La nave negriera
- Autore: Marcus Rediker
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2014
Quatto secoli di commercio di schiavi, l’incubo dal vivo per quindici milioni di esseri umani
Una gigantesca scatola di legno, con tre lunghe lance puntate verso l’alto. È così che agli sventurati figli d’Africa rapiti alle loro tribù apparivano le navi che avrebbero sfidato la grande acqua per trasportarli in un altro luogo, in un’altra civiltà, tra altra gente. In schiavitù. Senza ritorno.
Già da lontano si avvertiva il fetore di sangue e di sudore, di decomposizione e di morte che usciva dalle stive di quei battelli. Chi, uomo o donna neri, vi si avvicinava in catene, nudo, legato agli altri con un cappio al collo, sapeva che finire venduti ai bianchi era una delle sorti peggiori. Potevano solo immaginare di entrare in una nuova dimensione della vita, caratterizzata dalla violenza quotidiana. Ma la realtà andava oltre ogni ingenua anche peggiore previsione.
È lo scenario d’apertura di un saggio dello storico americano Marcus Rediker, pubblicato da il Mulino, col titolo “La nave negriera”, 462 pagine, 36 euro. Un libro che sale a bordo e segue le rotte delle navi addette al redditizio commercio degli schiavi, per rivelare quanto si verificava nei secoli di questo sordido traffico. Ha coperto un lungo arco di tempo il dramma spettacolare della tratta di carne umana dal continente africano, soprattutto verso le Americhe, attraverso l’Atlantico. Ed ha avuto innumerevoli attori nei quattrocento anni in cui si è protratto il mercato degli schiavi, dalla fine del XV secolo alla seconda metà del XIX. Più di dodici milioni di esseri umani furono stivati all’interno di battelli a vela e portati oltre Atlantico, per raggiungere centinaia di punti di consegna, disseminati lungo migliaia di chilometri di costa.
Nella spaventosa traversata perirono un milione e mezzo di uomini, donne e bambini (i negrieri prelevavano solo soggetti sani tra i 12 e i 25 anni). I corpi finivano in pasto agli squali che seguivano le navi, ma chi non soccombeva andava incontro a un destino – lavorare nelle piantagioni o, se andava bene, la servitù a vita - nel quale tutto si riduceva al cercare di resistere alla fatica, alle punizioni, alle percosse e ogni tipo di abuso.
Altri erano già morti nel percorso tra il luogo di cattura e gli approdi negrieri sulla costa orientale africana. Una valutazione parziale li stima nel 15 per cento. Altri 750mila non superarono il primo anno di prigionia nel nuovo mondo, dei quattordici milioni di persone che si calcolano coinvolti complessivamente in una tragedia sanguinosa. Una contabilità spietata nella sua freddezza: sono i numeri di un incubo vissuto dal vivo.
Tolti i cinque milioni di “caduti”, sono stati ben nove milioni i neri africani che hanno cambiato l’economia, la storia e il futuro degli Stati Uniti d’America.
L’età dell’oro dello schiavismo negriero è durata un secolo, dal 1700 al 1808 e ha comportato il trasferimento di due terzi del totale degli schiavi, più della metà dei quali ristretti in condizioni terribili a bordo di navi inglesi e americane. Soprattutto quel periodo, quei battelli, i prigionieri e i naviganti sono i protagonisti di questo libro.
Il lavoro di Rediker, che insegna storia atlantica a Pittsburgh, evidenzia quattro categorie di drammi umani. Il primo si incentra nel rapporto tra i comandanti e gli equipaggi, l’uno presiedeva a tutto e doveva esercitare il suo potere senza pietà, gli altri eseguivano in mondo spietato un lavoro sporco.
Il comportamento dei marinai nei confronti degli schiavi, in un contesto di violenze e stupri quotidiani, costituisce il secondo dramma. Il terzo scaturisce dalla coesistenza forzata di derelitti di etnie diverse e di tribù nemiche.
L’ultimo scenario drammatico conduce alla società statunitense, nel momento in cui gli abolizionisti riuscirono a convincere i più dell’agghiacciante delitto umanitario che veniva commesso ai danni delle vittime di questo commercio di donne e uomini.
E si riuscì finalmente a far rivolgere cannoni e fucili contro i mercanti di braccia.
La nave negriera
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