L’età verde
- Autore: Yukio Mishima
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
“L’età verde” venne scritto di getto, in soli due giorni, da Yukio Mishima, nel 1950 e pubblicato alla fine dello stesso anno su una celebre rivista. Considerato un moderno romanzo di formazione, un bildungsroman, è un’opera successiva a “Confessioni di una maschera”, il cui successo fu identico.
Lo scrittore giapponese racconta l’infanzia, l’adolescenza di Makoto Kawasaki fino alla maturità: i suoi anni di crescita e di formazione, tra rinunce e dolori. Yukio Mishima si ispirò ad un evento reale descritto e narrato dai quotidiani giapponesi alla fine della seconda guerra mondiale. Un giovane e promettente studente, disilluso dagli anni tragici della guerra, divenne uno spietato dirigente di una società finanziaria di prestiti, creata da lui stesso, che truffò ignari clienti. La guerra aveva lasciato drammaticamente ferite e angosce negli animi delle persone; la sete di denaro, la mancanza dei valori fondanti la società giapponese e i mutamenti post guerra nel Paese erano alla base del profondo cambiamento di Makoto, l’alter ego di Mishima.
“Ho voluto scrivere la storia di un uomo che non dubita. Ha posto dei limiti alla sua diffidenza, e dubita soltanto entro questo spazio preciso. È un soggetto realmente difficile (…) lui che avversa così fieramente Machiavelli, ne diviene in tal modo un inconscio seguace”.
Makoto viveva nella sua casa a due piani, con davanti un portale antico di pietra e una splendida veranda, nei pressi del fiume Yana. Era il terzogenito di una famiglia benestante: suo padre, medico, era molto stimato e venerato nel villaggio di pescatori. L’obbligo e l’applicazione negli studi, voluta dall’educazione severissima del padre, fondata sul senso del dovere, lo condurranno al superamento, nel 1939, degli esami di ammissione all’Università di Tokyo. Nel marzo dello stesso anno Hitler, dopo i negoziati tra Germania e Polonia, occupò Praga e il resto della Boemia. Le sue attività all’università era di seguire le lezioni e di allenarsi, nell’ora di esercizio fisico, al tiro con l’arco, avendo rifiutato il canottaggio e il rugby. Un giorno alla settimana lo dedicava alla letteratura, anche a quella inglese, francese, tedesca. Makoto amava leggere Gide, Valéry, Shakespeare, Byron. Si appassionò da subito alla filosofia di Kant, a quel filosofo che per vent’anni calzò lo stesso cappotto ed era solito uscire alla cinque la mattina e alla cinque di sera. La cultura tedesca la considerava grandiosa attraverso le letture di Hegel e Marx, e la musica di Bach e Mozart, mentre il suo amico Otagi, anch’egli matricola, la riteneva responsabile di aver originato il nazismo.
Per la sua natura complessa, nella quale conviveranno il senso di superiorità e il complesso di inferiorità, Makoto avrà sempre bisogno di mettere ordine nella sua vita, programmando finanche le ore del tempo libero. Il rancore che coverà per l’educazione ricevuta lo porterà ad incolpare il padre dei suoi insuccessi e della sua difficoltà nell’affrontare l’amore e la vita. Le dimissioni del primo ministro Hiranuma conseguente alla situazione anomale e confusa dell’Europa, condurranno alla guerra e alla catastrofe che ne derivò. Nel settembre 1945 Makoto, reduce di guerra, tornò a casa con la volontà di riprendere gli studi universitari.
“Un’epoca che suscita delusioni eccessive è in fondo un’epoca che può fornire grandi speranze”.
Indossando dopo tanti anni la divisa di studente e camminando all’interno dell’università gli sembrò che la guerra non ci fosse mai stata. In quel periodo maturò la sua particolare concezione del mondo. Lo spirito giovanile, i sentimenti e gli ideali di uguaglianza sociale che il materialismo aveva denunciato, lo avevano abbandonato e il suo tempo lo richiamava alla spietata realtà del vivere. A causa della guerra si erano persi i sogni e la gente festeggiava la cartamoneta, con richiami ad una vita effimera e falsa.
“La sete di denaro era un regalo di quell’epoca imprigionata, e la vita stessa di Makoto non era altro che una sequenza di ore prigioniere”.
La storia drammatica di Makoto e delle sue disillusioni, narrata ne “L’età verde”, raccoglie i pensieri politici e letterari di Yukio Mishima, della bellezza tragica e sublime della sua poetica, delle inquietudini ideologiche del dopoguerra, della perdita degli ideali e della fragili speranze. Un suggestivo romanzo sulla formazione del carattere e sulle influenze sulla natura degli esseri umani dell’epoca moderna.
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