La verità sul caso Rudolf Abel
- Autore: James Britt Donovan
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2015
“La verità sul caso Rudolf Abel” (Garzanti 2015, titolo originale Strangers on a Bridge, The Case of Colonel Abel, traduzione di Vittorio Di Giuro) di James Britt Donovan (New York, 1916-1970) è il diario dell’avvocato e ufficiale della marina americana scritto nel 1964 sul “Caso Abel”, la cui vicenda è raccontata nel film “Il ponte delle spie” di Steven Spielberg, nelle sale italiane dal 16 dicembre, con protagonisti Tom Hanks nel ruolo di Jim Donovan e Mark Rylance in quello di Rudolf Abel, sceneggiatura di Matt Charman e di Joel ed Ethan Coen.
“Ciascun individuo merita di essere difeso” perché “ogni uomo è importante”. James Donovan, legale assicurativo con doti di negoziatore di Brooklyn, New York, sa benissimo che accettando l’incarico, ricevuto dal governo degli USA, di difendere Rudolph Abel, spia sovietica, appena arrestato dalla FBI, avrà contro l’intera opinione pubblica americana. Siamo in piena Guerra Fredda, l’America della fine degli anni Cinquanta del XX Secolo è spaventata dal pericolo comunista rappresentato dall’URSS, le due superpotenze, quella sovietica e quella statunitense, si spiano a vicenda, ai bambini vengono mostrati terrificanti filmati che mostrano i devastanti effetti della bomba atomica. Nonostante ciò un “uomo tutto d’un pezzo”, benché consapevole che il suo cliente sarà condannato, cerca di far rispettare la giustizia battendosi perché gli venga risparmiata la sedia elettrica. “Dobbiamo fermare questa giostra”, o almeno tentare, riflette Donovan, dotato di grande senso etico, al quale stava per essere affidata una missione impossibile, proprio mentre a Berlino si sta costruendo quel Muro (d’incomprensione e diffidenza) che presto dividerà il Vecchio Continente in due zone d’influenza politica. Infatti, l’Europa orientale sarebbe ricaduta sotto il controllo politico dell’Unione Sovietica, mentre l’Europa occidentale sarebbe entrata sotto l’influenza degli Stati Uniti. Se il giudice decidesse di commutare la pena di Abel salvandolo dalla sedia elettrica è possibile che in un non lontano futuro, avvisa Donovan, la spia sovietica potrebbe essere usata come pedina di scambio.
“Con Abel vivo avremmo una polizza in mano quando arriveranno tempi cupi”
È proprio ciò che avviene quando nel 1960 il pilota americano Francis Gary Powers, viene catturato dai sovietici dopo essere stato abbattuto col proprio aereo Lockheed U-2 durante una missione di spionaggio sui cieli russi. È lo stesso Presidente Kennedy che affida a Donovan il compito segreto di riportare a casa il pilota, sarà l’integerrimo avvocato a negoziare il delicato baratto che avverrà in una gelida alba berlinese, il 10 febbraio 1962, sul Glieniker Brucke, da tutti conosciuto come il “Ponte delle spie”, che segna il confine tra Berlino Est e Ovest.
Il diario di Donovan, il quale oltre a essere protagonista del “Caso Abel” ha collaborato al processo di Norimberga e assistito le famiglie dei prigionieri cubani sopravvissuti al tentativo d’invasione dell’isola di Cuba alla Baia dei Porci, si legge come uno spy thriller, catapultando il lettore oltre la Cortina di Ferro, quella linea di confine che separava l’Europa Orientale da quella Occidentale. Una storia vera, avvincente, di scottante attualità, che fa riflettere, perché se allora ciò che atterriva il mondo era la paura della bomba atomica, ora il pericolo è rappresentato dai terroristi dell’Isis, una paura subdola, capace di limitare le nostre libertà.
Donovan, un uomo giusto, incarna gli ideali di giustizia e liberalità, valori fondanti della costituzione americana.
Il thriller spionistico, finora poco conosciuto, ha colpito la fervida mente di Spielberg nella pellicola che segna la quarta collaborazione con il sodale Tom Hanks. Incisiva l’interpretazione di Tom Hanks, ancora una volta il bravo attore assume le sembianze di un eroe per caso, un “ordinary man”, catapultato in gioco più grande di lui nel quale ne esce vittorioso.
“C’era qualcosa nel modo in cui questo avvocato americano viene portato via dalla sua comfort zone e gettato nel mezzo della Guerra Fredda, che mi ha coinvolto e ha spinto me e Tom a dire sì”
Jim Donovan è
“un uomo che difende i principi giuridici che l’America reputa sacri anche in un momento in cui qualsiasi cosa associata al comunismo e alla minaccia "rossa" era odiata dall’americano medio. Voleva far capire che tutti hanno lo stesso diritto a una legittima difesa come qualsiasi americano”
ha dichiarato Hanks in una recente intervista.
“Noi dobbiamo avere quel dialogo che i vostri governi non possono avere”
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