La sorella dimenticata di Janice Hadlow

La sorella dimenticata (Piemme 2021, titolo originale The Other Bennet Sister, traduzione di Rachele Salerno) di Janice Hadlow, racconta la storia di Mary Bennet, sorella di Jane, Elizabeth, Kitty e Lydia, protagoniste del celebre romanzo Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 – Winchester, 18 luglio 1817) che la scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa neoclassica e una delle autrici più famose e conosciute del panorama letterario del Regno Unito e mondiale, pubblicò il 28 gennaio 1813.

“È una triste verità che, se una giovane donna ha la disgrazia di venire al mondo senza floride prospettive economiche, farà meglio ad avere l’accortezza di nascere bella”.

Quattro delle cinque sorelle Bennet di Meryton, nell’Hertfordshire, avevano avuto “l’intelligenza” di dotarsi di una grazia sufficiente a essere considerate delle bellezze nelle cerchie ristrette dei loro conoscenti. Jane, la maggiore, era splendida. Elizabeth, la secondogenita, compensava con l’umorismo e la vivacità i difetti quasi impercettibili del suo aspetto. Catherine e Lydia, le due sorelle minori, mostravano tutta la freschezza della gioventù, accompagnata a risate e da una civetteria, che le rendeva interessanti per i giovanotti dalle inclinazioni altrettanto chiassose e leggere. Solamente Mary, la figlia di mezzo, non possedeva né bellezza, né spirito, né fascino. Era cosa nota che le prospettive delle sorelle Bennet fossero molto meno invidiabili del loro aspetto. Apparentemente i Bennet se la passavano bene, ma tutti sapevano che l’apparente prosperità della famiglia riposava su fondamenta incerte. La proprietà era sottoposta a un vincolo che ne prescriveva la successione ai soli eredi maschi: se Mr Bennet non avesse avuto un figlio, sarebbe passata nelle mani di suo cugino. Il figlio maschio non era arrivato e la proprietà sarebbe passata all’odioso e supponente Mr Collins.

Le difficoltà che attendevano Mrs Bennet e le sue figlie alla morte del marito erano il chiodo fisso di Mrs Bennet, e la si sentiva spesso lamentare dell’ingiustizia del vincolo, sia in casa sia fuori. Se il padre non poteva assicurare loro un futuro, dovevano cercarsi un marito che lo facesse. Vedere le sue figlie sposate a uomini dai patrimoni di rilievo avrebbe placato molte delle paure di Mrs Bennet, ma immaginarle unite a mariti con rendite abbondanti e cospicue proprietà era una vera e propria gioia. L’ambiziosa Mrs Bennet sognava di vedere le sue figlie proprietarie di dimore eleganti e parchi sconfinati. Se è vero che l’avvenenza supera ogni altra qualità agli occhi degli uomini, nelle sue figlie Mrs Bennet apprezzava soprattutto la capacità di piacere. Da questo punto di vista, con quattro delle sue ragazze Mrs Bennet aveva tutte le ragioni per ritenersi soddisfatta. Soltanto una delle sue figlie l’aveva delusa: Mary aveva commesso l’errore di non ereditare né l’aspetto né il fascino di tutte le altre componenti femminili della famiglia. Giacché per l’inesorabile Mrs Bennet “era la bellezza l’unica dote femminile che riconosceva”.

In questo volume bestseller del “Sunday Times”, l’autrice inglese fa rivivere l’atmosfera indimenticabile di uno dei romanzi più amati e letti della letteratura mondiale nel qualenell’Inghilterra rurale di fine Settecento una madre determinata cerca pretendenti possidenti, di terre e titolo, per le sue cinque figlie. A Longbourn, nella proprietà dei Bennet, c’è una giovane donna che ama i libri, erroneamente considerata poco appariscente da una madre egoista e superficiale. Invece l’aspetto semplice e il carattere serio celano il meraviglioso mondo interiore di una fanciulla dolcissima, che Miss Austen ha voluto tenere in ombra lungo l’arco della narrazione del suo libro più celebre. Ovviamente presto un gentiluomo avrebbe apprezzato le virtù nascoste di Mary Bennet, la sorella dimenticata, anche perché tra orgoglio e pregiudizio è sempre l’amore a vincere.

“Crescendo, Mary aveva atteso speranzosa che Mrs Bennet esprimesse anche a lei simili parole di apprezzamento”.