La spada dei re
- Autore: Bernard Cornwell
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Longanesi
- Anno di pubblicazione: 2021
Nei romanzi di Bernard Cornwell non si è mai visto un re senza una spada in mano o impugnata dai suoi cavalieri. E non si può pensare a un’Inghilterra del Mille senza il suo lord per eccellenza, Uhtred di Bebbanburg. Ricco di pregi e difetti, legato da giuramento ai sovrani del Wessex, condivide i natali sassoni con l’educazione danese e unisce le culture britanna e vichinga, pagano fino all’estremo nell’area superstiziosamente cristiana dell’Inghilterra. Chi non lo conosce - e non sa cos’ha perso finora - può incontrarlo tra le pagine del nuovo romanzo storico avventuroso, La spada dei re, pubblicato da Longanesi a ottobre (2021, 408 pagine), nella traduzione dall’inglese di Paola Merla, dodicesimo titolo delle cronache dei re sassoni, saga epica del grandissimo scrittore britannico di storie di storia.
Qualcuno non conosce Cornwell l’ex giornalista per la BBC e Thames Television? Avrà probabilmente sentito se non letto di Richard Sharpe, eroe inglese delle guerre in India e napoleoniche, tra la fine del 1700 e i primi quindici anni del 1800. È proprio Bernard il papà del fuciliere asceso dai ranghi più bassi fino al grado di tenente colonnello a Waterloo, nell’esercito del duca di Wellington.
A Cornwell si devono, inoltre, un’avvincente saga del Graal, la serie di Excalibur (l’eroe è Derfel Cadarn) e altri ottimi romanzi storici. È noto anche perché i suoi protagonisti seriali si prestano ad adattamenti cinematografici e fiction per il piccolo schermo. La BBC ha prodotto fin dal 1993 sedici telefilm con le avventure di Sharpe (purtroppo mai doppiati in italiano), interpretati da un carismatico Sean Bean. Dal 2014 sta avendo successo di pubblico la serie dedicata a Uhtred, molto fedele al personaggio letterario e alle vicende raccontate nei romanzi della saga. È stato conservato il titolo inglese anche nella serie in italiano, The last kingdom, sono già in circolazione trentasei episodi complessivi, delle quattro stagioni andate in onda sui canali satellitari e si annuncia la quinta.
Per chi lo apprezza, Uhtred è una presenza familiare, rassicurante, un uomo nato per combattere, pieno di sfaccettature, con qualche durezza (è cocciuto e fatalista, ad esempio), ma le doti prevalgono sui pochi aspetti negativi, tanto dell’eroe descritto nelle pagine che del cavaliere televisivo interpretato da un affascinante e perfetto Alexander Dreymon, attore e modello tedesco.
I romanzi possono essere letti indipendentemente uno dall’altro, ma è più facile trovare collezionisti appassionati dell’intera serie (acquisto singolo o collezione sono del resto tra i segreti del successo commerciale di questi prodotti editoriali). Certo, se non si rispetta la sequenza temporale può capitare di seguire prima un signore di Bebbanburgh già ingrigito e poi ancora giovane o si può incontrare qualcuno dei tanti compagni, compagne, comprimari, avversari e nemici, prima morto poi di nuovo vivo, vegeto e magari cospirante. Il suggerimento è di consultare prima le bibliografie che abbondano online e indicano l’ordine di uscita dei romanzi. Ci limitiamo a ricordare che il primo titolo è stato L’ultimo re (Longanesi, 2006) e il più recente La guerra del lupo (Longanesi, 2020).
Per venire alle vicende nel nuovo: da un anno Uhtred gode con la moglie Eadith e gli amici fidati la “pace scozzese” che i pur bellicosi confinanti gli concedono. Ha finalmente strappato la fortezza natia di Bebbanburgh al condottiero danese Skoll, che la considerava inaccessibile. Come tutti, del resto. Ma lord Uhtred ha fatto di quella riconquista in Northumbria lo scopo della sua vita.
Non è che si possa considerare una quiete assoluta. I norreni continuano le scorrerie sulle coste, approdando all’improvviso con i loro drekar, le navi-drago, con una testa di mostro arcuata a prua. Ma nessuno si fa chiamare re, come aveva preteso Skoll e nessuno varca le alture per disturbare i pascoli di Bebbanburgh.
Quanto agli scozzesi di Costantin di Alba, sono in guerra con i danesi di re Owain e finchè non avranno liquidato la questione preferiscono trascurare la Northumbria. Si limitano a razzie selvagge di bestiame, alle quali Uhtred risponde razziando le vallate scozzesi e portando via lo stesso numero di animali. Sicchè sarebbe perfettamente inutile fare incursioni, ma bisogna pur sempre insegnare ai giovani l’arte della guerra, anche in tempo di pace.
Ma Cornwell non lascia oziare Uhtred a lungo. Nelle prime pagine, lo spinge a una battaglia in mare: “muro di scudi” anche a bordo delle navi a vela e remi di allora.
Sebbene il signore di Bebbanburgh sia ancora un capo temuto, i nemici sono tanti, perfino tra quella che dovrebbe essere la sua gente. Altri scontri e pericoli, altre prove disperate attendono il cavaliere con l’elmo a testa di lupo. Ha prestato giuramento al re e le promesse solenni si mantengono. Edoardo, sovrano di Wessex, Mercia e Anglia si proclamava re degli Angli e dei Sassoni. Era stato malato, si era ripreso, è ricaduto, poi sono corse voci che fosse in agonia e quando è morto, Uhtred ha giurato di uccidere due uomini, pur non sapendo come fare a tenere fede all’impegno.
Dovrebbe inoltrarsi nel Wessex per adempiere al voto, ma lì è considerato un pagano senza dio, Uhtred il Malvagio. Questo gli lascia tre scelte: invadere con un piccolo esercito, che verrebbe battuto; entrare con un pugno d’uomini, a rischio d’essere scoperto; lasciar perdere, infrangendo il giuramento. Morto, disonorato o spergiuro: le solite opzioni impossibili per il nostro lord plurivittorioso...
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