La scatola rossa
- Autore: Florence Aubenas
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2011
Mentre la crisi economica partita dagli Usa sta colpendo i paesi europei e sta suscitando sommovimenti di portata storica nei paesi del Mediterraneo, con conseguenze che si stanno evolvendo senza che ancora possiamo valutarne gli esiti, ha raggiunto i primi posti in Francia un romanzo-verità della giornalista Florence Aubenas pubblicato l’anno scorso, appena tradotto in molti paesi europei e recentemente anche in Italia da Piemme: "La scatola rossa".
Florence, giornalista militante, rapita in Iraq e poi rilasciata, ha voluto fare un’esperienza durissima: si è stabilita nella città di Caen in Normandia, ha preso una stanza in affitto e con il suo vero nome si è presentata agli uffici di collocamento esibendo un titolo di scuola superiore in materie umanistiche, nessuna esperienza di lavoro precedente in quanto abbandonata da un compagno che l’aveva mantenuta e poi abbandonata. L’autrice ci racconta con lucido realismo le sue avventure durate sei mesi, fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato: ottenere un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
E’ molto difficile credere al coraggio che ha consentito a questa donna di affrontare la durezza delle prove a cui si sottopone, soprattutto pensando che mentre lei sta facendo un esperimento di tipo sociologico, decine di donne sue coetanee, francesi, sposate e con figli, vivono quelle stesse insicurezze, violenze verbali e psicologiche, privazioni, stanchezza mortale, privazione dei diritti più elementari ogni giorno della loro vita. La Francia di provincia che ci racconta la Aubenas offre alle donne solo lavori in ditte di pulizia che sfruttano la mano d’opera prevalentemente femminile. Residence, uffici, banche, campeggi, supermercati, vanno ripuliti all’alba o di notte in pochissime ore, senza lasciare traccia della propria presenza. Secchi, spazzoloni, detergenti, aspirapolvere, stracci, guanti di gomma sono le armi in mano ad eserciti di donne stremate di tutte le età che inseguite da caposquadra e manager severi rischiano ogni singolo giorno di perdere il posto di sostitute, in una precarietà di posizione lavorativa che spinge molte all’esaurimento e alla depressione e talvolta al suicidio. La solidarietà fra compagne di lavoro è merce rara e “mors tua vita mea” sembra essere la formula accettata e vincente. I tempi della rappresentanza sindacale, quando le anziane lavoravano alla linea di montaggio della grande fabbrica di elettrodomestici Moulinex e facevano rivendicazioni di tipo sindacale, manifestazioni, scioperi, sembrano preistoria; ora la paga è di otto euro lordi l’ora, per contratti di due-tre ore al giorno, a tempo determinato. Uno dei primi paesi del mondo occidentale ridotto ad una massa di lavoratrici precarie, con attività di bassissimo profilo (la pulizia in ginocchio delle docce e dei water del traghetto con la Gran Bretagna a ritmi incalzanti ne è l’esempio più significativo). La denuncia di Florence Aubenas è diretta, forte, efficace.
Chiudendo il libro ci si chiede che società abbiamo costruito, che prospettive offriremo alle generazioni future; tra le donne incontrate dalla giornalista non ci sono immigrate, scarsi gli uomini, in genere in posizioni dominanti. Mauricette, Francoise, Sylvie, Victoria, Marguerite sono donne intercambiabili, esauste, solo raramente soddisfatte di un lavoro infimo, ma meglio che niente! Presentarsi all’ufficio per l’impiego, sentirsi rispondere che non ci sono posti, guardare i monitor del computer alla ricerca di un’occasione che semmai si rivela un flop... posto già occupato, ripassi la prossima settimana, provi a frequentare uno stage, si rimetta in gioco, ha sbagliato le risposte al questionario, rifaccia il curriculum, si procuri un’automobile, meno male che non ha figli... E’ questo lo scenario che la Aubenas ha il coraggio di scoperchiare avendolo vissuto sulla sua pelle, correndo da un punto ad un altro della Bassa Normandia a bordo di una vetusta Fiat prestata, “Il Trattore”, vicende che la porteranno infine, quasi per caso, all’agognato “contratto a tempo indeterminato”. Tornerà in quel luogo solo per scrivere il libro, un documento prezioso per comprendere davvero la natura della crisi economica dalla quale i paesi occidentali non stanno uscendo, per quel che si può comprendere da questa inchiesta sul campo.
La scatola rossa
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