La volpe alla mangiatoia
- Autore: Pamela Lyndon Travers
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2016
“Una favola di Natale” è il sottotitolo di “La volpe alla mangiatoia” (Sellerio, 2016, titolo originale The Fox at the Manger, traduzione di Orietta Guaita, illustrazioni di Thomas Bewick) magica fiaba natalizia di Pamela Lyndon Travers pseudonimo di Helen Lyndon Goff (Maryborough, 9 agosto 1899 - Londra, 23 aprile 1996).
Pamela Lyndon Travers, creatrice di “Mary Poppins” (1934) che scrisse poco più che adolescente per alleviare le pene delle proprie sorelle addolorate dallo stato depressivo in cui versava la loro madre, pubblicò questo testo, adatto ai lettori di tutte le età, nel 1962, e viene rieditato ora dalla casa editrice siciliana. Attrice, danzatrice, giornalista, critica, studiosa di filosofia, miti e folklore, Pamela Lyndon Travers in queste pagine mette al centro della scena un magico presepe, giacché nella notte di Natale gli animali hanno il potere di parlare.
Per la prima volta dopo la fine della II Guerra Mondiale suonavano le campane della Cattedrale londinese di St Paul, di Natale per annunciare la nascita di Gesù Bambino, lo scampanio sferzava l’aria e ogni rintocco sembrava parlare di concordia, di armonia, di unione e di pace. La folla, nutrita di liete novelle e desiderosa del suo tè si era diretta verso le uscite della cattedrale, spalla a spalla amichevolmente soffermandosi a stendere il braccio verso i piattelli dei sacrestani su cui cadevano tintinnando le monete d’argento. I bambini si divertivano a danzare al suono delle campane, uno di loro domandò:
“Perché nel presepe non c’erano animali selvaggi? Non avevano niente da regalare, loro?”.
E allora l’autrice iniziò a raccontare una storia che non ricordava da dove provenisse ma che
“mi sembrava di ricordare ogni parola, proprio come se l’avessi un tempo ascoltata io stessa”.
Dunque... era notte fonda, un tenue bagliore proveniva dal centro della stalla, ma per il resto tutto era immerso nell’ombra. Il bagliore nella stalla veniva dalla mangiatoia, dove il Bambino giaceva tranquillo sulla paglia. Intorno a lui vi erano le bestie amiche, la testa china sul petto, gli zoccoli saldamente piantati fra la paglia sparsa. Pacifici e immobili come statue di pelo. Tutti sanno che gli animali dormono sempre con un orecchio all’erta.
“Creature della terra, per essi è naturale ascoltare ogni minimo tremore della terra”.
Le bestie dormienti avevano percepito le vibrazioni di un suono che quasi non era nemmeno un suono, ma un calpestìo cauto e deliberato che si andava facendo ogni secondo più distinto avvicinandosi sempre più alla stalla. Quando la luna scivolò fuori da una nuvola, le vigili creature videro, mentre si faceva strada tra i campi scintillanti, una piccola volpe rossa che lasciava con un piede dopo l’altro leggere impronte a forma di fiore. La volpe veniva avanti lentamente approssimandosi alla stalla. Appena lo splendore proveniente dalla mangiatoia la investì, la volpe alzò il capo e si fermò sulla soglia emettendo un lungo lento sospiro. Senza volgersi né a destra né a sinistra osservò tutta la scena che le stava davanti, con i suoi gialli occhi distanti l’uno dall’altro, come se finalmente avesse trovato ciò che cercava. La volpe stava per donare al Bambino un regalo più prezioso di quello dei Re Magi.
“Ti ho dato la mia astuzia, e possa esserti essa di molta utilità. Sei tu adesso la volpe, sola contro il mondo”.
La volpe alla mangiatoia: Una favola di Natale
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