La strage di Bologna
- Autore: Alex Boschetti, Anna Ciamitti
- Genere: Politica ed economia
- Casa editrice: Becco Giallo
Il fumetto come focus aggiunto per inquadrare la storia più recente. Quella oscura, quella che non si trova nei libri di scuola, che lascia sgomenti. Quella degli scheletri nell’armadio, delle verità nascoste. Quella delle ombre lunghe, dei depistaggi, dei morti ammazzati inconsapevoli e dei misteri ingloriosi d’Italia. Quella del delitto Pasolini, di Ustica, del sequestro Moro, di Piazza Fontana, per intenderci. Un contro-canto a “strisce” alla canonica saggistica.
Artefice - da qualche anno in qua - di questa idea meravigliosa è la casa editrice Becco Giallo, che cavalca l’onda della graphic novel, ma cum grano salis. Niente zombie in libera uscita e nemmeno prurigini da cronaca vera: i suoi volumi - accurati, sia sotto l’aspetto grafico che sotto quello contenutistico - rappresentano un corollario ulteriore della narrativa d’inchiesta. In altri termini: è nato il fumetto d’impegno civile, signore e signori, e - data la larga acquiescenza culturale dei nostri giorni - non c’è che da trarne conforto e applaudire per il coraggio.
“La strage di Bologna”, sceneggiato da Alex Boschetti e disegnato da Anna Ciammitti, ha un plot da docufilm e un tratto grafico di qualità assoluta. Si sviluppa per strappi temporali, alternando contesti (spesso torbidi), personaggi, situazioni. Il taglio è serrato, cronistico, affatto compiaciuto (evita i possibili dettagli splatter che offre la storia: grande merito), segno che ciò che interessa ai due autori è raccontare la strage - il suo prima e il suo dopo - con occhio fermo, imparziale. L’attentato alla stazione di Bologna ha ucciso 85 persone e avrebbe dovuto/potuto essere il prologo eclatante di un disegno eversivo progettato da servizi segreti, massoneria, terroristi di estrema destra (gli esecutori materiali dell’attentato risulteranno i neofascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro). Vale la pena, di tanto in tanto, ricordarsi di queste cose. Scriverne, parlarne. “La strage di Bologna” è, per ciò, molto più che un “semplice” racconto a fumetti. E’ un libro - inserito in una collana - che si riallaccia alla tradizione del cinema politico anni sessanta/settanta. Una graphic novel di peso specifico, per quanti aspirano al contenuto anche nei media popolari (perché no?). Per dirla con il Carlo Lucarelli della prefazione al volume:
“Mettere in fila i fatti provocando emozioni. Credo che altro, noi narratori non possiamo fare (…) che questo avvenga con le parole dei romanzi, con le immagini del cinema e della televisione (…) o con i disegni di un fumetto, non ha importanza, basta che sia efficace. Quando poi, come in questo caso, sta in una collana che ha avuto l’idea di utilizzare uno strumento di narrativa popolare come il fumetto per raccontare misteri della nostra storia recente, non è soltanto efficace. E’ geniale”.
Sacrosanto, che dire di più?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La strage di Bologna
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