La signora in tweed
- Autore: Charles Exbrayat
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2023
Charles Exbrayat (Lione, 1906-1989): i suoi gialli e spy story di successo hanno ispirato il cinema e la televisione in Francia. Tutto il mondo sta riscoprendo il Simenon della Loira, autore da un milione di copie e le edizioni Garzanti hanno cominciato a pubblicare le avventure di Imogène McCarthery.
Finora inedite da noi, apparvero oltralpe per Les Edition du Masque tra il 1959 e il 1975. Il romanzo che fa sbarcare in Italia la cinquantenne dattilografa rossocrinita è La signora in tweed, in prima edizione a maggio nella collana “I repechage” (2023, 196 pagine), nella traduzione di Sara Arena dal francese Ne vous fâchez pas, Imogène! letteralmente “Non arrabbiarti, Imogene!”, apparso appunto nel 1959.
Imogène, nome impegnativo per una neonata, affibbiato dal papà colonnello dell’Esercito anglo-indiano, in servizio a Lahore, in Pakistan, alla piccola orfana di madre, morta di parto nel darla alla luce. L’hanno cresciuta i nonni, a Callander, un paesino della contea di Perth, nelle Highlands, territorio del vanto locale Rob Roy McGregor, eroe nazionale in kilt appena un gradino sotto il mitico William Wallace, predecessore del re degli scoti Robert Bruce, idolo di miss McCarthery.
Che uragano questa protagonista tanto diversa da ogni altra. Tutt’altro temperamento e portamento, rispetto alla rappresentazione che ne ha dato il cinema.
Nella prefazione al volume d’esordio italiano, la scrittrice e traduttrice Alice Basso contesta in particolare l’ultimo film in ordine cronologico dedicato nel 2010 all’eroina di Charles Exbrayat. La Imogène della pellicola di produzione francese ha l’età, il colore di capelli e la goffaggine dimessa e adorabile della quieta, classica ma insospettabilmente agguerrita Miss Marple.
Macchè, tutto sbagliato, tutto da rifare. Ma quale goffaggine, quale dolcezza, l’Imogène del libro non è un agnellino, ti salta addosso con un’energia e un’aggressività rese ancora più incisive dal fisico robusto. I capelli rossi sono una chioma da erinni ritorta in uno chignon.
È una che, se l’occasione lo richiede, beve whisky di mattina e fa colazione con del montone.
Non ha peli sulla lingua e fa in fretta a dare dell’idiota a chiunque, specie se britannico. Pazienza se si tratta del suo capo.
Ottima, Alice, come sempre. È poi illuminante l’efficacissimo profilo della segretaria scozzese tratteggiato da Exbrayat nel primo romanzo. Le colleghe d’ufficio, a Londra, la chiamano toro rosso, per il carattere e la capigliatura color carota. È perennemente a malpartito in terra “straniera” inglese.
Alla morte dei suoceri, papà Henry-James-Herbert aveva dato le dimissioni, per accudire la figlia, ma c’è chi dice perché contrario al progetto di togliere il kilt ai suoi fucilieri scozzesi. Al ritorno a Callander, si era speso per ultimare personalmente l’educazione della quindicenne, insegnandole che gli scozzesi sono il popolo più intelligente sulla terra e che tra loro gli abitanti delle Highlands costituiscono una classe privilegiata. Quanto agli inglesi, sono gente poco interessante, i gallesi un popolo non completamente civilizzato e gli irlandesi perfino meno. Al di là delle isole britanniche si apre il mare, oltre c’è il mondo dei selvaggi, qualunque sia il colore della pelle.
Aveva tollerato che Imogène imparasse la dattilografia e la stenografia, per servirsi di lei in prospettiva di un’opera destinata a sconvolgere l’Inghilterra. Però si era spento prima di avere scelto il titolo del libro vendicatore e la figlia trentenne si era ritrovata sola, senza risorse. L’egoismo del padre aveva allontanato tutti i possibili pretendenti alla sua mano, ma non serbava rancore, anzi venerava il ricordo del padre defunto, che le aveva trasmesso l’orgogliosa passione per la Scozia e i McGregor.
Un concorso per reclutare stenodattilografe nell’Ammiragliato a Londra l’aveva vista primeggiare e muovere i primi passi di una carriera che si augura le possa permettere di ritirarsi un giorno a Callander, dove non manca intanto di tornare per le vacanze estive. Apprezzata per la serietà e l’impegno, è stata trasferita all’Intelligence Department e per questo lascia credere ai compaesani highlander di far parte dell’Intelligence Service. Ha guadagnato un’ottima reputazione, sebbene nessuno sappia esattamente quali siano le sue occupazioni.
Dopo la sveglia mattutina, in casa, a Londra, Imogène mette in atto un cerimoniale immutabile. Si toglie la veste da camera e, in biancheria intima, si esamina con occhio critico nello specchio dell’armadio. Nessun cenno di civetteria, solo una verifica oggettiva della sua buona forma fisica, nell’eventualità di dover combattere per l’onore della Scozia. L’immagine rilflessa è di una donna alta un metro e settantotto centimetri, ben piantata, dall’aspetto vagamente maschile, la pelle candida delle rossocrinite.
Non riscontrando sul suo corpo il minimo rotolino inopportuno o il più insignificante accumulo di grasso superfluo, procede con impegno nella ginnastica mattutina. Le vale la forza non comune che non sempre riesce a controllare, come testimonia il soprannome red bull, datole dalle colleghe di lavoro.
Naturalmente, la presentazione continua, da parte dello scrittore francese, con la stessa verve, fantasia e bella scrittura. Data l’inclinazione a seguire cose di spionaggio, la nostra segretaria verrà poi davvero incaricata di qualche “missioncina”, volta per volta. E pensare che qualcuno la considera un’ingenua...
La signora in tweed
Amazon.it: 16,15 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La signora in tweed
Lascia il tuo commento