La storia di un tale di nome Socrate
- Autore: Giuseppe Messina
- Genere: Libri per bambini
- Anno di pubblicazione: 2008
Libro per bambini - Ho acquistato questo libro quasi per caso, su una libreria online, animato dalla curiosità verso questo personaggio tanto importante per la storia del pensiero occidentale. Il primo approccio è stato un pò sconfortante: si tratta di un libro pensato e scritto per lettori giovanissimi.
La lettura è stata comunque molto gradevole e l’autore stesso, non so quanto consapevolmente, ha man mano abbandonato il linguaggio infantilistico, ("La mamma di Socrate faceva nascere i bambini"per dire che fosse ostetrica, e "l’amore è ciò che le mamme e i papà sentono e vogliono fare quando pensano ai loro figli" - sic!), per portarsi ad uno stile di scrittura accettabile e persino gradevole.
Del resto nella seconda parte del libro, interamente dedicata al processo di Socrate, il nostro filosofo dalla maieutica facile parla in prima persona con lunghi monologhi: difficile trasportarlo in chiave scuola elementare senza banalizzarlo scrivendo, ad esempio, "lo so che non sono stato bravo, però non l’ho fatto apposta! Dai, vi prego, non la cicuta, preferisco l’aranciata!". Il risultato è che, a mio avviso, i bambini che avevano trovato consono ai loro mezzi lo stile della prima parte troveranno noiosa ed incomprensibile la seconda.
Tornando a noi, e quindi a Socrate, le pagine dedicate al processo ed ai lunghi monologhi rendono bene il pensiero e lo stile dello "scimmione" superpensante, che personalmente mi sono molto cari. Rivolgendosi agli ateniesi, Socrate è pungente e provocatorio, ma limpido. Sa che, piangendo ed implorando pietà, il popolo e la giuria godranno del piacere che cercano e mostreranno, soddisfatti, clemenza; tuttavia egli rifiuta di essere infedele a sè stesso, quindi alla verità, e non rinuncia al dovere e al privilegio di stimolare i suoi concittadini a pensare in modo critico alle proprie azioni.
E così, niente aranciata per Socrate e neanche una banana Chiquita. Solo Cicuta.
Tuttavia Socrate non la prende male, anzi: la consapevolezza della condanna è il pretesto per riflettere anche sull’unica certezza della vita, la morte. E giustamente, più giustamente di qualunque altro pensiero si possa esprimere sulla morte, Socrate dice come la pensa e, secondo me, la pensa bene. Le pagine sulla morte sono forse le più belle del libro e valgono da sole l’acquisto. Per questo non ve le svelo.
Se poi riuscirete e far partecipe un bambino del contenuto di tutto il libro, avrete raggiunto il nobile scopo che vale i 12€ del prezzo di copertina, prezzo che di solito è sovrabbondante per un libro di una settantina di pagine, scritto a caratteri moooolto grandi e con tanto di illustrazioni.
Ma si sa, è il succo che conta, specialmente quello di cicuta.
Storia di un tale di nome Socrate
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