La poltrona dai ricami dorati di MariaLuigia Tilli

MariaLuigia Tilli trascorre la sua infanzia nell’entroterra abruzzese, e la vita di paese influisce molto sulla sua personalità, già predisposta al rispetto sociale e all’amore per la natura e gli animali. Coniugata e madre di due figlie, vive attualmente a Pescara e lavora presso un’azienda di noleggio in qualità di responsabile amministrativa. Dedica il tempo libero alle sue passioni: la lettura, la scrittura e il vintage. Con la casa editrice Bookabook pubblica un libro curioso e intrigante, intitolato La poltrona dai ricami dorati, pubblicato nella collana “Ragazzi”.
Ovviamente, come facilmente si intuisce dal titolo stesso, protagonista assoluta di questa narrazione è una poltrona! Di nome fa Gilda:

Una poltrona giallognola tappezzata di fiori colorati, un tempo lucenti e vividi, oggi… be’ non proprio! La polvere e l’usura mi hanno consumata, ma mi reputo ancora una graziosa e accomodante poltrona.

L’oggetto in questione giace da tempo immemore nella vetrina di un rigattiere:

Mi trovo in questo negozio di cui ignoro il nome, sono qui da tempo immemore ormai, ma non posso esserne certa: forse saranno passati anni dal mio ingresso al rigattiere.

Il tempo scorre lento, sempre con la speranza che qualcuno si accorga di lei, le compia il dovuto restauro e la riporti agli antichi fasti:

Talvolta è scoraggiante vede entrare le persone curiose che ci guardano, ci testano per valutare la nostra seduta e poi vanno via a mani vuote; alla fine non succede niente, nessuno perde mai il cuore per noi. Tutte le volte che un cliente mi guarda, io inizio a sognare: immagino la mia vita in bellissimi salotti o in splendide camere da letto.

Nell’attesa alla poltrona Gilda, non resta che fare amicizia con gli altri oggetti presenti nel negozio: Il fermaglio Bea e Battista, il lampadario. Perché forse lo si dimentica, ma tutti gli oggetti sono dotati di una particolare anima, che spesso si risveglia dal torpore:

Che non tutti possono parlare ed ascoltare, perché ce ne sono alcuni che mancano completamente di anima. Incredula, ho ascoltato con attenzione, per capirci di più, e così ho scoperto che tutto dipende dal creatore dell’oggetto, da quanto amore ci ha messo nello scolpire un pezzo di legno, ad esempio.

Dunque la poltrona riuscirà finalmente a trovare un cliente che la riporti in una famiglia, dove regna il calore e l’amore per gli oggetti? O Gilda è destinata ad essere abbandonata ad un atroce destino?

La lettura del libro è semplice, ma induce alla riflessione. Gli oggetti inanimati spesso parlano a chi vuole ascoltare. Sono testimoni muti della vita di una famiglia o di uomini e donne, che ogni giorno, accanto a loro, vivono e amano, piangono e soffrono. Le metafore di cui è intessuto il romanzo sono evidenti e ben caratterizzate. I personaggi si animano e vivono di luce propria, ma raccontano con precisione la propria vita e le proprie caratteristiche e qualità intrinseche.

È una lettura che anima i sentimenti, ed è alquanto romantica e narrativamente potente. La narrazione parla al cuore di chi legge e spesso fa sorridere. Colpisce in profondità il lettore scanzonato, che vuole trascorrere qualche ora in assoluta libertà. Il linguaggio e fluido e preciso, e la trama ben congegnata.
Una lettura consigliata ai ragazzi, ma adatta anche agli adulti, che sorridono spensierati in un mondo che spesso fa soffrire.
Così:

Mescolando memoria e realtà Gilda ricostruisce un ritratto della sua famiglia, e fa riflessioni profonde sulla vita senza mai perdere il senso dell’umorismo, risvegliando il bambino che c’è in ognuno di noi.