La mamma del sole
- Autore: Andrea Vitali
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2010
Eccoci nuovamente a Bellano, ridente paesino affacciato sul lago di Como dove ha dimora ed esercita la sua attività di scrittore, oltre che di medico, il Dott. Vitali. E’ proprio a lui che siamo venuti a fare visita, per apprendere le ultime storie, gli intrecci e i misteri di questo angolo d’Italia.
Appena arriviamo, però, un’ondata di caldo afoso ci travolge e ci fa vacillare. Siamo capitati nell’estate del 1933, e l’afa sta tenendo in scacco non solo l’intero paesino, ma tutta la zona del lago e più o meno, immaginiamo, tutta Italia. E’ la mamma del sole, come la chiama il brigadiere Mannu: lui è sardo, e dalle sue parti, per far sì che i bambini non escano a giocare nelle ore più calde, si usa come spauracchio questa mamma del sole, nominandola con un tono di voce minaccioso. Un altro modo di definire la canicola e di spaventare i bimbi impedendo loro di fare qualcosa di malsano, come quando si chiamano in causa l’uomo nero, il baubau, la strega cattiva o quant’altro.
Questa mamma del sole, però, spaventa anche gli adulti, e soprattutto li rende apatici, svagati, assenti. Stavolta abbiamo l’impressione che anche il Dott. Vitali sia sotto il suo effetto: il suo racconto procede molto più lentamente del solito, come un accaldato lavoratore che volesse evitare gli effetti dell’afa. Le sue parole sono avvolte in un’aria tremolante, abbagliante, che ci suggerisce un intero paese che si muove “al rallentatore”, abbacinato dall’atmosfera incandescente.
Molta atmosfera, pochissima trama: d’altronde, con il caldo ci si muove poco. I fatti vengono fuori quasi esclusivamente dalle varie conversazioni fra i carabinieri bellanesi, chiusi il più possibile in caserma, alla ricerca di un filo di vento che si decida a passare dal complicato sistema di finestre e porte aperte escogitato per favorire il riscontro d’aria. Oltre al già citato Mannu, troviamo il carabiniere Milagra, che segue appassionatamente la trasvolata di Italo Balbo tramite un apparecchio radio vecchio e acciaccato, e poi l’appuntato Misfatti e il maresciallo Maccadò. La tegola che cade loro sul capo all’improvviso è rappresentata dall’anziana Maria Domenici, ospite di un ospizio a Gravelona, trovata morta nella toilette della motonave “Nibbio”, mentre rientrava da Bellano a Gravelona. Perché si trovava su quella nave? Cosa c’entra Don Carlo, il parroco di Bellano? Cosa sa il Bigé, il sacrestano indiscreto? Nel frattempo anche il Cavalier Vignetta ha il suo bel da fare, per impedire che una certa storia che riguarda la Velia Berilli venga alla luce. E. come se non bastasse, c’è da scoprire chi ha rotto il vetro del bagno della caserma, e da lottare col vetraio Seccanati affinché si decida a rimetterlo a posto in fretta e a un prezzo ragionevole. Per non parlare degli scrupoli del Mannu, che deve inviare i saluti a tutti i parenti rimasti in Sardegna: lettere o cartoline? Tutte uguali o diverse? Una sola con i saluti per tutti o una per ciascuno?
Alla fine, tutte le storie sembrano quasi sgonfiarsi, afflosciarsi con l’esaurirsi del caldo. Vitali si conferma ancora una volta scrittore capace di evocare atmosfere e di descrivere in modo delizioso le storie e le figure del suo paese natale. Peccato per la trama, sensibilmente meno appassionante di quella di altri romanzi dello stesso autore, così come vi è meno “affollamento” e meno vivacità nei personaggi. Comunque una lettura rilassante e suggestiva, in attesa del prossimo romanzo.
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Noioso e monotono.Manca completamente di brio , di spiagliatezza , non ha "verve"
1936: durante un’estate particolarmente calda, un gruppo di carabinieri di un caserma di un paesino sul lago di Como deve indagare sulla scomparsa di una vecchia signora, misteriosamente sparita da una casa di riposo di un paesino limitrofo, e che è stata vista l’ultima volta da quelle parti, chiedere del parroco, Don Carlo; a conferma del tutto ci sarebbe la testimonianza del sacrestano Gnè, il quale ha il vizio di spiare le confessioni altrui; ma lo stesso Don Carlo smentisce di conoscerla(come è certo invece dal colloquio tra i due nelle prime pagine del libro). Quando la donna viene ritrovata morta sullo stesso traghetto sul quale si era imbarcata per raggiungere il pesello, il mistero s’infittisce. Nel frattempo il Governo chiede informazioni su una certa Valeria Berrilli, ex prostituta, la quale è riuscita a mettere al mondo ben quattordici figli(non contando gli aborti); pare che ci sia in mezzo un’onorificenza, in merito al "contributo dato alla Patria mettendo al mondo così tanti figli"; ma qualcosa non torna; a un certo punto salta fuori anche una lettera scritta non si sa da chi. Inoltre c’è un problema in caserma; si è rotto il vetro del bagno,e bisogna ripararlo, mentre scatta la caccia al colpevole.... Questo romanzo ricorda all’inizio il Camilleri "classico",ma poi la storia vira bruscamente. L’idea si confonde un po; non si capisce bene la trama che lega Maria a Don carlo, nè tantomeno il motivo del loro ultimo incontro, come non si capisce la storia dell’onorificenza alla Berilli(che comunque viaggia separata dal plot principale,e da tutte le altre storie). Ben descritto il contesto storico dei Trasvolatori fascisti(di cui è appassionato il carabiniere Milagra, uno dei protagonisti), e tutti gli altri comprimari; mogli onorevoli e quant’altro. E con un pizzico di mistero; infatti la "mamma del sole" del titolo è una sorta di divinità" legata al caldo, e che farebbe uscire tutti quanti di testa.