La morbidezza degli spigoli di Keith Stuart

Keith Stuart, inglese, caporedattore della pagina dei giochi del Guardian, è esperto di videogame e nuove tecnologie; “La morbidezza degli spigoli” è il suo primo romanzo.

“La vita erige tante barriere per le persone diverse. Qualunque strumento ci aiuti ad apprezzarle” “chiunque siano queste persone e in qualunque modo differiscano da noi” “è da considerarsi una risorsa preziosa. È quello che ho imparato ed è il tema di questo libro”.

Protagonista di questa storia è Sam, ragazzino di otto anni a cui è stata diagnosticata tardivamente una sindrome da spettro autistico. Le difficoltà che i suoi genitori, Alex e Jody, sono portati quotidianamente ad affrontare per far avere al figlio una vita quanto più normale possibile, alla lunga portano i due ad una separazione che pare essere definitiva. Alex, che ha alle spalle un trauma familiare mai superato, si deve allontanare da casa ed è costretto a farsi ospitare a casa di un amico. Proprio in questo momento di difficoltà e solitudine, realizza di essersi sempre nascosto dietro al lavoro e di aver utilizzato la mancanza di tempo come scusa per non instaurare un rapporto reale con il figlio, scaricando di fatto sulla moglie la maggior parte delle responsabilità. Quello che Alex capisce del figlio è che per lui:

“Il mondo è un gigantesco motore che deve funzionare in un certo modo, con azioni prevedibili, per garantirgli la sua sicurezza. Prima di potersi rilassare, deve conoscere i tempi e i movimenti di tutto quello che ha intorno, e deve poter tenere costantemente il dito sul pulsante di spegnimento”.

Sam, nel frattempo, inizia a giocare a Minecraft, videogame che gli permette di costruire, distruggere, inventare

“Ma soprattutto non ti dice che cosa fare o come farlo. Fai quello che vuoi”.

Il bambino, nella realtà amplificata del gioco, apprende ogni giorno nuove parole e, entusiasta dei progetti che intende realizzare, riesce a trasmetterli anche a chi lo circonda. Per la prima volta, Sam non rimane indietro rispetto agli altri suoi coetanei, riesce anzi ad attirarli con la sua genialità al gioco, e si mostra ai genitori come un bambino percettivo, capace di relazionarsi con il mondo che lo circonda in un modo che loro non immaginavano.

“La morbidezza degli spigoli” è basato sull’esperienza dell’autore con il figlio Zac, anch’esso affetto da autismo che, esattamente come il protagonista della narrazione, scopre, attraverso questo gioco, un nuovo modo di esprimersi e di farsi capire dal mondo che lo circonda.