La vita di tutti noi di Salvatore Lanno

L’esordiente Salvatore Lanno divide questo romanzo in due parti. Nella prima c’è un gruppo di ragazzi che vivono sotto lo stesso tetto, per non pagare troppo di affitto e cercano di trovare il modo per stare uniti.

Antonio cerca di non svegliare gli altri nella sua stanza, fa un lavoro faticoso ovvero lavora in una pasticceria industriale. Il lavoro è un po’ pesante perché si deve andare dietro ai macchinari, ma l’ambiente è buono e famigliare, malgrado ci siano almeno venti operai.
Anche gli altri ragazzi nella casa fanno lavori faticosi, ma sanno dividere le spese, non hanno problemi per i viveri, comprano litri di latte per il loro collega egiziano che beve solo quello.
Questa parte del romanzo ha qualcosa di neorealistico, ma anche utopico. La morale sembra che se ti accontenti di lavori faticosi ma ben retribuiti, la parola disoccupazione non esiste. Ma tutti gli inquilini che via via conosciamo sono consapevoli di aver rinunciato ad ambizioni, ad una vita migliore insomma.

La seconda parte del romanzo ha una trama unica e non un coro di voci, come la prima.
Una famiglia normale benestante: Gianni è dirigente bancario, la moglie Sarafa infermiera e hanno un bambino di sette anni.
Si dividono i compiti: Gianni va a prendere a settimane alternate il bambino a scuola. Proprio davanti all’edificio scolastico conosce Teresa, la zia di una bimbetta che va a prendere saltuariamente.
Il problema è che dal secondo incontro la donna comincia a chiamarlo tesoro e a fargli l’occhiolino. Lei è infermiera come Sara, si conoscono e hanno una sorta di conoscenza a tratti amichevole.
Gianni affronta Teresa. Lanno scrive:

"Teresa, fino a ora ho fatto finta di niente, ma adesso posso farti una domanda?" "Certo, tutte le domande che vuoi!"
"Ma tu ci stai provando con me?" chiede Gianni, cercando di farla finita con quella storia. "Sì!" risponde in modo secco e deciso Teresa. "Teresa, tu lo sai che sono sposato con una persona che conosci e che lavora con te: la amo e con lei ho fatto un figlio. Vuoi che aggiunga altro?"
"Non mi interessa cosa vuoi aggiungere, tu mi piaci
e ti desidero… Ti voglio!"

La storia diventa appassionante. Lanno sa come costruire una storia, peccato che ogni tanto la scrittura si appanni e diventi un po’ sciatta.