagione non è adatta a operazioni impegnative sul campo, ma Grimmarson e i suoi sono guerrieri lupo, si cospargono il corpo di un unguento che li rende animaleschi e la bestia entra in loro prima del combattimento, che affrontano ululando, correndo, saltando, uccidendo come un lupo. Skoll, che non si nasconde certo indossando un raro e vistoso mantello di pelle d’orso bianco, incarna lo spirito del lupo più potente, Fenrir, che nelle saghe del Nord ucciderà perfino il dio degli dei, Odino, nel Ragnarok che porrà fine al mondo.
Il simbolo di Uhtred è da sempre una testa di lupo. Solo un lupo può uccidere un super guerriero lupo, ma gli dei da che parte saranno? E l’orribile stregone cieco Snorri di cosa sarà capace? Chi conosce Cornwell e la lunga saga del lord della Northumbria sa che una battaglia sbagliata nel posto sbagliato attende Uhtred, l’amico irlandese Finan e i compagni di tanti scontri.
Partono sempre con la prospettiva di una sconfitta, davanti anemici superiori in numero e in tutto, ma affrontano coraggiosamente il destino, pronti alla morte, purché avvenga con la spada impugnata, perché solo così saranno ammessi all’eterno banchetto nel Valhalla, con gli dei e gli eroi, dopo la vita.
Ancora una volta, Uhtred fissa le schiere avversarie e sfiora il martello di Thor, che porta appeso sul petto.
La guerra del lupo. Le storie dei re sassoni
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