La libraia di Orvieto
- Autore: Valentina Pattavina
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fanucci
- Anno di pubblicazione: 2010
Molto coraggiosa l’autrice di questo libro, il suo primo romanzo, che mette nel titolo la parola “libraia”… Dopo librai di Kabul, di Belgrado, di Selinunte, di Amsterdam, di Archangelsk, protagonisti di altrettanti romanzi di successo, ecco la Libraia della provincia italiana, Orvieto, la città nota per il suo bellissimo duomo, per il Pozzo di San Patrizio, per i suoi vini….e ora anche per questa storia molto originale.
Matilde, una quarantenne single, in fuga da un passato di cui non dice, lascia Roma per stabilirsi ad Orvieto. Il suo sogno è lavorare in una libreria e avere una casa tutta per sé. Riesce, in breve tempo, a stabilire un rapporto di affettuosa vicinanza con un anziano professore un po’ demodé, Sergio Paolini, titolare dell’unica libreria della cittadina, che gestisce da solo. Matilde si rende utilissima in libreria e presto Paolini non può farne a meno, includendola nel giro delle sue relazioni: Michele, il nipote giornalista, reduce da un periodo lungo trascorso fuori; Giorgina, una bizzarra medium di cui il libraio sembra subire il fascino e che offre la sua casa a Matilde; e infine un gruppo di vecchi amici, gli erboristi Adelina e Filippo, due anziane zitelle che ricamano corredi, un venditore di souvenir….
La vita apparentemente sonnolenta nelle strade di Orvieto nasconde in realtà un mistero irrisolto: dieci anni prima uno straniero era stato trovato impiccato al ramo di una grande quercia poco fuori città, ma nessuno lo aveva riconosciuto o reclamato, tanto che il caso era stato archiviato come presunto suicidio. Michele, in cerca di un incarico nel giornale locale, pensa di indagare su quel mistero irrisolto e chiede aiuto a Matilde, con cui si è subito creata una corrente di simpatia. I due improvvisati e un po’ goffi detective cominciano la loro indagine, consentendo alla scrittrice di raccontarci uno spaccato sociale della provincia italiana molto acuto e interessante. I misteri che aleggiano intorno ad innocui personaggi ci rivelano un piccolo mondo da cui la contemporaneità sembra assente: non si sente la onnipresente televisione, non c’è cinema o discoteca nei silenziosi vicoli di Orvieto, che Matilde percorre in bicicletta. I turisti che affollano di giorno la cittadina la sera scompaiono, mentre i personaggi del romanzo si riuniscono a cena, sempre gli stessi convitati, sempre gli stessi manicaretti, per poi concludere la serata giocando a carte. Il tempo sembra essersi fermato nella libreria antiquaria dove gli acquirenti sono scarsi e per lo più molto ignoranti, dove la presentazione delle poesie, orrende, di Giorgina sembra essere l’unico evento di rilievo, dove l’unica presenza giovane, Gigliola, figlia ventenne di Adelina e Filippo, fugge dalla monotonia familiare ed è appena un’ombra nel racconto.
Seppure originale per l’ambientazione e per la costruzione dei personaggi, per la frequente presenza di citazioni letterarie appropriate, il romanzo appare piuttosto come un’acuta analisi sociologica, come una ricostruzione interessante dei meccanismi relazionali di un mondo chiuso, mentre il plot non riesce ad essere del tutto convincente e anzi, soprattutto nel finale, appare leggermente deludente. Le lettere a Livia, che compaiono nella narrazione, pur avendo una loro ragione nel contesto della trama, appaiono leggermente arbitrarie e non del tutto plausibili.
La libraia di Orvieto
Amazon.it: 7,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La libraia di Orvieto
Lascia il tuo commento
Concordo con il recensore del libro, che ho appena finito di leggere.
Lettura piacevole, fresca ma non entusiasmente.
E’ stato un piacere ritrovare dei detti del tempo andato..."il letto è una rosa, se non si dorme si riposa." o l’intramontabile "la gatta frettolosa fa i gattini ciechi."
Finale un po’ deludente, ma l’invito a leggerlo è comunque valido.