La piccola conformista
- Autore: Ingrid Seyman
- Genere: Libri da ridere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2021
A dir poco originale questo romanzo breve della regista e giornalista francese Ingrid Seyman, che esordisce nella narrativa con il romanzo che tradotto da Marina Di Leo pubblica Sellerio col titolo La piccola conformista.
Non si svolge a Parigi, ma a Marsiglia, la storia che ha una voce narrante, Esther Dahan, una ragazzina che occupa gran parte del romanzo con le sue descrizioni esilaranti e ironiche, talvolta tragiche, della sua strampalata vita di famiglia.
Patrick, suo padre, ha vissuto la giovinezza in Algeria, poi con la sua famiglia è dovuto rientrare sul territorio francese, con i suoi genitori, Isaac e Fortunée, privati di agi e ricchezze e ora ridotti a conservare un prezioso vaso che contiene un pugno di quella terra d’Africa che è stata loro sottratta dalla tempesta della fine del colonialismo.
Elizabeth, Babeth, la madre di Esther, è bella, bionda, giovane, hippie, femminista sessantottina. La coppia adotta in casa il nudismo e vive in totale libertà, anche se lui lavora in banca e lei al municipio.
Per reazione a simili stravaganti genitori la piccola Esther è una convinta conservatrice, reazionaria direi: non condivide nulla delle abitudini dei genitori, è studiosa al limite della mania, ordina i suoi libri con scrupolo da bibliotecaria, si veste in modo tradizionale, disprezza la disinvoltura di Patrick e Babeth, che chiama per nome come per disfarsi di un rapporto genitoriale che non sente suo. Il fratellino Jeremy, al contrario di lei, è indisciplinato e capriccioso, è capace di creare disagi familiari, non studia, peggiora, se possibile, il già difficile clima della piccola e modesta casa dove abitano i Dahan.
Le scuole frequentate da Esther la mettono in contatto con famiglie snob, cattoliche per lo più, e la ragazzina cerca in ogni modo di omologarsi all’ambiente che la osserva con ostilità, confidando nella sua intelligenza brillante e la memoria prodigiosa che le consentono risultati eccellenti, a dispetto del caos che regna in casa sua.
Ma se all’inizio la storia è quasi comica, con episodi irresistibili, narrati con un linguaggio tagliente, dissacrante, spesso violento, nella parte conclusiva della storia si va verso la catastrofe. Esther è cresciuta mezza ebrea, preferisce essere cattolica, sceglie con grande scandalo di farsi battezzare, è una ben pensante, tradizionalista, incapace di guardare il suo corpo che si sviluppa e diventa quello di una femmina, incapace di confrontarsi con i dissidi continui dei genitori, che sono sempre sull’orlo di un divorzio annunciato. Il finale del libro è crudele, la storia si fa tragica, un passato sconosciuto riemerge, mentre per nessuno dei protagonisti c’è salvezza.
Ingrid Seyman ci consegna il ritratto di un’adolescente geniale, capitata in una situazione incandescente, dalla quale uscire non sarà certamente agevole. I dialoghi in questo romanzo sono la cosa più riuscita, scoppiettanti, intelligenti, pieni di un sarcasmo che colpisce, ferisce, uccide. Un umorismo insolito, quello che pervade le pagine del libro, molto francese, molto caustico, molto realistico.
La piccola conformista
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