La voce delle onde di Yukio Mishima

La voce delle onde (Feltrinelli, 2016) di Yukio Mishima è un racconto raffinato e suggestivo, sorprendente per la semplicità con cui l’autore riesce a creare una sublime analogia tra il mare, l’isola con la sua comunità di pescatori, e il passionale e virginale amore tra due bellissimi giovani, di estrazione sociale diversa, che in quel luogo s’incontrano.

Trama - Shinji, figlio di una vedova pescatrice di perle, è un ragazzo dall’indole silenziosa, integra e valorosa, mentre Hatsue, ragazza genuina ed emancipata, è figlia del ricco e burbero proprietario di alcune navi mercantili; data da bambina in adozione a una famiglia di pescatrici di perle, è appena rientrata sull’isola dove vive il padre, l’uomo più potente e temuto del villaggio. Tutta una serie di altri personaggi, uomini e donne dalla presenza potente, condisce la narrazione dove non è difficile guardare per immagini qualità fisiche e morali di ognuno, grazie allo stile narrativo dell’autore.
La protagonista principale, tuttavia, è l’isola dove questa storia si svolge, Uta-jima, l’isola del canto, con la sua pulsante comunità di pescatori che al mestiere del mare ha dato in pegno la propria esistenza in una sorta di attaccamento e timore nei confronti di ciò che quell’universo isolano rappresenta: l’incedere delle stagioni che determina il tipo di pesca, i tempi e le modalità con cui le imbarcazioni escono in mare, le differenze di età e di cicatrici sulla pelle delle tuffatrici che raccolgono le ostriche nel fondale roccioso, il sole e il sale che cuociono la pelle degli uomini e delle donne rendendole vissute creature umane dalla genesi marina e dall’aspetto stupefacente, le tempeste con le quali si può danzare in una sorta di rituale a metà tra la vita e la morte, tutto ciò abita incontrastato l’isola del Pacifico che accoglie gli eventi delle creature che la vivono.

Tutto sull’isola del canto segue i ritmi incessanti e potenti del tempo e della natura, creando una piccola comunità di persone che, in quanto esseri umani, sembra custodire i vizi e le virtù dell’intera umanità. La gelosia, l’invidia, il pettegolezzo, la solidarietà, la forza, la speranza, tanto il valore quanto la mediocrità sono fortemente presenti in una comunità di uomini e donne che si scontra con i propri limiti umani, ma che rimane pur sempre cosciente di essere sottoposta ad una volontà superiore, che sia il volere del dio del mare Yashiro o la forza ineluttabile della natura con cui convivono. Non a caso, i due principali punti di riferimento dell’isola e dei due giovani protagonisti sono il tempio di Yashiro e il Faro, che dominano dall’alto le coste sull’oceano, a rappresentare le forze soprannaturali con cui gli stessi si confrontano nel loro percorso terreno, che si scontra con altrettante forze terrene ad ostacolarlo.

L’amore tra i due giovani soggiace, così, ai voleri non sempre propizi della stessa comunità a cui appartengono, alla quale sembra soccombere se non fosse che – nella visione etica dell’autore – gli alti valori intrinsechi degli esseri umani portano sempre a un riscatto di elevazione, che si risolve nell’amore autentico che mai è scontato e facile da raggiungere.
Il mare, il vento, il sole e la tempesta accompagnano con la loro musica gli accadimenti che avvengono sull’isola del canto, dove a cantare sono le onde in un susseguirsi di eventi e descrizioni: l’autore attento tanto alla bellezza dei luoghi quanto alla psicologia dei personaggi ci lascia in dono una storia dai tratti poetici e romantici, dove il lirismo non si ferma al sentimento umano ma abbraccia l’onnipotenza della Natura che, in un spazio circoscritto come la piccola isola del Pacifico, rappresenta l’intero Universo.

È questo il mio terzo appuntamento con Yukio Mishima, che giunge in un periodo in cui ho avuto modo di sperimentare una connessione profonda con il mare e la sua essenza, una volta ancora mi dico che sono i romanzi a scegliere il lettore nel momento più propizio e non il contrario, apportando profondità e tangibilità ad emozioni vaganti.