Le armi che hanno cambiato la storia di Roma antica
- Autore: Marco Lucchetti
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2018
Lina Wertmuller, regista di film dai titoli chilometrici, sarebbe orgogliosa di quello interminabile del libro di Marco Lucchetti, “Le armi che hanno cambiato la storia di Roma antica”, volume della ricca collezione editoriale Newton Compton, pubblicato a gennaio 2018, nel solido formato caro alla casa editrice romana (329 pagine, 9.90 il cartaceo, 5.99 l’eBook).
Ancora più lungo il sottotitolo: Il racconto avvincente dell’esercito romano attraverso le armi che lo resero imbattibile.
Lungo, anzi, lunghissimo, anche il periodo sotto esame. Va ben oltre la fine convenzionale dell’impero romano d’Occidente, fissata nel 476 d.C. copre un arco di quasi 15 secoli, dalla fondazione di Roma nel 763 a.C. al 602 d.C., che coincide con la morte dell’imperatore d’Oriente Maurizio. L’autore infatti ritiene fino ad allora in continuità con la tradizione romana l’organizzazione dell’esercito di Costantinopoli, non certo greco e non ancora bizantino.
In questo ampio segmento temporale si racchiude la storia dei legionari, come i combattenti dell’Urbe venivano chiamati fin dal primissimo periodo monarchico, alle origini della grandezza della città sui sette colli. Gli armati venivano scelti tra gli uomini validi della comunità e “scegliere” in latino era “legere”, che significava anche “raccogliere insieme”. Da qui il termine legione, che indicava la formazione base dell’esercito, quella che Roma ha trasformato in un perfetto strumento di guerra, alla radice di tutte le sue conquiste territoriali nel mondo antico.
Tuttavia, è chiaro che in poco meno di 15 secoli sono state diverse le trasformazioni, sia nella condotta bellica che nell’organizzazione dei reparti. Tante anche per quanto riguarda l’equipaggiamento militare dei soldati. Basta dire che dai fanti villanoviani protetti da pelli di animali dell’epoca di Romolo si è arrivati ai combattenti abbigliati all’orientale dell’imperatore Maurizio. Nel frattempo, le legioni hanno continuato a far proprie armi e tecnologie dei nemici sconfitti, una volta verificata l’efficacia sui campi di battaglia.
Eserciti romani armati e vestiti in maniera uniforme sono roba da film. Nella realtà, bisogna immaginare tanta varietà e dal III secolo prevarrà il modello “barbaro”, visto che il grosso delle forze era ormai costituito da combattenti arruolati tra le tribù di confine e nelle province conquistate.
Non ci si faccia fuorviare perciò dal cinema e dall’iconografia diffusa, che hanno concorso ad eternare una “figurina” stereotipata del legionario romano ognitempo, con paraguance, scudo rettangolare, corazza laminata e gambe nude sotto il gonnellino, coperto di strisce di cuoio. È tratta dai bassorilievi della Colonna Traiana, coerente con i vestimenta legionari più longevi, dalla riforma di Mario nel I secolo a.C. ai due secoli successivi. Tuttavia, ogni unità, in ogni secolo, avrebbe potuto presentarsi armata ed equipaggiata in modo originale, dopotutto l’armamento veniva spesso auto-procurato o completato dal singolo, dando luogo a spiccate differenze tra gli uni e gli altri.
La competenza dell’autore è indiscutibile. Appassionato di militaria e uniformologia, Lucchetti è un imprenditore del settore, titolare di un’azienda che commercializza soldatini in miniatura. Dalle sue collezioni sono ricavati gli scatti che mostrano i soldati romani delle varie epoche, nelle otto pagine di foto a colori al centro del volume. Altre grandi e piccole immagini e riproduzioni in bianconero si avvicendano inoltre a commento del testo.
Nel produrre questo lavoro, si è ripromesso di realizzarlo come un manuale, più che un saggio. Una sorta di enciclopedia di facile consultazione, da cui trarre indicazioni sull’organizzazione dell’esercito romano, sull’equipaggiamento difensivo e offensivo, sulle armi in dotazione individuale e collettiva alle forze di terra e navali della Roma monarchica, repubblicana e imperiale.
Un ripasso per chi sa già e un facile compendio di informazioni per chi sa meno.
Si parla di tutto, dal gladio, pilum (giavellotto) e arco composito impugnati dai singoli combattenti alle protezioni del capo e del corpo, fino alle armi da lancio, la ballista, lo scorpione e quelle ancora più complesse, in uso sulle navi.
Va ricordato inoltre che i romani erano soldati di linea (in formazione chiusa, la loro micidiale risorsa, risultato di fanatici addestramenti) e al tempo stesso infaticabili genieri. Smontavano l’accampamento all’alba e dopo una marcia di 30 chilometri lo rimontavano al tramonto, come una piccola città fortificata. Una meraviglia, ingegneristica e organizzativa. Per non parlare dei ponti, altri capolavori in legno che consentivano di sorprendere il nemico, non altrettanto tecnologicamente dotato.
Ce n’è per tutti i gusti nel lavoro di Lucchetti, non escluse le imponenti strutture d’assedio e le prime armi chimiche e perfino batteriologiche (i cadaveri, per diffondere epidemie).
Le armi che hanno cambiato la storia di Roma antica
Amazon.it: 9,40 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le armi che hanno cambiato la storia di Roma antica
Lascia il tuo commento