Quattro sberle benedette
- Autore: Andrea Vitali
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2014
Ottobre 1929: eccoci ancora tutti qui, noi gitanti della letteratura, pronti a scendere dal torpedone che ci ha riportati nel paese italiano a noi più caro, la Bellano del Dottor Andrea Vitali. Stavolta, però, ci siamo ben preparati: il medico scrittore, infatti, ha voluto offrirci una succosa anteprima, il racconto in eBook gratuito “Addio bocce”, al quale questo romanzo è ispirato.
Più che anteprima, si potrebbe dire, posticipo: il racconto è infatti ambientato nel 1958, anno della chiusura, in Italia, delle case di tolleranza, e narra dell’ingenuo Arabino Scisté, presidente della Società Bocciofila, alle prese con un’improvvisa serie di abbandoni da parte dei propri iscritti. Che a questo addio alle bocce dal punto di vista sportivo corrisponda un addio alle bocce di altro tipo, lo Scisté lo scoprirà presto.
Forti, dunque, della nostra lettura preliminare, sappiamo già che "Quattro sberle benedette" (Garzanti, 2014) ci prospetta un argomento piuttosto “piccante”, ma non siamo certamente preparati allo scandalo che minaccia di scoppiare, e che potrebbe minare le istituzioni religiose dalle fondamenta!
C’è molto da fare, in questo freddo Ottobre, nella caserma dei Carabinieri di Bellano: il Maresciallo Maccadò, preoccupato dapprima di accertarsi che il suo primo figlio, che sta per arrivare, sia proprio un maschio, poi di evitare un trasferimento chiesto con troppa leggerezza, ha lasciato l’ordine pubblico nelle mani del Brigadiere Mannu e dell’Appuntato Misfatti. E’ proprio in questo momento che iniziano ad arrivare in caserma strane lettere anonime in rima.
Gli ordini del Maresciallo sono chiari: le lettere anonime vanno cestinate. Ma il Mannu e il Misfatti non vorranno almeno dare un’occhiatina? E come reagire a quello che viene così poco velatamente insinuato in quelle poche righe? In nessun modo, secondo il Maresciallo: frequentare case di tolleranza non è reato. Starebbe, quindi, per dare ordine di archiviare il tutto, se non si mettesse in mezzo il parroco, Don Boldoni, profondamente rattristato e preoccupato dalle accuse contenute nelle missive. Impossibile sottrarsi, se è il parroco a chiedere di indagare.
Disgraziatamente, in special modo in questo periodo in cui il Maccadò guarda da lontano senza intervenire, la collaborazione non è esattamente il pane quotidiano di cui si nutrono il Mannu e il Misfatti, che, anzi, innescano una lotta senza quartiere a chi primo e meglio indaga. Ma è giusto definirla indagine, o non si tratta piuttosto di un vero e proprio duello senza esclusione di colpi? I due si fronteggiano, non lesinandosi scorrettezze e usando come pedina il carabiniere Viavattène, preso fra l’incudine e il martello. La gara si fa via via più fitta e dinamica, con il Mannu più che altro a dirigere il gioco e il Misfatti a rincorrerlo a fatica, fino a che tutti i pezzi del puzzle non sembrano andare al loro tragico posto… per svelare, invece, un finale inaspettato, commovente, che ci lascia con il sorriso sulle labbra.
Onnipresenti, a volte comprimari, a volte semplici comparse, a volte vero e proprio cemento che lega le varie parti della storia, comunque irrinunciabili, stavolta i Carabinieri bellanesi fanno la parte dei veri protagonisti. E’ un racconto “in accelerazione”, che parte in sordina per prendere via via brio e forza con l’avanzare delle indagini, e fa percorrere al lettore mille ipotesi prima di svelargli la verità.
Andrea Vitali in versione giallo, ma, come sempre, col nostro medico preferito, senza vittime.
Quattro sberle benedette
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