Le occasioni del Sud
- Autore: Alberto Granese
- Categoria: Saggistica
Amleto sono io e siamo noi tutti, che ininterrottamente cerchiamo le motivazioni ultime, il senso autentico di ogni azione, di qualsiasi umano accidente.
La scelta di Amleto è perché impersona, scrive l’autore, più che lo spirito di vendetta, l’ansia della ricerca finendo egli stesso oggetto di indagine. E sarà proprio l’indagine svolta dal nostro autore attraverso le opere di alcuni famosi scrittori italiani di fine Ottocento e del primo Novecento e i loro fondamenti teorici a rendere questo saggio, "Le occasioni del Sud", un considerevole e prezioso studio sui movimenti intellettuali e le occasioni storiche e letterarie del Sud. Alberto Granese, professore di Letteratura italiana nell’Università degli Studi Salerno, è saggista e critico letterario e ha anche ricoperto incarichi politici e istituzionali. Ugo Ojetti nell’estate del 1894 si dirigeva da Roma verso il Nord per il suo viaggio di esplorazione letteraria. Era alla scoperta di letterati, quei venti o trenta scrittori divenuti famosi in quel fine secolo, mosso dal desiderio critico di intervistarli. Inoltre voleva conoscere dalla loro viva voce quale fosse lo stato della letteratura in quel momento, se era condannata a morte prematura o se invece era possibile scorgere una nuova alba letteraria. Come i nascenti modelli narrativi, lontani dai canoni di Zola e di Verga, che si rispecchiavano nel movimento neomistico di Antonio Fogazzaro e di Matilde Serao.
Un impegno non da poco fu per la Serao dichiarare la sua avversione al Naturalismo che considerava un’espressione artistica del materialismo. Conosceva bene Napoli la città dove viveva, i conflitti, la miseria, le ricchezze e soprattutto dopo il suo viaggio in Palestina aveva individuato la necessità culturale di un sollevamento dell’anima, in un desiderio di infinito e di ignoto contro l’aridità e l’asprezza della cultura letteraria legata al naturalismo e alla esaltazione delle scienze.
Il Sud doveva esprimere, nei suoi intenti, una cultura differente che ponesse al centro dell’evoluzione l’uomo e la sua anima. Un’aspirazione all’ideale che lei vedeva nel popolo meridionale, nel desiderio di uscire dalle fatiche della vita dovute alle difficoltà economiche e sociali. Rimanendo uniti nella sofferenza era necessario mostrare al popolo la via giusta. L’identità dello scrittore diviene sociale e prende qui forma, e troverà spazio nei percorsi storici e culturali negli anni a seguire.
Piero Gobetti leggeva, a solo diciassette anni, le opere di Giustino Fortunato, uno dei maestri del meridionalismo e molti dei suoi scritti li pubblicherà sulla sua rivista politica, La Rivoluzione Liberale. Gobetti sottolineava, scrivendone, le sue attenzioni al Sud e senza censure evidenziava le sventure del Mezzogiorno. Un giovane intellettuale torinese, intransigente oppositore al fascismo, scriveva pagine e pagine sugli ideali traditi del Risorgimento e sul problema agrario del Mezzogiorno. Era un convinto sostenitore che le moderne economie del Nord non dovevano svilupparsi a detrimento del Sud. La sua rivoluzione liberale doveva contribuire al risveglio e alla partecipazione alla lotta politica del proletariato agricolo, finalizzato a liberare le forze nuove della società ( contadini, operai, intellettuali, giovani). Un compito fondamentale per Gobetti era porre, quindi, la questione meridionale, una delle tragiche incognite del nostro avvenire, scriveva, perché le classi medie dominanti nell’Italia moderna non avevano mai mostrato alcuna attitudine all’eroicità e al sacrificio politico.
"Le occasioni del Sud" è un itinerario letterario ampio, composito e profondamente attuale in un paese come il nostro dove il Nord e il Sud, economicamente ed elettoralmente differenti, hanno problemi atavici irrisolti. Un variegato percorso dai villaggi in Aspromonte narrati da Corrado Alvaro, in quel periodo di crisi internazionale più profonda delle istituzioni che videro consolidarsi le dittature in Europa, ai versi di Salvatore Quasimodo, il poeta che affrontò con passione la condizione del Sud quando la questione meridionale era aggravata da un paese economicamente diviso a metà e dall’ incessante e conseguente flusso di emigranti dal sud al nord. Per arrivare infine al poeta Alfonso Gatto, salernitano, intellettuale di formazione europea che seppe interpretare magistralmente le istanze di rinnovamento di una provincia del Sud.
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