La piccola città dei sopravvissuti
- Autore: Caroline Moorehead
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2016
Nel volume “La piccola città dei sopravvissuti” (Newton Compton, 2016 - titolo originale Village of Secrets, traduzione di Maria Cristina Cesa e Lucilla Rodinò) di Caroline Moorehead, la scrittrice nata a Londra, giornalista e attivista per i diritti umani dopo il successo di “Un treno per Auschwitz” rievoca un’altra pagina inedita della II Guerra Mondiale.
“Nel 1943 sull’altipiano ci fu una primavera tardiva. La neve non si sciolse prima di aprile...”
Questa è la vera storia di un villaggio chiamato Chambon-sur-Lignon che si trova nell’Alta Loira, nel cuore della Francia, i cui abitanti salvarono migliaia di persone dalle violenze e dalle rappresaglie della Gestapo. Fu quella una sorta di “cospirazione al bene” che vide operare donne e uomini misericordiosi i quali accolsero, nascosero, nutrirono e fecero entrare di nascosto in Svizzera chi compariva nelle liste di morte dei nazisti, “Molti di questi erano bambini”. In cima alle montagne della parte orientale del Massiccio Centrale in questo “pays de grand silence”, nel quale generazioni di ugonotti scelsero il silenzio, nel periodo in cui per un non cattolico era pericoloso far sentire la propria voce, nacque “la resistenza non violenta al sistema Hitler-Pétain”. Quell’epica impresa fu una grandiosa avventura nata dall’inventiva, dall’amore per il prossimo in pericolo e resa unica dal tacito sostegno e collaborazione di quasi tutti gli abitanti del villaggio. Nel 1988 Le Chambon divenne l’unico paesino al mondo a ricevere il riconoscimento dello Yad Vashem come Giusto tra le Nazioni. “Era nato un mito”, nel 2004 l’allora Presidente Chirac definì Le Chambon come “la coscienza del nostro Paese”. Quello che effettivamente ebbe luogo sull’altipiano del Vivarais-Lignon durante quegli anni grigi e terribili dell’occupazione tedesca e del governo di Vichy riguardò certamente il coraggio, la fede e la morale, “Ma anche la memoria fallace”.
Perciò l’autrice, biografa e storica, ricostruisce con minuzia quei momenti salienti attingendo a una gran mole di materiale come lettere, diari inediti e memorie. Fondamentale inoltre sono state le interviste fatte in Francia, in Israele e negli Stati Uniti, a persone che sono state nascoste sull’altipiano del Vivarais-Lignon durante l’occupazione nazista o che si sono prodigate nei soccorsi.
“In alcuni casi, ho parlato ai bambini e ai loro parenti”
ha affermato l’autrice. Una citazione a parte merita la ricchissima bibliografia, la Moorehead con certosina pazienza, ha ritrovato preziosi documenti sulla Francia occupata, sulle deportazioni e sugli invasori tedeschi che si trovano in Caran, gli Archives Nationales a Parigi.
Oltre a esistere un grande archivio nell’Altopiano del Vivarais-Lignon negli Archives Départementales de Le Haute- Loire a Le Puy, fonti su individui, soccorsi e soccorritori si trovano presso la Société d’Histoire de la Montagne a Mazet, a Gerusalemme nella biblioteca dello Yad Vashem e presso lo United States Holocaust Memorial Museum di Washington. Un lavoro straordinario di ricerca per ricordare chi sacrificò la propria vita per salvare quella di donne, uomini e (molti, troppi) bambini, giudicati colpevoli, perché ebrei, comunisti, partigiani o agenti segreti. Tutto ciò per non dimenticare, in un libro che è anche un saggio e dove ogni pagina rappresenta una vita salvata.
“La primavera portò anche una nuova famiglia a Le Chambon, una delle tante tra gli ebrei francesi che avevano alla fine preso coscienza della trappola in cui, senza rendersene conto, erano stati guidati da Laval e dalla sua promessa che, in quanto francesi, sarebbero stati al sicuro dai raid della Gestapo”
La piccola città dei sopravvissuti (eNewton Saggistica)
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