Il signore delle maschere di Patrick Fogli

Patrick Fogli, nel 2018, scrive A chi appartiene la notte, che gli fa vincere il Premio Scerbanenco. Ora abbandona decisamente il genere noir e torna al thriller puro con Il signore delle maschere (Mondadori, 2019)
In questo libro l’autore segue, nell’intessere la sua trama, un principio che deriva dalla filosofia di Orazio, per cui:

Così, se ci riflette, conclude che non tutti i legami appartengono alla logica, eppure esistono, sono lì, fanno parte di quello che sei. La vita è come la filosofia di
Orazio, contiene più mondi di quelli che è in grado di spiegare.

E di identità ne assume moltissime il “signore delle maschere”, a cui l’antiterrorismo affida il nome di Caronte. Perché? E chi è costui? Costui è l’indefinito, è colui di cui non si sa, non si sa quale viso abbia, quale professione svolga. Nulla. È ciò che è e non è. È sanguinario, cerca vendetta, è pericoloso, fuori controllo e fuori misura. Il nome gli deriva dal fatto che accanto alle sue vittime posiziona sempre una moneta antica, infatti queste rappresentano:

Gli spiccioli per il barcaiolo. Caronte trasportava i defunti attraverso l’Acheronte. Ma solo se portavano l’obolo, la moneta per pagare il viaggio.

Dopo i molti attentati a Francoforte, in quattro nazioni diverse e persino ad un papa per “l’uomo invisibile” non c’è più scampo. O no?
Parallelamente un’altra donna misteriosa è Laura. Lei, insegnante universitaria, insieme alla sua amica Veronica, ha costruito un’organizzazione parallela per aiutare le persone che vogliono scomparire nel nulla, a costruirsi vite differenti. Lei è Arianna, lei è: "sempre una donna diversa, è sempre la stessa donna, ogni volta una vita diversa, eppure la stessa vita."
Con grande abilità le vite parallele dei due scorrono, hanno profonde affinità, si incrociano e si sfiorano, senza mai incontrarsi, fino all’epilogo. Inverosimile ed inaspettato.
Come in un romanzo le varie esistenze si intersecano, si costruiscono e si annullano, infatti, in un continuo gioco di specchi e di rimandi, dove la verità è apparenza, finzione, verosimiglianza. Per cui:

Le storie servono a qualcosa? In passato, parole ed idee hanno cambiato il mondo, a volte anche solo quello di una vita sola. Hanno regalato eternità, hanno creato me e te.

Il signore delle maschere è un thriller ad alto tasso adrenalinico, che conduce il lettore in giro per il mondo, ovunque. Che invita, soprattutto, a riflettere sull’identità, sul doppio, sulla consapevolezza di chi sia veramente l’essere umano e su chi sia il suo doppio, intimo ed intimistico, nascosto e al contempo rivelato. Un testo che si divora, fino al termine in cui solleva, con cautela, il velo coprente le tante maschere umane.