La maschera di marmo
- Autore: Jean-Christophe Grangé
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2022
Nuova scalata nelle classifiche dei bestseller per l’autore di super thriller nerissimi, con fiumi di sangue narrativi e crudeltà, che solo la maestria dello scrittore dell’Ile de France riesce a far sopportare ai suoi lettori, anzi, seguaci appassionati.
Jean-Christophe Grangé è nelle librerie italiane da ottobre, con La maschera di marmo, pubblicato nella traduzione di Doriana Comerlati e Giuseppe Maugeri da Garzanti (2022, collana “Narratori moderni”).
È la casa editrice che detiene i diritti di Grangé per l’Italia, dal fatidico I fiumi di porpora, edito nel 1999 e secondo nella personale bibliografia, dopo Il volo delle cicogne del 1994 (in Italia nel 2010).
A partire dal fortunatissimo thriller e fino a L’altare della paura (2020), il marchio milanese ha pubblicato i quindici titoli precedenti del sessantaduenne giornalista e sceneggiatore, oltre che validissimo narratore di Boulogne-Ballancourt, a sud-ovest del centro di Parigi.
In una scarna biografia, nel risvolto della copertina in cui il cognome Grangé spicca come d’abitudine a caratteri molto più grandi del titolo del romanzo, la redazione Garzanti si limita a sottolineare che si tratta dell’autore di romanzi che hanno ampliato i confini del thriller tradizionale.
Dopo l’esordio negli anni Novanta, è giunto alla notorietà grazie al film I fiumi di porpora, di Mathieu Kassovitz, tratto dal romanzo omonimo, interpretato da Jean Reno e Vincent Cassel e primo di diversi adattamenti delle sue opere per il cinema e la televisione.
Dopotutto, basta aggiungere che ha studiato alla Sorbona (laurea e master in lettere) e ha lavorato come reporter per testate importanti, francesi e non solo (anche Sunday Times, National Geographic). Il primo romanzo è stato apprezzato più dalla critica che dal pubblico, il successo è arrivato col secondo, un capolavoro, premiato quasi dieci anni dopo con il Grinzane Cinema 2007, miglior libro dal quale è stato tratto un film.
Il nuovo libro La maschera di marmo è uscito in Francia col titolo Les promises, le sognatrici, vedremo perché.
Intanto, si svolge nella Berlino di fine anni Trenta, devota al Führer, intransigente nel discriminare la razza inferiore ebraica e invasa dai simboli del nazismo: bandiere, striscioni con le rune delle SS, aquile e croci uncinate.
Il primo protagonista che conosciamo è Simon Kraus, psichiatra tra i più capaci della sua generazione, che preferisce presentarsi psicoanalista e apre lo studio solo alle donne. Un bell’uomo, molto bello, anche molto basso, però, terribilmente basso. La diversità lo ha spinto fin dall’adolescenza ad affinare l’ingegno, per distinguersi dai coetanei che si allungavano, mentre lui restava a guardarli da sotto in su. In un corpo piccolo, una bella testa lo ha condotto a brillare professionalmente, sebbene non moralmente. Alloggia, senza nemmeno pagare l’affitto, nell’appartamento concesso da una delle clienti, Leni Lorenz, moglie di un banchiere che gestisce l’arianizzazione dei beni sottratti agli ebrei. Hanno fatto l’amore anche nel deposito di arredi confiscati, in cui lo ha accompagnato per scegliere i mobili. La signora berlinese lo mantiene. Il piccolo, bellissimo Simon è un po’ la sua cocotte, ma a lui non importa.
Non solo è un gigolò, ricatta le sue pazienti e se le porta anche a letto, ad onta di ogni etica professionale. Greta Fielitz è una delle donne più avvenenti della capitale, moglie di un aristocratico sassone. Gli si era rivolta per qualche sintomo di depressione e lui l’ha spinta piano piano a rivelargli i suoi sogni ricorrenti, incubi antinazisti in cui riversa una latente ostilità verso il regime. Con il dott. Kraus, che registra segretamente su dischi tutte le sedute con le pazienti, la giovane si era lasciata scappare che il marito, un aristocratico prussiano vicino al partito, disprezzava Hitler, “il caporale boemo”. Simon aveva minacciato di contattare la Gestapo, lasciando a Greta il dilemma: confessare al conte che stava consultando uno psicanalista oppure pagare. Aveva scelto la seconda opzione.
Il secondo che conosciamo è un invece un gigante, con la svastica al braccio e una piastra di riconoscimento della Gestapo, la polizia politica. Uomo truce, spietato, brutale, con un trauma di crescita legato al padre, gravemente gassato nella prima guerra mondiale e ricoverato in un istituto psichiatrico. Colosso di bell’aspetto, ma con un difetto al muscolo dell’occhio destro che costringe la palpebra superiore a socchiudersi, il capitano Franz Breewen informa Kraus della disgrazia occorsa ad una delle pazienti. Margarete è stata assassinata. Sgozzata, eviscerata. L’assassino ha sadicamente asportato l’intera regione pelvica, con gli organi riproduttivi e si è portato via le scarpe. Si direbbe uno psicopatico a cui piace giocare con le calzature e le viscere delle vittime, perché sono due, prima della ventottenne c’è stata Susanne, uccisa e abbandonata nelle stesse penose condizioni. Altra paziente.
Simon passa la notte a riascoltare le registrazioni delle donne che avevano sognato l’Uomo di Marmo. Susanne Bohnstengel: “Rigido come una roccia, sembra un angelo della morte uscito da una tomba”.
Margarete Pohl: “ha il volto di marmo verde scuro solcato da venature bianche e nere, una maschera che gli nasconde il viso, lasciando libera la bocca”. Anche Leni Lorenz: “stanotte, è tornato. Dietro una scrivania, non faceva che timbrare un foglio dopo l’altro, sollevando il braccio di molto sopra la testa. Ogni volta, il tavolo tremava”.
Perché tutti quei sogni tanto simili? La scienza di Kraus si direbbe molto utile alle indagini dell’hauptsturmführer Breewer.
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Unico. Irresistibile.
DA NON PERDERE!!
Narrativa affascinante.
Quando il prossimo?
Grazie.