La libreria dei sogni che si avverano di Christel Noir

“La libreria dei sogni che si avverano” (Corbaccio 2016, titolo originale La Porte du secret, traduzione di Valeria Galassi) vincitore del Prix de la Messardière 2015, è il primo romanzo pubblicato in Italia dell’autrice Christel Noir, sceneggiatrice e pittrice francese.

“Le sei e tre quarti e Parigi si stava ridestando”

Marie, trentottenne dai capelli color rame e dalle forme generose ben distribuite, si trovava nel suo appartamento situato al pianterreno di Rue de Moines 21, nel XVII arrondissement. L’appartamento, affacciato sui tetti di Parigi dal lato del cortile interno, era composto di un grande e luminoso soggiorno e una cucina dal pavimento di ardesia più una camera adiacente al bagno in cui troneggiava una collezione di flaconcini di profumo. Marie aveva ereditato la casa e la libreria in cui lavorava dal nonno Samuel, il quale l’aveva cresciuta. Il negozio, situato al numero 10 di Place Goudeau a Montmartre, era rimasto tale e quale il nonno l’aveva lasciato,

“con i suoi volumi rari impilati sugli scaffali alti fino al soffitto”

La libraia, dotata di memoria eidetica, in altre parole la capacità di ricordare una grande quantità di suoni, immagini oppure oggetti in dettaglio, impressionava i suoi clienti: la giovane donna teneva nella mente le informazioni del proprio magazzino e il contenuto di tutti i libri che aveva letto. Quella mattina il cielo d’ottobre si presentava limpido sopra la Ville Lumière e Marie si accingeva a raggiungere in bicicletta,

“si godeva ogni istante del presente”

la Gare Saint-Lazare per prendere l’Intercity diretto a Caen. Tra due ore Marie avrebbe rivisto la sua amica del cuore Margaux.

“La vita era bella e, come ripeteva spesso suo nonno, l’amore per la vita è contagioso”

Nella zona del pays d’Auge, nel paesino di Beuvron-en Auge, tra mare e campagna, Margaux aveva aperto una maison d’hotes. Un sentiero conduceva a una struttura a graticcio, a forma di elle, risalente al XVII secolo, le cui finestre dei due piani erano decorate da gerani rosso scuro. Intorno alla casa la natura rimaneva allo stato selvaggio e un sentiero conduceva a uno stagno. Tra i vari ospiti del bed and breakfast era presente Josh, sceneggiatore, un metro e ottantacinque d’altezza, capelli castani e occhi chiari. L’uomo di origine franco-americana, era vedovo

“dopo che Hélène è morta, mi sento un gran vuoto dentro”

da circa tre anni. Quando Marie l’aveva conosciuto, si era sentita “invasa e sopraffatta”. Anche l’inconsolabile vedovo era rimasto colpito,

“era come se avesse conosciuto da sempre la sua voce”

profondamente dal candore di Marie, dalla sua cultura e dal suo modo di fare impacciato. Josh e Marie, a poche ore dal loro incontro

“sembravano irradiare una particolare euforia quando si trovavano l’uno in presenza dell’altro”

Mentre l’affascinante sceneggiatore cercava di superare il suo recente lutto,

“la felicità che l’amore risvegliava era il miglior contrappeso al dolore del lutto”

la dolce libraia doveva venire a patti con il proprio passato. L’eterea Eloise, dai capelli pettinati stile anni venti del secolo scorso, avrebbe aiutato Marie in questo arduo compito

“bisogna recuperare i tuoi sogni, perché sono loro il punto di partenza”

Nel giorno di San Valentino, la storia di due anime in cerca dell’amore, le quali impareranno di nuovo ad amare, ha tutte le carte in regola per emozionare e coinvolgere le lettrici più romantiche. “La porte du secret”, romanzo delicato ma profondo, invita ad aprire la porta dei propri sogni e desideri per cercare di realizzarli senza lasciare che il cuore possa diventare arido e triste. La Noir bilancia con abilità il soprannaturale con i problemi della vita di ogni giorno.

“Il mio desiderio è raccontare una storia che faccia sognare il lettore. La mia ispirazione nasce dall’osservare la natura, le persone, le situazioni, i viaggi, le mie letture, tutte quelle cose che fanno la vita. I miei romanzi raffigurano personaggi che possiamo incontrare quotidianamente”

ha rivelato la scrittrice in una recente intervista.

“Non sempre ci si accorge della felicità nel momento in cui si presenta”