La sindone e le reliquie celebri
- Autore: Emanuele Roncalli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2010
La sindone e non solo. Sparse nel mondo cristiano, sono innumerevoli le reliquiae, come in latino chiamavano i resti, i residui, quanto rimane di santi e martiri, delle loro vesti, oggetti e strumenti del supplizio. “La sindone e le reliquie celebri. Storia, luoghi, riti e tradizioni” è un volume della collana Viaggi nella storia, della casa editrice Mattioli 1885 di Fidenza-Parma, (prima edizione nel 2010, 127 pagine 16 euro), guida riccamente illustrata a colori, realizzata dal curatore della collana, il giornalista bergamasco Emanuele Roncalli. Un lavoro che ha un primo grande pregio, subito evidente: presenta, cataloga, divulga, senza spacciare per certamente autentico quanto non si potrà mai dimostrare tale, ma anche senza far prevalere all’opposto uno scetticismo ugualmente privo di riscontri. È un contributo storico-cronistico puro, da vero giornalista.
Sulla sindone, la reliquia per eccellenza, nel proporre le vicende del “sudario” conservato a Torino Roncalli ricorda che il mistero intorno al Sacro Lino conta due millenni. La triplice datazione col radiocarbonio 14 ha concordemente indicato il Medioevo come età d’origine della fattura del lenzuolo, ma la scienza non ha dimostrato come l’immagine in negativo si sia formata, con le sue caratteristiche del tutto particolari. Ricerche scientifiche hanno fornito importanti elementi sulle tracce di sangue, sui pollini, sulle monete apposte sugli occhi dell’uomo martirizzato.
Ognuno è libero di avvicinarsi alla sindone secondo la sua sensibilità, con animo laico o devoto. Dopotutto, un nuovo tentativo di datazione sarà pur sempre possibile, siamo d’accordo con Roncalli. Possibile, ma non indispensabile.
Nella tradizione cristiana, la reliquia è una memoria fisica, un resto corporeo di santi e beati, evangelisti, apostoli, patroni o anche un oggetto legato alla loro vita o entrato in contatto con loro. Reliquie fisiche sono quindi i resti mortali, le ossa o parti dei corpi. Ce ne sono poi anche di origine non biologica: le reliquie “da contatto”, lembi perfino piccolissimi di tessuti, stoffe, vesti e sai. Partecipano della santità per essere stati appunto a contatto col corpo “santo”. Sono reliquie “di seconda classe”, sulla base della classificazione ufficiale della Chiesa.
Oggetto di venerazione quasi certamente furono per primi i corpi dei martiri cristiani sepolti a Roma nelle catacombe. Costantino dette poi un forte impulso, autorizzando la sepoltura di venerabili e santi nelle chiese e sotto gli altari. Sua madre Elena generò il fenomeno dei resti della passione di Cristo, riportando da numerosi viaggi a Gerusalemme tanti strumenti e oggetti citati nei vangeli. Schegge della croce, spine della corona, chiodi, spugne.
L’interesse per le reliquie generò un florido commercio che lascia più di un dubbio sull’autenticità, per la “proliferazione incredibile” di frammenti di legno, di chiodi e spine, cui vanno aggiunte fantasiose testimonianze di un passato evangelico-leggendario, come le gocce di latte della Madonna, i suoi capelli, svariate lance di Longino e perfino la coda dell’asino della natività, segmenti del prepuzio o del cordone ombelicale di Gesù Bambino. Che dire dei denari di Giuda? Si custodiscono in diversi luoghi le “lacrime” di Cristo, curiosamente sono tutti in Francia, che pare abbia ne conseguito il monopolio, non si sa per quale ragione.
Dal Medioevo soprattutto, divennero meta di pellegrinaggi chiese e santuari che custodivano le reliquie principali. Tuttora sono portate in processione ed esposte in ostensione.
La ricerca di ricordi rivisse una fioritura dopo il 1500. Ripresero le ricerche nei cimiteri antichi, con la riesumazione dei corpi dei santi e la traslazione in chiese e cappelle. Pio XI istituì il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, per dare rigore scientifico quanto meno al riconoscimento delle sepolture, visto che non potevano esserci certezze sull’autenticità dei corpi. La Chiesa autorizza il culto pubblico solo delle reliquie certificate da un documento rilasciato da un cardinale, dall’ordinario locale o da un soggetto delegato a dichiarare la genuinità dei resti ufficialmente, con permesso apostolico.
Roncalli si sofferma sulla storia, sui luoghi, riti e tradizioni legate alle reliquie, in una guida agile, che non pretende ovviamente di tenere conto di tutti i reperti. C’è chi si è impegnato a contare quanti chiodi, frammenti di legno e martelli della crocifissione siano venerati in giro per l’Europa. Se ne sommano in grandi numeri, per non parlare delle fasce che hanno avvolto il bambinello o di resti di tessuti vari, proposti alla devozione popolare. La Sacra famiglia, oltre al Golgota, ha rappresentato nel tempo una vera miniera di reliquie.
L’autore mette inoltre in luce il ruolo dei Templari nella venerazione della sindone, ma tutti gli ordini ospitalieri, presenti in Terrasanta, hanno favorito la venerazione da un lato e la proliferazione, dall’altro, di resti ossei e oggetti sacri piccoli e grandi, alcuni dei quali decisamente inattendibili.
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