La maledizione di Fossosecco. La balotta dei tramonti
- Autore: Corrado Peli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fanucci
- Anno di pubblicazione: 2023
Giuseppe sarebbe andato via da Genova, i suoi figli Anna e Marco non erano mai stati in Emilia a Fossosecco, piccolo centro sperduto nella Bassa tra Bologna e Ferrara, paese d’origine di Adele, sua moglie. Dalle finestre al posto del golfo con i suoi colori blu avrebbero guardato timide colline, campi arati e “casolari buttati lì come briciole di pane sulla tavola”.
La maledizione di Fossosecco (Fanucci, 2023) è una storia avventurosa, a tratti con un pizzico di horror che si legge tutta d’un fiato, con misteri e oscure complicità che la rendono inquietante e avvincente. Corrado Peli, scrittore e giornalista, vive in provincia di Bologna. La stanza del dipinto maledetto con lo pseudonimo di “Corrado Spelli” è stato il suo esordio letterario, un thriller coinvolgente ambientato a Perugia, ed ora dopo la pubblicazione di alcuni noir è in libreria con questo suo nuovo romanzo, il primo volume della dilogia La Balotta dei Tramonti, di cui il secondo sarà di prossima pubblicazione.
Un romanzo davvero misterioso e suggestivo, che coinvolge il lettore tra enigmi intricati ed inspiegabili e personaggi indimenticabili.
Il progetto di Giuseppe di fuga da Genova era iniziato mesi prima andando e venendo da quella casa che aveva ereditato in un posto indefinito della Bassa.
Due piani e una veranda, il loro casolare Adani, con un grande giardino dove Marco con la sua Silver Bullet sarebbe andato in su e giù. La Silver gliela aveva costruita con le sue mani, quando tornò a casa dall’ospedale paralizzato dalla vita in giù: un triciclo a motore con telecamera sul sellino, una pedana per trasportare un secondo passeggero e con uno scomparto alla 007 pronto per ogni evenienza.
In quell’incidente d’auto sua moglie aveva perso la vita e Marco era rimasto gravemente ferito. Per le strade di Fossosecco suo figlio non avrebbe avuto problemi.
Il traffico nelle ore di punta era simile a quello di Genova alle due del pomeriggio del giorno di Ferragosto.
Giuseppe aveva voluto andare via da Genova perché tutto era diventato insostenibile, doloroso dopo la morte di Adele e forse altrove avrebbe trovato un po’ di pace, di tranquillità. Un paese che aveva un’aria strana, era diverso da tutti e Marco, fin dai primi giorni, non sapeva spiegarselo.
La storia di Fossosecco veniva raccontata dai padri ai figli, di alcuni avvenimenti come quello di un aeroplano tedesco caduto in un invaso fuori paese, della leggenda di Don Silvio, il curato, fucilato dai nazisti nel 1944 e di altre morti misteriose. La sera guardando fuori dalla finestra della sua camera, verso l’invaso, aveva le visioni di un soldato a bordo lago, fermo immobile a pochi centimetri dall’acqua che si voltava a guardarlo per poi entrare camminando nell’acqua quasi a scendere una scala. Marco si chiedeva chi fosse quell’uomo, perché indirizzasse lo sguardo a lui e poi era davvero un fantasma? Si mostrava solo ai suoi occhi e non sapeva spiegarsi ciò che gli stava succedendo, come se fosse al centro di una trama di Stephen King o di un film di John Carpenter.
Con i suoi compagni di classe, divenuti in breve tempo inseparabili a scuola e nei giochi al pc, a bordo della sua Silver Bullet decise di indagare con spedizioni notturne per poter vedere da vicino cosa succedesse di notte. Da quando era giunto in paese ai primi di settembre vedeva ogni sera quell’uomo in divisa arrivare puntuale, pochi minuti dopo le undici, che camminava a passo lento, e nel guardarlo si sentiva trasportato in una nuova dimensione, in un sogno lucido nel quale avvertiva dolori lancinanti in tutto il corpo, freddo, e l’odore dell’acqua stagnante. Era una storia misteriosa che a tratti terrorizzava lui e i suoi amici, Andrea, Stefano. Molte altre avevano segnato la storia del piccolo borgo, con il lago che di notte con la sua fitta vegetazione faceva paura. Si narrava di un uomo che anni addietro era stato trovato morto impiccato proprio tra quegli alberi. Lavorava nell’unica fabbrica del paese, il mattonificio Brusa e per un incidente sul lavoro era finito in coma: al risveglio diceva di vedere i morti e per tutti divenne “il pazzo”.
La storia narrata di frequente in paese era che le anime delle persone che tornavano:
Non erano morte in pace e vagavano in cerca di giustizia.
Per Marco e i suoi compagni erano tante le domande alle quali non riuscivano a dare risposte, nonostante le loro inesperte indagini su di una serie di eventi che risalivano finanche alla Seconda guerra mondiale.
Un vecchio maestro, memoria storica del luogo, aveva suggerito loro che bisognava fare attenzione a ciò che si chiedeva e dove si andava a perlustrare, perché Fossosecco era un paese particolare, “ci si può far male a toccare certe storie”. Come quella di Don Silvio che venne trucidato dai tedeschi perché collaborava con i partigiani. Dopo la sua uccisione, per quel tradimento, sembrò quasi che un’anatema fosse caduta su tutti gli abitanti.
Cammineranno i morti in questa città, per domandare giustizia verranno, fin quando la pace non otterranno.
Con molta maestria l’autore con La Maledizione di Fossosecco ci consegna una storia con la giusta atmosfera e ritmo, in luoghi che calzano a pennello con le situazioni e i colpi di scena.
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