La vita è un romanzo irlandese di Antonia Vitiello

A prescindere dal mio debole per l’Irlanda, La vita è un romanzo irlandese di Antonia Vitiello (Iris4 Edizioni) mi ha totalmente conquistata. L’ho letto tutto di un fiato dopo averlo scovato in un ripiano della libreria in cui ero a cercare per l’ennesima volta la guida perfetta per progettare il grande viaggio, tre mesi in Irlanda, meta sognata sin da bambina. Più progredivo nella lettura, più mi dicevo, devo partire, è la volta giusta. Così ho acquistato un biglietto low cost per Dublino e l’ho riposto in un cassetto fino al fatidico giorno della partenza.

Nel frattempo ho anche terminato la lettura che mi aveva finalmente mosso all’azione. Sin dalle prime pagine mi son sentita molto in empatia con la protagonista, una giovane laureata italiana, innamorata dell’idea dell’Irlanda ancor prima di visitarla. Curiosa di mischiarsi con un popolo nuovo, di conoscerne usi e costumi da assimilare ai propri e con l’entusiasmo ed un pizzico di incoscienza tipicamente giovanili.

Mi è enormemente piaciuta la figura di questa ragazza, così intraprendente ed impavida, il suo desiderio di conquistare un posto nel mondo ripartendo da zero, da un sostrato culturale tanto diverso come può essere quello italiano in relazione all’Irlanda.

E in queste scorrevoli pagine avviene un susseguirsi mirabolante di situazioni inaspettate, incontri emozionanti, cambiamenti radicali, stati d’animo contrastanti anche grazie alla componente politica presente nel romanzo, costituita dall’operato dell’IRA nell’Irlanda del Nord. Il lettore quindi non ha mai modo di annoiarsi. Ed ecco che La vita è un romanzo irlandese si trasforma mano a mano in una vera e propria saga familiare, comprendente quattro generazioni, anche perché Susanna, la protagonista, per amore non lascerà mai più questa terra.

Mi astengo dall’esternarlo ma vi è un finale davvero a sorpresa, che a scommetterci un miliardo, la gente non arriverebbe mai ad indovinarlo. Se avete voglia di lasciarvi trasportare dall’entusiasmo di questa italiana sui generis leggete questo libro, non ve ne pentirete. E partite per l’ Irlanda, io dopo sette mesi vi scrivo da lì e il biglietto di ritorno può ancora attendere.