La puntualità del destino
- Autore: Patrick Fogli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2012
Alessia ha quattordici anni da un mese. Una ragazzina come tante, che va a scuola e gioca a pallavolo. Dopo una pizza con le compagne di squadra ha appuntamento con sua madre per tornare a casa. Ma all’ora stabilita di lei non c’è traccia.
Sul fatto che Patrick Fogli sia una delle migliori “penne da thriller” in circolazione non ci piove. Le sue trame sono congegni a orologeria, sorrette da una scrittura che dosa a dovere gli ingredienti e non teme confronti (nemmeno quelli con gli scandinavi tanto di moda): ritmo, tensione, introspezione e una “sostanza” che fa della crime story il movente per un’indagine molto più lata sulla metà oscura dell’animo umano e della società. E qui arriviamo al nocciolo autentico della faccenda: Patrick Fogli ha scelto di scrivere “gialli” (tra i più recenti “Il tempo infranto”, sulla strage di Bologna), ma se avesse scelto di occuparsi di romanzi d’amore o ricette di cucina sarebbe stato lo stesso uno scrittore senza etichette, uno di quelli “capaci”, punto e basta.
Nel suo ultimo “La puntualità del destino” (Piemme, 2012), troviamo una ragazzina scomparsa all’improvviso e una coppia di genitori disfunzionali. Sono tirati in ballo segreti & bugie, amicizie pericolose, indagini di sfondo, passati ingombranti, incubi e deliri, detective con qualche macchia ma senza paura (il Gabriele Riccardi del romanzo d’esordio); c’è - soprattutto, prima di ogni altra cosa - un ritratto di borghesia in nero come non se ne leggevano dai tempi di Fruttero & Lucentini e della loro “Donna della domenica”. Attorno al mistero della quattordicenne scomparsa e del colpevole annunciato (di origini extracomunitarie, naturalmente), gravita infatti un microcosmo di paese-mondo in cui quieto vivere e perbenismo sono solo di facciata: lo strato di vernice pastello sotto cui alligna un putridume ontologico prima ancora che sociale (scheletri negli armadi e amanti assortiti, fregole giustizialiste, giri di minorenni, denaro sporco).
L’altro aspetto che mi fa segnalare “La puntualità del destino” come il thriller da non perdere della stagione autunno-inverno 2012 chiama in causa il suo sottotesto appuntito e impietoso, che attinge la propria linfa dal degrado della civiltà attuale. Fogli è abilissimo a descrivere l’osceno baraccone mediatico allestito, con puntualità cronometrica, a ogni fatto clamoroso di nera: le fiaccolate notturne, i pupazzetti e i messaggini sulla soglia di casa, l’assedio perenne delle telecamere, le opinioni idiote e le lacrime della “gente comune” in primo piano, la corsa ai "si dice", le dirette urlate e frenetiche, i talk show con gli esperti (di nulla) a pontificare dalle tv. Un bailamme pornografico, in cui ogni cosa appare commista e strumentalmente prossima all’elemento del crimine, in un gioco di rifrazioni e pruderie che confonde pietà e curiosità, speranza e macelleria, vittime e carnefici, all’insegna di un’assuefazione al dolore che sconfina, spesso, nell’insensibilità. Capite adesso perché “La puntualità del destino” è molto più di un giallo che toglie il sonno?
La puntualità del destino
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