La locanda dei sogni ritrovati
- Autore: Julia Stagg
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2012
Romanzo di esordio di Julia Stagg, "La locanda dei sogni ritrovati" è stato venduto in tutta Europa conquistando i lettori, che si sono subito innamorati del paesino di Fogas e dei suoi abitanti.
Ad una lettura superficiale, la trama di questo libro rivela molte analogie con “Chocolat”, il titolo che lanciò Joanne Harris.
Anche qui c’è un arrivo: dall’Inghilterra ad un paesino dei Pirenei, Fogas. Pure qui la ragione del contendere è un locale, una locanda (l’auberge des deux vallées), che da uno stato di rovina ed abbandono diventerà famosa per i gustosi stufati e le torte fumanti. C’è una bambina, la piccola Chloé, con il suo socio fidato, la gattina Tomate, che riporta alla mente il coniglio con una zampa rotta immaginato da Anouk, Pantoufle. Il cattivo il sindaco del paese, Serge Papon, che avrebbe voluto la locanda per suo cognato, ha molte somiglianze con il Conte De Reynaud, che in "Chocolat" fa tanto il moralista... ma poi finisce con l’abbuffarsi di cioccolata assaltando la vetrina del negozio di Vianne.
La cosa è tanto palese che… viene il sospetto ci sia lo zampino del marketing!
I punti in comune, per fortuna, si fermano qui. Quella di Chloé non è una famiglia dimezzata, come era quella di Vianne e Anouk. Qui papà Paul è sempre presente vicino a mamma Lorna. Non ci sono quindi i momenti di solitudine che caratterizzavano alcuni capitoli della storia della Harris. I nostri eroi non dovranno scardinare una società bigotta e puritana, ma vincere la diffidenza dovuta al fatto di essere stranieri e di aver scombinato un piano che sembrava già andato in porto.
La vicenda raccontata da Julia Stagg, inoltre, sembra avere molto più dell’autobiografico. Giudicate voi: dopo essere stata insegnante d’inglese e libraia, la Stagg lascia l’Inghilterra nel 2004 e, insieme al marito, si stabilisce in Francia (proprio nella regione dei Pirenei!), dove apre un piccolo ristorante-albergo (il titolo originale del libro è “L’Auberge”, ma guarda un po’!).
Se da una parte questo significa che i lettori non ritroveranno le stesse atmosfere magiche di “Chocolat”, ciò vuol dire, dall’altra, che potranno godersi tranquillamente queste pagine - che abbiamo trovato rassicuranti, piacevoli, nel segno dei buoni sentimenti - senza dover fare per forza dei paragoni.
Pubblicato in Italia da Garzanti nel 2012, all’estero “L’Auberge” ha già avuto un buon successo, tant’è che è già stato annunciato un sequel: The Parisian’s Return.
La locanda dei sogni ritrovati
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