La nave fantasma. Un equipaggio inglese scomparso misteriosamente 1940-1942
- Autore: Marcel Jullian
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
È come un giallo, ma è una storia vera, raccontata alla maniera di un romanzo dallo scomparso sceneggiatore e autore televisivo Marcel Jullian. La rende intrigante un titolo decisamente azzeccato, scelto dalla casa editrice italiana Res Gestae, per la riedizione del volume nel 2019: La nave fantasma. Un equipaggio inglese scomparso misteriosamente 1940-1942.
Irresistibile anche l’abstract, in quarta di copertina, che presenta “la vera storia” dell’HMS Fidelity e del personale a bordo del battello, “scomparsi misteriosamente” una notte di San Silvestro della seconda guerra mondiale.
Si trattava del mercantile Rhone, di bandiera francese, sottratto alla preda nazista dopo l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi nel giugno 1940 e consegnato dal nuovo equipaggio alla Marina da guerra britannica, per tornare utile allo sforzo bellico contro la Germania. Ribattezzato Fidelity e messo a disposizione del servizio speciale, operò al largo delle coste francesi per lo Special Operation Executive, il famoso SOE, organizzazione creata su consenso del primo ministro inglese Winston Churchill per organizzare una rete spionistica e compiere sabotaggi nell’Europa occupata dai nazisti.
Nella versione Rhone, il mercantile stazzava 2450 tonnellate. Costruito nel 1920, misurava 81 metri di lunghezza e 12,75 di larghezza massima. Due caldaie da 1100 cavalli vapore consentivano una velocità di 9,5 nodi all’ora (17.6 km). In quella Fidelity, camuffato da cargo neutrale, spagnolo o portoghese, l’ex Rhone trasportava commandos e incursori sul suolo di Francia o effettuava scorte. Nel dicembre 1942, faceva parte di un convoglio attaccato dai sommergibili tedeschi. Scaduto indietro alle altre navi per problemi alle macchine, sparì senza lasciare tracce.
Trentotto i dispersi, di cui l’autore riferisce nome, grado, incarico. Diciotto erano ufficiali.
Originario di Chateaubriand (da 1922-2004), Jullian dette alle stampe verso la fine degli anni ‘50 questa versione romanzata di una vicenda dagli aspetti quasi leggendari nel suo svolgimento. Si nota decisamente la mano sapiente dello sceneggiatore, commediografo, occasionalmente anche regista, finanche editore.
Nessuno rivide mai più il Fidelity né il suo equipaggio, scrive e il libro è introdotto da una dichiarazione firmata da due comandanti della Royal Navy:
“Da Barry a Gibilterra, da Liverpool a Las Palmas, la gente di porti e gli uomini di mare pronunciano il suo nome con ammirazione mista a collera. Che cosa non è stato detto sull’HMS Fidelity, sino al momento in cui scomparve? Superstiti della nave, è l’autentica storia dell’HMS Fidelity e del suo strano comandante, che abbiamo raccontato a Marcel Jullian, con la speranza che dio abbia pietà di loro”.
Un’altra avvertenza di Jullian alimenta il mistero: se sono esatti tutti i nomi inglesi citati, quelli francesi sono travisati di proposito, per uniformarsi agli ordini del comandante Langlais:
"non vi servirà altro che il nome da battaglia perché vi conduco alla morte”.
La nave era armata con due cannoni, montati sopra una piattaforma a prua. Sono quelli che nel libro attirano l’attenzione dei tredici ufficiali belgi che il 20 giugno 1940 raggiungono Gibilterra, roccaforte britannica nel sud della Spagna. Sfuggiti ai tedeschi inarrestabili nella blitzkrieg, cercano imbarco per continuare a battersi. Il Rhone li accoglie volentieri e il tenente di vascello Costa, secondo dopo il comandante Passementton, spiega che sono ben accetti sull’imbarcazione che vuole combattere i boches, ma è una nave-fantasma per la fuga dell’equipaggio francese dopo l’armistizio con Hitler.
Numerose le versioni sulla perdita del Fidelity. L’autore ne riassume quattro. Si tratta di testimonianze che si differenziano in parte maggiore o minore, con contenuti perfino discordanti.
In una nota dell’archivio della Marina tedesca in possesso dell’Ammiragliato inglese, si legge di un rapporto del comandante dell’U-boot U435 relativo all’affondamento del Fidelity con tre siluri, tra le 16 e le 17 del 30 dicembre 1942.
Nel 1946, il mercantile Rhone ottenne una citazione all’ordine della Nazione, che riconosceva i meriti bellici e li segnalava al Paese. Vi si leggeva che la nave corsara, aderente movimento della Francia Libera dal giugno 1940 e incorporata nella Marina inglese con equipaggio e stato maggiore francesi, ha effettuato al comando del capitano di corvetta Costa importanti missioni speciali ed è “gloriosamente scomparsa” al largo delle Azzorre, nel dicembre 1942, mentre scortava un convoglio attaccato da sommergibili tedeschi.
Un estratto da Marine et Resistance, a firma dell’ammiraglio Muselier, riporta che solo in sei sul Rhone avevano accettato di continuare la lotta, dopo la zuffa scatenata alla resa del maresciallo collaborazionista Petain. Cinquanta avevano abbandonato il battello. L’equipaggio del piroscafo venne ricostituito con marinai volontari di altre unità, ufficiali belgi e polacchi ed esuli dalla Francia su navi che avevano forzato il blocco nemico e raggiunto Gibilterra attraverso la Spagna.
Radio Amburgo segnalò nel gennaio 1943 che un U-boot aveva affondato un piccolo incrociatore ausiliario inglese. Rotta, velocità e coordinate corrispondevano a quelle del Rhone- Fidelity, rimasto isolato dal convoglio.
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