La morte data
- Autore: Mario Massimo
- Anno di pubblicazione: 2009
“La morte data” dell’autore Mario Massimo, docente di materie letterarie, è un libro di racconti inserito nella collana “Pretesti” – curata da Anna Grazia D’Oria – per Piero Manni Editore, con copertina di Vittorio Contaldo.
La novella d’apertura (non la migliore a mio avviso) pare un tentativo di dare un nome all’assurdità
della condizione-contraddizione di essere umani e mortali “Questo, niente più e niente meno, è
la filosofia”: uno sforzo ideale destinato a fallire, per l’atavica inclinazione a commettere errori,
sempre gli stessi, quasi fossero meri vizi, che è propria di ciascuno, in un mondo dove la verità non
esiste, se non nelle parole per dirla, per i troppi paradossi che ci rendono imperfetti e in un certo
senso inutili e pieni di controsensi (“Amare una donna è volerla. E cercarla. E sentirla sfuggire. Sempre. E non poterla avere…”).
Molto bello risulta il racconto “La Madonna del latte”, ulteriore testimonianza della nostra vulnerabilità (“… un omo è la cosa più debole che c’è al mondo, e basta una che ci sappia un po’ fa’, a lasciarsi senti’ mentre strilla, ed eccolo là che si strugge tutto di tenerezza pe’ lei!”), ma anche della mancanza di misura e modestia, che spinge a servire il proprio egoismo fino, spesso, a sconfinare nella megalomania.
Interessante anche “Le parole perse”, dal quale affiora il tema del potere e del suo fascino (“Il sentirti fra le mani il pulsare scalciante dell’esistenza, e che tu puoi
fargli cambiare direzione come vuoi, solo con una parola o con una tua firma su un foglio”).
"La morte data" ha – solo in alcune sue parti - atmosfere alla Federigo Tozzi, grande autore senese che temo pochi conoscano, in questo Paese di non lettori. Il libro offre micromondi tratteggiati con un linguaggio ricco, a tratti barocco, che non lascia indifferenti e lascia intendere la varietà di letture
dell’autore del volume, riuscendo comunque a scendere nel profondo dell’animo dei personaggi fino a renderli emblematici. E consegnando ai posteri alcuni messaggi estremi, drammatici: “Nulla
c’è di esposto a qualsiasi offesa come l’essere umano”. E ancora: “Non c’è una ragione, a venire
al mondo, in un mondo così mescidiato di sporco, e di orrore, se pure si trova ogni tanto una perla
dentro un letamaio” (dal racconto “La collana di diaspro”). Pessimismo cosmico, direbbe qualcuno. O solo la nuda verità, quella che fa male?
- Mario Massimo, La morte data, Piero Manni Editore, pagg. 192, 2009
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